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La crisi climatica spiegata con le mappe: la siccità

Le mappe dell’Agenzia Europea per l’Ambiente mostrano come i cambiamenti climatici colpiranno l’Europa. Ve le proponiamo in forma di immagini scorrevoli

I Paesi dell'Europa meridionale dovranno fronteggiare ondate di siccità più frequenti e più intense a causa dei cambiamenti climatici © neenawat via iStockPhoto

I cambiamenti climatici sono attuali. E saranno sempre più presenti nelle nostre vite, in futuro. Anche se agiremo in modo concreto per diminuire le emissioni di gas ad effetto serra. Il processo avviato, infatti, è ormai in buona parte irreversibile.

Tuttavia siamo ancora in tempo per limitare i danni. A condizione di riuscire a contenere la crescita della temperatura media globale – alla fine del secolo,  rispetto ai livelli pre-industriali – «ben al di sotto dei 2 gradi centigradi», come indicato dall’Accordo di Parigi.

Altrimenti, dovremo attenderci una moltiplicazione degli eventi meteorologici estremi. Ondate di caldo, siccità, inondazioni, risalita del livello dei mari. L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha pubblicato una serie di mappe del Vecchio Continente. Che consentono di comprendere, in concreto, come sarà l’Europa se rispetteremo gli impegni assunti dalla comunità internazionale in termini di lotta ai cambiamenti climatici. E come sarà se non lo faremo. Valori vi propone un’analisi in cinque puntate, ciascuna focalizzata su un tema specifico: siccità, agricoltura, inondazioni, incendi e innalzamento del livello dei mari.

Ovunque, nel mondo, i deserti avanzano. La copertura vegetale sulla Terra si rarefà e lascia spazio ad un universo minerale incapace di garantire a fauna e flora le risorse di cui necessitano. Già oggi, il 41% della superficie del Pianeta è costituita da aree desertiche. E in futuro, a causa dei cambiamenti climatici, dobbiamo attenderci un aumento di tale estensione.

Le terre emerse saranno sempre più aride in futuro

Uno studio pubblicato sulla rivista Science il 14 febbraio ha identificato tre fasi che dobbiamo attenderci. A ciascuna delle quali corrisponde un livello di aumento della temperatura media globale. Decine di ricercatori provenienti da tutto il mondo hanno confrontato dati scientifici e satellitari.

Ma anche i campioni di suolo provenienti da 50mila punti di raccolta sulla superficie terrestre, nonché le attività di fotosintesi di 809 specie di piante che crescono in zone aride e semi-aride. È sulla base di tali punti di riferimento che gli studiosi hanno infine immaginato cosa accadrà con l’aumento delle emissioni di CO2 che si osserva attualmente.

Da cui conseguirà un aumento della temperatura media globale nel corso dei prossimi decenni. Ebbene, prendendo in considerazione lo scenario cosiddetto “business as usual” (ovvero continuando ad emettere biossido di carbonio al ritmo attuale), che porterà il riscaldamento globale a +5 gradi, nel 2100, il cambiamento della “struttura” della superficie terrestre sarà drastico.

In Europa si moltiplicheranno gli episodi di siccità, soprattutto a Sud

Ma la desertificazione è figlia anche di un altro fenomeno, anch’esso legato a filo doppio agli stravolgimenti del clima. «Gli studi attualmente disponibili – ha spiegato l’Agenzia Europea per l’Ambiente – indicano un aumento della frequenza, della durata e della severità dei casi di siccità per la maggior parte del territorio europeo nel corso del Ventunesimo secolo. Ad eccezione unicamente delle porzioni più settentrionali del Continente».

Come facilmente immaginabile, il fenomeno della siccità colpirà soprattutto l’Europa meridionale. In Particolare Spagna e Grecia, ma anche la Turchia subirà gravi conseguenze. In Italia, le regioni del Sud risulteranno dunque particolarmente vulnerabili. E il tutto, secondo l’EEA, potrà generare tensioni talmente elevate da «mettere in competizione i settori che necessitano di acqua per le loro attività. Come nel caso di agricoltura, industria e turismo»

La cartografia dell’agenzia europea, nella versione proposta da Valori, consente di scorrere con il mouse per capire fino a che punto la lotta ai cambiamenti climatici rappresenta qualcosa di salvifico. Non solo per le nazioni più vulnerabili della Terra ma anche per i Paesi della ricca Europa.