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Stipendi e carriera, per i Millennials contano meno dell’ambiente di lavoro

Un'indagine Randstad ha evidenziato le motivazioni degli europei sulla scelta di un'occupazione: italiani in controtendenza sull'importanza attribuita ai "benefit" non economici

Alexander Damiano Ricci
Donna al lavoro nel Centro telelavoro di Rovereto. Il Trentino ha da tempo incentivato la possibilità per i dipendenti della Provincia autonoma di lavorare da casa o da centri appositi sparsi sul territorio. Un modo per migliorare la qualità di vita e decongestionare le strade. FOTO: Luca Bolli - archivio GreenPress EnvironMedia
Alexander Damiano Ricci
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In luglio Randstad ha reso pubblico il rapporto Global Employer Brand Research relativo al 2019 , che delinea i risultati di un sondaggio globale basato su interviste a 200mila adulti in età lavorativa in 32 paesi. Il sondaggio è finalizzato a comprendere il comportamento strategico delle persone nel mercato del lavoro. Randstad, una multinazionale specializzata in risorse umane, sostiene che lo studio copre il 75 per cento dell’economia globale.

In termini di metodologia, il campione della popolazione è di età compresa tra i 18 e i 65 anni, ed è rappresentativo di entrambi i sessi Mentre la coorte di età tra i 25 e i 44 anni è sovrarappresentata, la popolazione presa come campione comprende studenti, lavoratori e forza lavoro senza lavoro. Le interviste sono state svolte online tra dicembre 2018 e gennaio 2019.

Sulle motivazioni, divario Nord-Sud Europa

L’indagine cerca di comprendere le ragioni che inducono le persone ad accettare le offerte di lavoro. Sulla base di questo obiettivo, agli intervistati è stata data una serie di “ipotetici motivi” da cui potevano delineare le loro priorità.

Concentrandoci sui stati membri dell’Unione europea, abbiamo creato due tabelle.

  • La figura 1 mette in evidenza, per ciascun paese, le priorità dei lavoratori quando scelgono un nuovo datore di lavoro.
  • Nella figura 2 sono state invertite le variabili, al fine di mostrare le differenze tra gli Stati membri riguardo alle priorità della popolazione attiva.

Stipendi e benefit interessanti” è la ragione numero uno in tutti i paesi, con la notevole eccezione di Italia e Svezia. In questi due Stati membri, questa caratteristicasi classifica rispettivamente terza e quinta. Altri elementi, come ad esempio “una piacevole atmosfera di lavoro” e di “l’equilibrio tra vita e lavoro” sono ritenuti più importanti. Questo risultato è piuttosto significativo, se si considerano le realtà economiche e culturali che differenziano gli stati membri del Sud Europa da quelli scandinavi.

Con il secondo grafico vediamo che la Spagna è il paese dove l’equilibrio tra vita e lavoro è più importante. “La sicurezza del posto di lavoro” è relativamente più importante in Lussemburgo e in Germania rispetto ad altri paesi.

Randstad fornisce molti altri indizi sul ragionamento strategico dei lavoratori. Ad esempio, si spiega che, a livello globale, «quasi 7 lavoratori su 10 rinuncerebbero a una parte del loro stipendio in cambio della certezza del lavoro».

La differenza tra Boomers e Millennials

Un altro punto di vista interessante attraverso il quale possono essere analizzati i dati è la prospettiva intergenerazionale. Randstad sostiene che «i boomers ritengono più importante la sicurezza del posto di lavoro», anche se «i milllennial sono più disposti a rinunciare a parte del loro stipendio per la sicurezza del posto di lavoro».

Secondo gli autori dello studio, «questa preferenza può essere attribuita a sviluppi come l’incertezza economica globale, la trasformazione digitale e l’ascesa dell’automazione e dell’intelligenza artificiale».


* L’articolo originale è stato pubblicato su VOXEUROP nell’ambito del progetto EDJNet. Licenza: Attribution 4.0 International (CC BY 4.0). Traduzione di: Andrea Torsello | VoxEurop.