Basta una lettera di British American Tobacco e il Kenya ammorbidisce le regole sulla nicotina

Mentre gli altri governi inaspriscono le regole sulla nicotina, il Kenya preferisce ascoltare British American Tobacco

Nairobi, capitale del Kenya © StreetMuse/iStockPhoto

Mentre in tutto il mondo governi e autorità sanitarie si affannano per far capire ai cittadini – soprattutto ai più giovani – che la nicotina fa sempre danni, anche quando è all’interno di sigarette elettroniche e altri prodotti alternativi alle tradizionali sigarette, l’amministrazione del Kenya va in controtendenza. Rimpicciolisce le avvertenze da stampare obbligatoriamente sulle bustine di nicotina e, per giunta, le rende molto più generiche.

Una scelta apparentemente inspiegabile. I cui contorni diventano più chiari leggendo lo scambio epistolare tra il ministero della salute kenyano e la multinazionale del fumo British American Tobacco. A svelare questa clamorosa operazione di lobbying è un’indagine condotta dal network di giornalismo investigativo The Examination e pubblicata dal Guardian e da Africa Uncensored.

Cosa sono le bustine di nicotina e perché fanno danni

Le nicotine pouches fanno parte della famiglia, sempre più nutrita, di articoli “smoke free”. Il loro mercato globale nel 2021 valeva circa 3 miliardi di dollari. Sono bustine che contengono nicotina e aromi e vanno tenute in bocca circa mezz’ora; a differenza dello snus, popolare nei Paesi nordici, sono prive di tabacco. In Italia il decreto Milleproroghe del 2022 le ha rese legali ma, subito dopo, il ministero della Salute ne ha bloccato la vendita, salvo poi consentirla a determinate condizioni.

In Kenya le uniche che circolano legalmente sono quelle a marchio Velo, commercializzate da British American Tobacco. Sono a buon mercato (350 scellini kenyani, circa 2 euro, per una confezione da 20) e, pur essendo legalmente vendibili solo a maggiorenni, sono in ascesa soprattutto tra i giovanissimi. Per accertarsene, basta una banale ricerca su TikTok.

Considerato che le bustine di nicotina sono un prodotto relativamente nuovo, esistono ancora pochi studi scientifici sui loro effetti sulla salute. A differenza delle comuni sigarette, non contengono tabacco e non prevedono la combustione, Ma sono comunque a base di nicotina, presente talvolta in quantità molto elevate. Nicotina che, come ampiamente accertato, aumenta la predisposizione a ipertensione, ictus e danni cardiovascolari; compromette lo sviluppo cognitivo dei bambini e degli adolescenti; dà dipendenza. Le poche analisi indipendenti evidenziano la presenza di nistrosammine specifiche del tabacco, dall’azione cancerogena. Non è ancora chiaro se assumerle per lunghi periodi a dosaggi così bassi esponga comunque al rischio di cancro.

La campagna (riuscita) di lobbying di British American Tobacco

British American Tobacco lancia le sue bustine di nicotina nel mercato kenyano nel 2019, con il marchio Lyft. Nonostante le farmacie siano l’unico canale di vendita autorizzato, ben presto sbarcano anche nei negozi fisici e online, accompagnate da una fitta promozione sui social media. Quando le autorità fermano la pubblicità e le vendite nei negozi, l’azienda le toglie momentaneamente dal commercio.

A gennaio 2021, il ministero della Sanità del Kenya fa sapere a British American Tobacco che, da quel momento in poi, le bustine di nicotina devono sottostare alle stesse regolamentazioni previste per qualsiasi altro prodotto a base di tabacco. Vale a dire, con le etichette informative sui rischi per la salute che coprono almeno un terzo del fronte del pacchetto e metà del retro.

A quel punto, il colosso del fumo dà il via a una poderosa campagna di lobbying, fatta di lettere e incontri vis a vis. Proprio una di quelle lettere minaccia espressamente di accantonare il progetto di costruire un nuovo stabilimento a Nairobi; un investimento da 15 milioni di dollari. Dopo meno di un mese, British American Tobacco incassa l’autorizzazione per stampare avvertenze molto più piccole (la metà del previsto) e più stringate («Questo prodotto contiene nicotina e dà dipendenza», niente più). E, con il nuovo brand Velo e questo packaging ben più accattivante, le bustine di nicotina tornano a inondare il mercato del Paese africano. Una storia esemplare, per lobbisti e aspiranti tali. Con buona pace della salute dei giovani kenyani.