Il Nobel per l’Economia 2025 a innovazione e distruzione creatrice
Premio Nobel per l’Economia a Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt «per aver spiegato la crescita economica guidata dall’innovazione»
Il Premio Nobel per l’Economia 2025 era dedicato a “creazione e distruzione”. Ed è stato assegnato al francese Philippe Aghion, al canadese Peter Howitt e allo statunitense-israeliano Joel Mokyr «per aver spiegato la crescita economica guidata dall’innovazione». In una nota l’Accademia reale svedese delle scienze ha annunciato: «I vincitori ci hanno insegnato che una crescita sostenibile non può essere data per scontata. La stagnazione economica, non la crescita, è stata la norma per gran parte della storia umana. Il loro lavoro dimostra che dobbiamo essere consapevoli e contrastare le minacce alla crescita continua».
Il Nobel per l’Economia 2025 va quindi per metà a Joel Mokyr, professore alla Northwestern University di Evanston in Illinois, «per aver identificato i prerequisiti per una crescita sostenibile attraverso il progresso tecnologico». E per metà congiuntamente a Philippe Aghion (College de France e London School of Economics ) e a Peter Howitt (Brown University di Providence) «per la teoria della crescita sostenibile attraverso la distruzione creatrice». Il trio succede al precedente trio di ricercatori premiati nel 2024 per le loro ricerche sulle disparità di ricchezza tra i Paesi: il turco-americano Daron Acemoglu e gli anglo-americani Simon Johnson e James A. Robinson.
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Il Premio Nobel per l’Economia alla crescita sostenibile attraverso la distruzione creatrice
Nel consegnare il Premio Nobel per l’Economia 2025 il presidente della Fondazione Nobel ha spiegato che Joel Mokyr «ha utilizzato fonti storiche come mezzo per scoprire le cause della crescita sostenuta che è diventata la nuova normalità. Ha dimostrato che, affinché le innovazioni si susseguano in un processo di auto-generazione, non solo è necessario sapere che qualcosa funziona. Ma è anche necessario avere spiegazioni scientifiche del perché. Quest’ultimo aspetto era spesso carente prima della rivoluzione industriale, il che rendeva difficile sviluppare nuove scoperte e invenzioni. Ha anche sottolineato l’importanza che la società sia aperta alle nuove idee e consenta il cambiamento».
Mentre Philippe Aghion e Peter Howitt «hanno costruito un modello matematico per ciò che viene chiamato distruzione creatrice. Quando un prodotto nuovo e migliore entra nel mercato, le aziende che vendono i prodotti più vecchi perdono terreno. L’innovazione rappresenta qualcosa di nuovo ed è quindi creatrice. Tuttavia, è anche distruttrice, poiché l’azienda la cui tecnologia diventa obsoleta viene superata dalla concorrenza». Più in generale i vincitori «mostrano come la distruzione creatrice crei conflitti che devono essere gestiti in modo costruttivo. Altrimenti, l’innovazione sarà bloccata dalle aziende consolidate e dai gruppi di interesse che rischiano di essere messi in una posizione di svantaggio».
«Il Premio Nobel per l’Economia 2025 guarda nella direzione giusta»
«Il Premio Nobel per l’Economia 2025 è un premio che guarda nella direzione giusta», spiega a Valori il professor Leonardo Becchetti, economista e ordinario di Economia politica presso l’Università di Roma Tor Vergata. «I tre economisti vincitori si occupano da anni di innovazione e crescita. Per questo è un premio particolarmente in tema con due delle questioni chiave che stiamo affrontando: la transizione energetica e la trasformazione digitale». «Inoltre», aggiunge Becchetti, «mi sembra giusto sottolineare come Philippe Aghion negli ultimi anni abbia scritto diversi articoli molto interessanti su come gli investimenti e le politiche green possono favorire lo sviluppo economico».
Un premio contro i monopoli tecnologici di Usa e Cina
«Il lavoro dei vincitori dimostra che la crescita economica non può essere data per scontata. Dobbiamo sostenere i meccanismi che stanno alla base della distruzione creatrice, in modo da non ricadere nella stagnazione», ha spiegato il presidente del Comitato per il premio in scienze economiche John Hassler. «Il lavoro dei vincitori ci ricorda che non dobbiamo dare per scontato il progresso. Al contrario, la società deve rimanere attenta ai fattori che generano e sostengono la crescita economica. Questi fattori sono l’innovazione scientifica, la distruzione creatrice e una società aperta al cambiamento», ha aggiunto Kerstin Enflo, membro del Comitato.
Secondo Le Monde, il francese Philippe Aghion, una volta ricevuto il Premio Nobel per l’Economia 2025, si è affrettato a invitare i Paesi europei a non lasciare che Cina e Stati Uniti monopolizzino l’innovazione tecnologica. «Penso che i Paesi europei debbano rendersi conto che non dobbiamo più permettere che Stati Uniti e Cina diventino leader tecnologici. E continuare a subire perdite nei loro confronti», ha detto Aghion, contattato da Stoccolma. Mentre Daron Acemoglu si è limitato a un laconico ringraziamento. «È una sorpresa enorme. Sono senza parole, non riesco a trovare le parole per esprimere ciò che provo».
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