Chi paga le tasse e chi (forse) no

C'è grossa crisi, la rubrica di Andrea Baranes che vi spiega perché dovete interessarvi di finanza. Prima che la finanza si interessi di voi

Dove trovare le risorse per rilanciare l’economia colpita dalla pandemia? Nel momento in cui ci si interroga su debito, MES e finanze pubbliche in difficoltà, una ricerca di Transparency International denuncia: l’80% delle grandi banche europee sfrutterebbe i paradisi fiscali per spostare profitti e pagare meno tasse.

Su 39 gruppi bancari dell’Unione europea e inglesi, almeno 31 sono presenti e svolgono continuamente operazioni in Paesi a tassazione bassa o nulla. Inoltre, 29 sembrano realizzare elevati profitti in Paesi in cui non hanno alcun dipendente. 1,59 miliardi di euro di profitti in cinque anni per la HSBC in Arabia Saudita, dove non risulta avere alcun dipendente; 419 milioni per la Deutsche Bank a Malta, dove non ne ha dal 2016. Ancora, le banche spagnole dichiarano profitti all’estero diciotto volte superiori a quelli realizzati in Spagna. E gli esempi potrebbero essere molti altri.
Fino a pochi anni fa, anche queste informazioni sarebbero state impossibili da conoscere. La ricerca di Transparency si basa infatti sul Country by Country Reporting, una normativa approvata in Europa nel 2015 e che obbliga le multinazionali – al momento solo dei settori finanziario ed estrattivo –  a pubblicare i dati su profitti, tasse pagate e dipendenti suddivisi in ogni giurisdizione in cui operano.

Secondo gli autori, diversi Paesi europei cercano però di bloccare o limitare le informazioni che le imprese devono fornire in base a tale normativa. In altre parole, malgrado i passi avanti, sembra che in materia fiscale si debba parlare di “Competizione” più che di “Unione” Europea, con ogni membro impegnato in una gara verso il fondo su tassazione e trasparenza pur di attrarre imprese e capitali.

A parole, tutti i governi sono impegnati nella stessa direzione. Nei fatti, però, siamo ancora molto lontani da un serio contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. Un primo passo fondamentale sarebbe quello di obbligare le grandi banche e il settore finanziario – che si alimentano grazie ai nostri risparmi – a dare il proprio contributo e pagare le tasse dovute nei Paesi in cui operano e realizzano profitti.