Con la cultura di San Francesco possiamo fondare un’economia inclusiva

L'intervento di padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, alla presentazione dell'Economia di Francesco

Padre Enzo Fortunato
Padre Enzo Fortunato, autoscatto davanti alla Basilica di San Francesco ad Assisi
Padre Enzo Fortunato
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La pandemia sta mettendo a nudo il sistema economico attuale: scegliere il lockdown e salvare vite umane o proseguire come prima mettendo a rischio la vita delle persone? Quello che è certo è che siamo di fronte a un sistema chiamato a rigenerarsi attraverso quel cammino che Francesco ieri con i suoi figli e il Papa oggi hanno indicato alla società di allora e a quella di oggi. Siamo chiamati a ri-pensare alle prospettive che sogniamo. Non possiamo dimenticare gli scritti di San Francesco: «E io lavoravo con le mie mani e voglio lavorare… voglio che tutti lavorino» è l’espressione che sintetizza in maniera emblematica il momento storico che stiamo vivendo.

Dai Monti di pietà al microcredito…

Le parole di Francesco hanno portato i suoi figli a elaborare i Monti Frumentari e di pietà. Il monte di pietà è un’istituzione finanziaria senza scopo di lucro, di origini tardo-medievali, sorta in Italia nella seconda metà del XV secolo su iniziativa di alcuni frati francescani, allo scopo di erogare prestiti di limitata entità (microcredito) a condizioni favorevoli rispetto a quelle di mercato.

L’erogazione finanziaria avveniva in cambio di un pegno: i clienti, a garanzia del prestito, dovevano presentare un pegno che valesse almeno un terzo in più della somma che si voleva fosse concessa in prestito. La durata del prestito, di solito, era di circa un anno; trascorso il periodo del prestito, se la somma non fosse stata restituita il pegno sarebbe stato venduto all’asta.

… contro la piaga dell’usura e la povertà

La funzione dei Monti di Pietà era quella di finanziare persone in difficoltà, fornendo loro la necessaria liquidità. Per questa loro caratteristica, i Monti si rivolgevano alle popolazioni delle città, dove molti vivevano in condizioni di pura sussistenza ma disponevano comunque di beni da poter cedere in garanzia. I contadini, invece, di norma non avevano nulla da impegnare se non beni indispensabili alla loro attività, come sementi e utensili da lavoro.

Con la loro opera tutti questi monti si proponevano di arginare la piaga dell’usura nei confronti di chi, troppo povero per essere considerato solvibile dagli scarsi istituti finanziari dell’epoca, spesso cadeva vittima degli strozzini. Tutte queste iniziative, inoltre, elargendo i loro prestiti caso per caso in funzione delle effettive necessità, possono essere viste come i primi finanziatori del credito al consumo o anche come delle banche dei poveri ante litteram.

Gli insegnamenti di San Francesco per un nuovo sistema economico

Sempre dalla cultura francescana nasce la partita doppia, per capire ciò che entra e ciò che esce per far quadrare l’essenziale delle scelte e della solidarietà. Oggi siamo chiamati a fare i conti con una realtà che è chiamata a essere riparata. Ci viene incontro il testo del filosofo e psicanalista argentino, naturalizzato francese, Miguel Benasayag, «Funzionare o esistere?».

È da qui che si muove e potrebbe partire un nuovo sistema economico che non rinuncia a crescere e svilupparsi, accogliendo la sfida impegnativa dell’inclusività e rinunciando al veleno dello scartare. Con la gioia nel cuore per la storica firma, lo scorso 3 ottobre, della lettera enciclica Fratelli tutti, bussola per il nostro cammino, il Papa ha nominato il nostro Custode, padre Mauro Gambetti. Cardinale al servizio della Chiesa e dell’umanità. E prosegue così il cammino verso una società fraterna.

Papa Francesco in Vaticano assieme all'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nel marzo del 2014
Papa Francesco in Vaticano assieme all’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nel marzo del 2014 © Official White House Photo by Pete Souza/Wikimedia Commons

La regia di Economy of Francesco dal cuore del Sacro Convento di Assisi

The Economy of Francesco, annunciato a maggio 2019 e previsto per marzo 2020, è slittato dunque a novembre, dal 19 al 21. Ma i segnali e le potenzialità della sua ricaduta non mancano, basta leggere attentamente i dati o, se vogliamo, i numeri dell’incontro. Sono 2000 iscritti, almeno 12 collegamenti con 120 nazioni, 4 ore al giorno più una maratona di 24 ore il secondo giorno, grazie al contributo di oltre 20 Paesi connessi. Gli incontri che vivremo partono dalla regia online o on-life posta nel cuore antico del Sacro Convento, la cappella di frate Elia, imprenditore ante litteram e benedetto con una delle più belle carezze di san Francesco.

Tutto l’evento sarà in streaming e gli iscritti potranno interagire con i relatori. Ad oggi i giornalisti che si sono accreditati da remoto sono circa 300. E si sta lavorando a pieno ritmo per un mondo che desidera sperimentare la bellezza della fraternità. Ma anche la sostenibilità, con le azioni concrete messe in campo da Fra’ Sole, il progetto sulla sostenibilità del Sacro Convento. È il tempo della chiamata ai cristiani religiosi e laici per ridurre le disuguaglianze e preservare l’anima dell’economia.

Intervento di Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, alla conferenza ctampa di presentazione di “The Economy of Francesco”.