Politica estera e difesa, il governo si farà consigliare da una fondazione di Leonardo

Firmato un accordo di collaborazione per «studi e ricerche» tra il ministero degli Esteri e la Fondazione Med-Or, promossa da Leonardo

Pasquale Terracciano e Marco Minniti firmano l'accordo © Pasquale Quito Terracciano/Twitter

Un’iniziativa inedita, un progetto pilota che vede coinvolti il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e la Fondazione Med-Or, promossa da Leonardo. Mercoledì 20 aprile Pasquale TerraccianoMarco Minniti hanno firmato «un accordo di collaborazione per la predisposizione di analisi e studi sperimentali di previsione strategica». Ciò «in ambiti di rilievo geopolitico e di interesse per la diplomazia pubblica e culturale».

Tra ministero degli Esteri e Fondazione Med-Or un accordo a titolo gratuito

«Vogliamo creare alla Farnesina sempre maggiori sinergie con think tank, fondazioni e centri di ricerca che si occupano di politica estera. Con l’obiettivo di dare vita a una vera e propria foreign policy community», ha spiegato Terracciano, capo della nuova direzione generale al ministero degli Esteri che si occupa di diplomazia pubblica e culturale al quotidiano online Formiche.net.

Secondo lo stesso quotidiano, «la fondazione presieduta da Marco Minniti fornirà al ministero studi e approfondimenti su temi concordati e di interesse comune. Soprattutto in materia di difesa e sicurezza in aree critiche. Documenti a uso interno per i quali non è previsto un corrispettivo economico. Sono strumenti che si aggiungono ai bandi che prevedono la collaborazione di università, enti e istituti specializzati».

Cos’è la Fondazione Med-Or, la “portabandiera” promossa da Leonardo

La Fondazione Med-Or nasce a febbraio 2021 per promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica. Con l’obiettivo di rafforzare scambi e rapporti tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo. Allargato fino al Sahel, Corno d’Africa e Mar Rosso e del Medio ed Estremo Oriente.

Promotore dell’iniziativa è appunto la Leonardo Spa (ex Finmeccanica), la più importante società italiana del settore difesa. Che la sostiene con un Fondo di dotazione pari a 120mila euro. E con un contributo «per finanziare le iniziative attualmente in corso (borse di studio, alta formazione, stage ecc.)» di circa 500mila euro, secondo quanto riferito dalla Fondazione stessa e IrpiMedia. «Med-Or non è un’agenzia pubblica», nota IrpiMedia, «però le assomiglia. È la portabandiera della diplomazia fuori dalla cancelleria: quella delle amicizie, dei rapporti industriali, dei progetti di scambio culturale».

L’influenza dell’industria della difesa sull’agenda politica italiana

La firma dell’accordo preoccupa le organizzazioni della società civile. «Ancora una volta l’industria militare utilizza forme di collaborazione per ricerche ed analisi per indirizzare le scelte politiche», sottolinea Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo e co-fondatore dell’Osservatorio Mil€x. Preoccupato anche per la natura gratuita dell’accordo. «Stranamente questi accordi non si fanno con le organizzazioni della società civile impegnate nei vari contesti internazionali. Che potrebbero suggerire altre forme di intervento di politica estera e di diplomazia, legate a principi di peace building, di attivazione nonviolenta di dinamiche di gestione dei conflitti, di allargamento di diritti».

È di aprile 2021 un rapporto redatto da Transparency International – Difesa e Sicurezza con il supporto della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti Civili (CILD) e dell’Osservatorio Mil€x che analizza i modi in cui l’industria italiana delle armi esercita un’influenza indebita sull’agenda politica nazionale in materia di difesa e sicurezza. Attraverso donazioni, finanziamenti di think tank, il passaggio da ruoli nel settore pubblico a ruoli nel settore privato e viceversa (il cosiddetto fenomeno delle “porte girevoli”), le aziende del settore della difesa hanno un maggiore accesso a risorse, informazioni e contatti. Che possono tradursi in un’influenza eccessiva sulle politiche legate alla sicurezza nazionale.