Cos’è la flat tax e perché aiuterebbe soprattutto i più ricchi
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È dai tempi del “meno tasse per tutti” che invase le nostre strade nel 1994, assieme alla “sigla” e alle bandiere della neonata Forza Italia, che le campagne elettorali in Italia si giocano a colpi di promesse roboanti. Siamo passati attraverso l’abolizione della tassa di successione e del bollo auto, il milione di posti di lavoro, il ponte sullo Stretto. E ancora la castrazione chimica, il censimento dei rom, l’uscita dall’euro. E la flat tax, che è tornata prepotentemente nelle tv, nei manifesti e nel dibattito politico in vista delle elezioni del 25 settembre.
Ma cos’è, concretamente, la “tassa piatta”. Cosa comporterebbe far pagare a tutti il 15% sui propri redditi, senza considerare a quanto ammontano? È possibile farlo visto che la Costituzione impone una progressività del sistema tributario? E soprattutto: quanti introiti perderebbe lo Stato e cosa dovrebbe fare (tassare) per recuperarli?
Ne abbiamo parlato con Tommaso Faccio Segretario generale della Commissione indipendente per la riforma della tassazione delle imprese internazionali, ICRICT, docente di Diritto tributario alla Nottingham University Business School e uno dei soci fondatori di Tax Justice Italia.