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I falchi di Trump e quelli del clima? Sono le stesse persone: ecco i nomi

90 dei 147 parlamentari che hanno provato a ribaltare il voto delle presidenziali a favore di Trump negano anche l'esistenza dei cambiamenti climatici

Negare la realtà dei cambiamenti climatici e la loro origine antropica impedisce l'adozione di politiche adeguate ad affrontare la crisi © Markus Spiske/Wikimedia Commons

Disinformazione chiama disinformazione. E negazionismo chiama negazionismo. Così si scopre che 90 dei 147 membri del Congresso degli Stati Uniti che lo scorso 6 gennaio si sono opposti al voto del Collegio elettorale cercando di ribaltare il risultato delle elezioni presidenziali a favore di Donald Trump sono anche negazionisti climatici.

Trump
20 multinazionali hanno finanziato con milioni di dollari le campagne elettorali e le attività dei membri del Congresso che hanno appoggiato il piano di Donald Trump di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali © Gage Skidmore/Wikimedia Commons

Le pericolose affermazioni dei sostenitori di Trump sul clima

È il dato che emerge dall’analisi delle dichiarazioni pubbliche e dei voti di quei 147 rappresentanti e senatori svolta da HEATED, la newsletter curata dalla giornalista americana Emily Atkin. 90 di loro negano o hanno negato esplicitamente la pericolosità dei cambiamenti climatici e la loro origine antropica. Il loro negazionismo si manifesta in vari modi: da vaghe espressioni di dubbio a vere e proprie accuse di complottismo. Andy Harris, rappresentante del Maryland e anche lui sostenitore di Trump, per esempio, sostiene che la scienza del clima sia «incerta», mentre il texano John Carter definisce i cambiamenti climatici «uno schema Chicken Little» («un allarmismo ingiustificato», ndr), ovvero propaganda governativa il cui obiettivo è di fare il lavaggio del cervello alle masse.

La fiera delle dichiarazioni è varia. HEATED ha raccolte le varie affermazioni in un documento, evidenziando le più assurde.

La disinformazione sul clima ha effetti letali

Assurde e pericolose. La disinformazione in materia di clima, infatti, ha risvolti dannosi e pericolosi. Seminare dubbi, negare i fatti serve a far pensare che non esista un unico punto di vista sui cambiamenti climatici così che l’azione, anche legislativa, per affrontarli possa essere rimandata ancora e ancora. E come sottolinea Emily Atkin nella sua newsletter, «gli effetti della disinformazione sul clima saranno molto più letali dell’attacco al Campidoglio dello scorso 6 gennaio». L’inazione sui cambiamenti climatici ha già dimostrato di rappresentare una grave minaccia per gli americani e il mondo.

Il ritardo nell’azione sui cambiamenti climatici porta la firma della lobby dell’industria delle fonti fossili, secondo Emily Atkin. Dal 1989, infatti, un’intensa azione di lobbying ha portato alla creazione, alla promozione e al finanziamento di negazionismo sull’origine dei cambiamenti climatici. E gli Stati Uniti, principali responsabili di emissioni di gas climalteranti, in particolare negli anni di Trump sono diventati un modello mondiale nell’ignorare il problema invece di affrontarlo per risolverlo.

siccità ed eventi meteorologici estremi causati dai cambiamenti climatici
L’OMS stima che fra il 2030 e il 2050 ogni anno 250mila persone moriranno per le conseguenze dei cambiamenti climatici. I costi dei danni diretti alla salute (esclusi i costi nei settori determinanti la salute come l’agricoltura, l’acqua e i servizi igienico-sanitari) sono stimati tra i 2 e i 4 miliardi di dollari all’anno entro il 2030 © janniwet/iStockPhoto

Continuando nel parallelismo, la disinformazione sull’esito delle elezioni ha portato alla morte di cinque persone il 6 gennaio. Il negazionismo sul clima che spinge all’inazione politica minaccia di morte milioni di persone. Se le emissioni di gas climalteranti continueranno senza le riduzioni necessarie, gli scienziati indicano che entro la fine del secolo le sole ondate di calore uccideranno «approssimativamente lo stesso numero di persone di tutte le malattie infettive insieme, inclusi HIV, malaria e febbre gialla». L’Organizzazione mondiale della sanità prevede 150mila morti ulteriori all’anno, «come stima al ribasso».

I negazionisti delle elezioni hanno votato contro il clima il 94% delle volte

Oltre 100 organizzazioni, gruppi e professionisti attivi nel campo della salute hanno firmato un appello rivolto al governo, ai membri del Congresso e ai rappresentanti delle aziende affinché considerino i cambiamenti climatici «un’emergenza sanitaria pubblica». Nessuno dei 147 membri del Congresso che hanno votato contro la certificazione della vittoria di Joe Biden ha ascoltato questo appello.

Solo 14 di loro hanno dichiarato di accettare il consenso scientifico intorno alle origini antropiche dei cambiamenti climatici. Peggio ancora, la maggior parte di loro si è espressa contro la necessità di una legislazione più stringente a tutela del clima. E, soprattutto, ha votato contro proposte di legge volte ad affrontare la crisi il 94% delle volte.

Dopo le violenze del 6 gennaio al Campidoglio e una serrata campagna sulla stampa molte multinazionali hanno deciso di ritirare il proprio sostegno economico ai rappresentanti politici che avevano votato contro la conferma dell’elezione di Joe Biden. Purtroppo, altrettanto non è stato fatto per togliere fondi a chi si fa portavoce di negazionismo in materia di clima. HEATED ha per questo lanciato un appello a 23 aziende e promette aggiornamenti, qualora ce ne saranno.