Che cosa sono le Spac, le società “assegno in bianco” per entrare in Borsa

Le Spac rappresentano un veicolo per portare le aziende in Borsa ma anche uno strumento di investimento con molte incognite

Cosa sono le Spac © AndreyPopov/iStockPhoto

Le Special purpose acquisition company (Spac) sono, come si evince dal nome, società create per un obiettivo preciso: acquisire altre società. Dette anche blank check companies (società “assegno in bianco”), queste entità giuridiche sono scatole vuote. Sono quotate in Borsa, ma non producono niente. Non hanno asset fisici. E nemmeno dipendenti. Il loro oggetto sociale è raccogliere fondi allo scopo di realizzare una fusione con un’azienda che si intende quotare in Borsa o l’acquisizione della stessa.

Si tratta di uno strumento sempre più popolare e diffuso. La Spac è infatti un “veicolo” che consente di far entrare business di ogni genere nel mercato azionario con tempi e modi più agili rispetto al processo di quotazione tradizionale. Bypassare l’iter classico di ingresso nel mercato significa sveltire e facilitare i passaggi. Ma anche, in qualche misura, eludere processi di controllo che proteggono l’investitore da eventuali castelli di carta.    

Come funzionano le Spac?

Le Spac sono istituite da promotori, investitori professionisti capaci di attrarre finanziamenti grazie a riconosciute competenze. 

Il promotore promette a chi ci mette i soldi l’acquisizione sicura di un’azienda entro breve termine, solitamente 24 mesi. Il manager avrà tempo due anni, cioè, per trovare l’impresa giusta e proporne l’acquisto ai soci della Spac con il fondo fiduciario che raccoglie il capitale della società sotto forma di liquidità. Se gli azionisti danno il loro benestare, e l’operazione orchestrata e condotta dai dirigenti della Spac va a buon fine, l’azienda acquisita e la Spac si fonderanno in una nuova entità. In caso di mancata acquisizione al termine dei due anni, viceversa, la Spac verrà sciolta e i fondi torneranno agli investitori.  

Se la Spac, dunque, non raggiunge il proprio obiettivo, un investitore sa che i suoi soldi gli torneranno in tasca. Verrebbe da pensare allora che il rischio per lui è minimo, e le prospettive di guadagno favorevoli. Tanto più che le azioni della Spac sono spesso “addolcite” da warrants, strumenti finanziari che permettono all’azionista di acquisire titoli riferibili alla nuova azienda a un prezzo fisso e scontato, laddove la fusione o l’acquisizione lo convinca. 

Un investimento a prima vista attraente ma pieno di incognite

Il problema è che l’investitore non sa quale azienda stia per essere acquistata con i suoi soldi. Quando il promotore istituisce una Spac, non individua una specifica realtà da acquisire, ma identifica soltanto il settore di interesse nel quale intende muoversi. La Spac è, appunto, una società “assegno in bianco”.

wall street banche stati uniti
La sede della Borsa di New York © lucky-photographer/iStockPhoto

L’investitore può quindi acquistare azioni di una Spac che cerca di entrare nel mercato delle automobili elettriche, senza però essere in grado di sapere di che società diventerà azionista. Come si fa quindi a scegliere la Spac giusta nella quale investire? Non è semplice. L’investitore può decidere soltanto in base al settore di interesse e alla reputazione del promotore.

Chi va piano va sano e va lontano

E le incognite non finiscono qui. Nella sua natura di veicolo, la Spac è creata per velocizzare, sì, l’ingresso dell’azienda target nel mercato azionario, ma velocità non sempre fa rima con accuratezza, e quindi con sicurezza. Al contrario della Spac, la quotazione tradizionale richiede passaggi lunghi e costosi, che però proteggono in misura maggiore l’investitore. Un procedimento classico di offerta pubblica iniziale implica attività di due diligence, che obbligano l’azienda a essere trasparente, a rendere possibili scelte informate e a stabilire un prezzo iniziale dei titoli che rifletta il reale valore del business. 

Interagire con una Spac, invece, permette a un’azienda di eludere l’obbligo di comunicare al grande pubblico i propri affari. L’unica analisi dell’investimento è svolta dal promotore, e l’investitore non può che contare sull’intuizione dell’esperto a cui si è affidato. 

L’assegno in bianco implica, infine, che puoi scriverci sopra qualsiasi cifra. Come sta accadendo in questi giorni a Truth Social, il social media che Donald Trump intende lanciare negli app store e nel mercato azionario. È bastata la notizia che l’ex presidente volesse sfidare i colossi del big tech e il valore della Spac Digital World Acquisition Corp., pronta a fondersi e a quotare l’azienda del tycoon, è schizzato alle stelle in pochi giorni, arrivando a toccare oltre otto miliardi di dollari. Peccato che, come spiega il Financial Times, non sia chiaro come valutare effettivamente il valore di una società e di un prodotto che non esistono ancora.