Boom di dividendi nel primo trimestre: raggiunto il record
Boom del 12% rispetto al primo trimestre del 2022. La crescita è stata trainata dai dividendi straordinari distribuiti in alcuni settori
Il primo trimestre dell’anno segna un nuovo record per i dividendi distribuiti agli azionisti in tutto il mondo. Più di 326 miliardi, contro i 291 dello stesso periodo dell’anno precedente. Un aumento, dunque, del 12%. Nonostante in alcuni settori e in alcuni Paesi si sia assistito addirittura a una diminuzione.
326,7 miliardi di dollari di dividendi
Secondo il report della società di gestione patrimoniale Janus Henderson, nel primo trimestre dell’anno ben il 95% delle società in tutto il mondo ha aumentato i dividendi. O li ha mantenuti per lo meno inalterati.
Data la crescita significativa del primo trimestre, la società ha rivisto al rialzo le aspettative sul livello complessivo delle distribuzioni per tutto l’anno in corso. La stima è che a fine anno raggiungeranno quota 1.640 miliardi di dollari (la previsione precedente era di 1.600). Il che rappresenterebbe un aumento complessivo del 5,2% rispetto al 2022.
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La crescita complessiva dei dividendi ha segnato un +12%. Se non si considerano i dividendi straordinari e non si aggiusta per i tassi di cambio, la crescita risulta inferiore. Ma pur sempre positiva, segnando comunque un +3% (negli Stati Uniti addirittura +4,8%). Come se la situazione economica nel mondo fosse rosea.
Inoltre, i dividendi straordinari, ovvero quelli una tantum, da soli sono stati quasi 29 miliardi di dollari a livello globale. Una cifra più alta era stata raggiunta solo nel primo trimestre del 2014. Ma, in quell’occasione, il record era dovuto quasi esclusivamente a Vodafone. Che dopo aver venduto una sua società, aveva distribuito l’incasso ai propri azionisti.
Negli Stati Uniti quasi la metà dei dividendi complessivi
La crescita complessiva è stata trainata, come detto, dagli Stati Uniti, dove sono stati distribuiti ben 153,4 miliardi di dollari di dividendi. Con una crescita complessiva dell’8,3%. Inferiore sì a quella globale, ma comunque molto alta. Considerando anche il Canada, il Nord America da solo ha distribuito più della metà del totale
Ma è in Europa che si è registra la crescita più elevata, con addirittura un +36%. Un boom c’è stato in Danimarca (dove i dividendi sono passati da 10,8 a 15,6 miliardi), Norvegia (da 0,6 a 3,2), Paesi Bassi (da 0,1 a 1,3) e, soprattutto, in Germania. Qui i dividendi sono più che raddoppiati, passando da 5,4 a 11,4 miliardi. E in Italia? Da 2,6 a 3,5.
E le cifre avrebbero potuto essere anche più alte a livello mondiale. Ciò che ha impedito che la crescita complessiva fosse ancora maggiore è stato soprattutto il settore minerario in Australia e nei mercati emergenti.
Le materie prima hanno rallentato la crescita. I settori trainanti? Banche, auto e petrolio
Nel comparto i dividendi distribuiti sono stati addirittura inferiori (-20%) se confrontati con lo stesso trimestre dei due anni precedenti. La ragione principale è stato il calo dei prezzi delle materie prime. Ma non si può dire la stessa cosa per il settore petrolifero. Che ha visto crescere i dividendi da 23 a 32 miliardi di dollari. Quasi il 40% in più.
Lo stesso vale per il settore automobilistico. Responsabile, da solo, della distribuzione del 35% del totale dei dividendi straordinari. Considerando anche quelli ordinari, il totale è stato dieci volte tanto quello del primo trimestre dell’anno precedente (quasi 10 miliardi contro appena uno). E il secondo trimestre andrà ancora meglio, dato che è in questo periodo che le case automobilistiche europee distribuiscono i dividendi.
Per quanto abbia registrato un aumento “appena” del 10%, il settore finanziario è quello che ha contribuito di più in termini assoluti al boom di dividendi nel primo trimestre.
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Infine, in crescita anche i dividendi distribuiti nei settori dei trasporti e dei software. Entrambi con aumenti quasi del 50%.
Le imprese più generose
Nella classifica delle imprese che hanno distribuito i dividendi più elevati troviamo molti nomi noti. Tra le prime venti – che da sole hanno distribuito il 28% dei dividendi – troviamo quattro aziende farmaceutiche: Novartis, Roche Holding e due diventate famose durante la pandemia, ovvero Astrazeneca e Johnson & Johnson.
Ovviamente, non poteva mancare il settore finanziario, rappresentato dalle banche JPMorgan Chase e Commonwealth Bank of Australia. Così come non potevano non esserci due giganti del settore petrolifero: Exxon Mobil e Chevron. Poi le due big tech Apple e Microsoft, e le due case automobilistiche Volkswagen e Ford. Infine, tra gli altri nomi noti, anche PepsiCo e Siemens.