Buyback: le banche ricomprano azioni e distribuiscono dividendi

Il fenomeno del buyback, stimolato dall’aumento dei tassi d'interesse, ha permesso alle banche di aumentare i loro profitti già record

Il buy-back delle grandi banche europee © Simone Muzzi/Unsplash

In un contesto globale incerto, funestato da guerre e crisi economiche e climatiche, a uscirne alla grandissima sono le banche europee. Dopo che il 2023 era già stata un’ottima annata, per il 2024 si potrebbero abbattere tutti i record. E questo grazie soprattutto alle gigantesche operazioni in corso di buyback. Ovvero al riacquisto delle proprie azioni, che così crescono di valore anche grazie all’azzeramento delle azioni riacquistate, e con la conseguente redistribuzione degli utili tra i propri investitori. Operazioni che sono state rese possibili dai sostanziosi aumenti di tassi d’interesse avvenuti in pandemia, che hanno regalato alle banche profitti record che non sono poi stati scalfiti dalle leggere riduzioni degli ultimi anni.

Secondo un’analisi della banca d’investimento americana Citi il guadagno redistribuito dalle banche europee nel 2024 raggiungerebbe i 128 miliardi di euro. Di cui 83 miliardi in dividendi e 45 miliardi nel riacquisto di azioni proprie. Mentre per l’analisi della nostra Mediobanca sarebbe di circa 124 miliardi di euro la somma restituita dalle principali banche del continente (incluse quelle britanniche). Con una distribuzione più o meno equivalente tra le due forme di redistribuzione. La stessa Mediobanca, per capirci, ha deliberato un buyback per circa 200 milioni di euro nel 2023 e per 385 milioni nel 2024.

Le banche europee ringraziano la Bce, mai così bene negli ultimi anni

Il buyback è sempre stata operazione tipica delle banche anglosassoni, ma da qualche anno è pratica comune anche per quelle europee. E se le banche redistribuiscono così tanto denaro, evidentemente, è perché ne hanno i mezzi. I risultati finanziari pubblicati negli ultimi mesi dimostrano infatti l’ottima salute del settore, trainato da un contesto di tassi ancora favorevole – nonostante la prima riduzione avviata dalla Bce a giugno – che sta gonfiando i margini di interesse. «Il beneficio di un contesto di tassi di interesse elevati, che dovrebbe durare, continua ad alimentare i profitti delle banche, che mantengono quindi un livello significativo di redistribuzione del capitale nel 2024», ha spiegato Matthew Clark, analista di Mediobanca.

A leggere i dati pubblicati da Citi e riportati dal quotidiano francese Les Echos, infatti, si vede come la redistribuzione dei dividendi per banche, assicurazioni e società finanziarie europee era aumentato dai circa 40 miliardi di euro del 2012 ai circa 80 miliardi del 2018. Poi c’è stato un calo dovuto alla pandemia e di nuovo un’impennata. Dal 2021 al 2024 si è passati da 80 a oltre 120 miliardi. Se a questo si sovrappone il grafico dei riacquisti di azioni proprie il risultato è ancora più impressionante. Si passa dal miliardo circa del 2012 ai 10 miliardi del 2018. Anche qui il dovuto calo pandemico. E poi la nuova esplosione: dai 20 miliardi del 2021 ai 60 miliardi del 2024. E qui le banche, rispetto a assicurazioni e società d’investimento, la fanno da padrone.

Il panorama italiano del buyback: grandi banche e grandi industrie

Le operazioni di buyback e di redistribuzione degli utili hanno interessato tutte le banche europee, come detto. E in questo panorama non potevano esimersi i colossi italiani. Come sottolineava nelle scorse settimane il Corriere della Sera, Unicredit, uno dei principali utilizzatori di questo strumento, ha deliberato piani di buyback per 5,6 miliardi di euro nel 2023 (di cui 4,2 eseguiti nel 2024) e 4,9 miliardi nel 2024 (1,7 miliardi già realizzati). Intesa Sanpaolo nel 2023 ha deciso il riacquisto di 1,7 miliardi di azioni proprie e sta portando a termine il piano. Mediobanca, come scritto sopra, ha invece deliberato buyback per circa 200 milioni nel 2023, e per 385 nel 2024.

Ma non sono solo le banche ad approfittare dei vantaggi loro concessi dalla politica monetaria della Bce e a ricomprare le proprie azioni. Il colosso energetico Eni ha già eseguito riacquisti azionari per 2,2 miliardi di euro nel 2023 e per 1,6 miliardi nel 2024. E sta seriamente pensando di aumentare di mezzo miliardo la cifra dell’anno in corso. Stellantis ha appena annunciato a inizio agosto la partenza della terza tranche del suo programma di buyback da oltre 1 miliardo di euro. Sempre a inizio agosto Saipem (energia e infrastrutture) ha annunciato un buyback per 40 milioni. Mentre il piano di EssilorLuxottica si assesta sugli 830 milioni. Numeri lontani da quelle delle banche, che più di tutte hanno approfittato dell’attuale situazione economico-finanziaria, ma certo non da buttare.