Più povertà e solitudine: la Comunità di Sant’Egidio fotografa il Natale 2024
Per affrontare povertà e solitudine, la Comunità di Sant'Egidio organizza i pranzi di Natale 2024 e pubblica la Guida per chi non ha una casa
Molto più soli, molti più poveri. La fotografia che la Comunità di Sant’Egidio fa del nostro Paese non riflette l’immagine di crescita e stabilità che il governo sta diffondendo. Quasi il 10% della popolazione nazionale, 5,7 milioni di persone, vive in povertà assoluta. Si tratta di 2 milioni e 200mila famiglie. Il dato è quasi triplicato rispetto a 16 anni fa, quando le italiane e gli italiani in stato di fragilità dal punto di vista sociale erano il 3,6%. Ancora una volta il Sud e le isole sono le zone maggiormente interessate ma, adesso, anche le regioni settentrionali sono colpite.
«Un italiano su dieci non ha i mezzi necessari per vivere una vita dignitosa»
A dispetto di ogni propaganda, «i dati Istat e della Caritas – ha detto Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio – sono incontrovertibili. Un italiano su dieci non ha i mezzi necessari per vivere una vita dignitosa». I numeri sono stati diffusi nella conferenza stampa di presentazione della trentacinquesima edizione della guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi” a Roma 2025.
Impagliazzo ha sottolineato che povertà, esclusione sociale e solitudine vanno a braccetto. E ha consegnato al governo una lista di interventi urgenti. «Il ministero della Salute implementi la legge 33 per l’assistenza socio-sanitaria degli anziani con i decreti attuativi», ha chiesto. Premendo anche per l’estensione dell’assegno di inclusione a più fasce d’età e anche a persone che non hanno figli. «La Repubblica, con l’articolo 3 della Costituzione – ha spiegato – ci dice che vanno rimossi gli ostacoli a una vita dignitosa. Noi ci siamo per farlo, chiediamo agli enti locali e allo Stato di fare la propria parte».
La solitudine accresce la povertà
Non c’è solo la povertà: cresce il numero di persone sole. Secondo i dati diffusi dalla Comunità di Sant’Egidio, in molte grandi città quasi la metà della popolazione vive in solitudine. A Roma, per esempio, il 45,2% delle famiglie ha un solo componente. E più siamo soli, meno riusciamo a destreggiarsi con gli ostacoli materiali che incontriamo ogni giorno. Una situazione che riguarda spesso le persone anziane, ma non solo. Invecchiamo, ci trasferiamo, ci isoliamo: nel nostro Paese le reti sociali si indeboliscono fino a scomparire. Le istituzioni possono e dovrebbero intervenire: troppo spesso lasciano vuoti riempiti grazie all’impegno volontario di tante e tanti.
Si possono eliminare gli ostacoli economici e burocratici che rendono complicate le vite dei più fragili. La proposta della Comunità di Sant’Egidio è quella di creare nuovi centri di prossimità: strutture che orientino la cittadinanza, forniscano aiuto immediato e personalizzato. Spazi, ha spiegato Impagliazzo, «sul modello delle Case dell’Amicizia di Sant’Egidio, essenziali per fornire assistenza concreta alle persone in difficoltà». Luoghi che rispondano a esigenze concrete, affrontando bisogni per cui le istituzioni latitano. «Durante la pandemia abbiamo cominciato con la distribuzione di pacchi alimentari e di vestiti ma poi ci siamo fatti carico anche degli altri bisogni delle persone che si rivolgevano a noi: orientamento al lavoro, consulenza legale e per l’assistenza sociale e previdenziale, orientamento sanitario, ricerca abitativa».
La guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi” a Roma 2025 della Comunità di Sant’Egidio
La conferenza stampa è stata anche l’occasione per presentare la guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi” a Roma nel 2025, uno strumento giunto alla trentacinquesima edizione. Il libro fornisce un elenco puntuale di servizi, pubblici e privati, che possono essere utili a persone in difficoltà. Raccoglie anche informazioni utili per affrontare la burocrazia e accedere a servizi come residenza anagrafica, assistenza sanitaria, lavoro, formazione professionale, prestazioni assistenziali, alloggi, pensioni, eccetera.
Le 280 pagine della guida segnalano 43 associazioni impegnate in servizi per strada, 34 mense, 37 dormitori, 6 ostelli, 3 case di accoglienza, 27 luoghi in cui potersi lavare, 76 centri d’ascolto, la fitta rete di distribuzioni itineranti in 60 quartieri a Roma, Anzio, Civitavecchia, S. Marinella, Fiumicino, Monterotondo, Guidonia, Tivoli. Lo strumento è pubblicato anche a Napoli, Genova, Padova, Milano, in molte città europee e a Buenos Aires, in Argentina.
Roma, la capitale delle diseguaglianze e il grande freddo
Roma è una città caratterizzata da forti disuguaglianze ma anche da una grande concentrazione di servizi, come quelli segnalati dalla guida. Strutture di accoglienza, reti di volontari, gruppi attivi nella denuncia e nel contrasto di fenomeni più o meno emergenti che stanno rendendo la vita nella capitale sempre più difficile. L’emergenza abitativa sembra aggravarsi da mesi, sempre più persone hanno bisogno d’aiuto che spesso trovano solo nelle reti di attivazione della società civile. Impagliazzo rilancia la proposta di una moratoria degli sfratti per l’Anno Santo: «Il Giubileo può essere un’occasione importante per contrastare la precarietà abitativa». Invita inoltre la comunità ecclesiastica a raccogliere l’invito di Papa Francesco ad «aprire le case della Chiesa» a chi ne ha bisogno.
La preparazione del Giubileo ha già previsto interventi nella direzione del supporto ai più fragili. San Pietro si affolla di tende dedicate alle persone senza dimora e fornisce la possibilità di docce calde e luoghi di accoglienza. Sulla città, tuttavia, incombe il fantasma degli inverni passati: ogni anno il freddo investe Roma come se fosse la prima volta. Ogni volta che le temperature scendono si parla di emergenza, e a farne le spese sono le tante e i tanti che una casa non ce l’hanno. A volte pagano con la vita l’inefficienza istituzionale. Secondo Impagliazzo la città quest’anno è meglio preparata rispetto ai precedenti. I posti nelle tensostrutture allestite dall’assessorato alle Politiche sociali sono più numerosi rispetto al passato, ma sono comunque troppo pochi. «Per questo è necessario che realtà laiche e religiose si mobilitino per integrare i servizi offerti dall’amministrazione. Le istituzioni non possono fare tutto da sole, serve sinergia», ha ribadito.
Le iniziative di solidarietà per il Natale 2024 in Italia e nel mondo
Come ogni anno, la sera del 24 dicembre la Capitale ospiterà diverse cene di Natale itineranti, organizzate in stazioni e luoghi di ritrovo delle persone senza dimora. Il giorno di Natale sarà la volta dei pranzi di comunità che, in tutta la città, raccoglieranno 20mila ospiti tra volontari e partecipanti. Molti anche i momenti di socialità, come la grande festa con i poveri di Santa Maria in Trastevere che prenderà il via a mezzogiorno del 25 dicembre.
Il pranzo di Natale con i poveri quest’anno raggiungerà 70 Paesi tra Europa (oltre all’Italia, Spagna, Germania, Russia, Austria, Ungheria, Romania, Francia, Portogallo, Ucraina, Belgio…), Americhe (Salvador, Messico, Argentina, Guatemala, Cuba, Stati Uniti…), Africa (Mozambico, Togo, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Camerun, Tanzania, Uganda, Congo, Malawi, Nigeria…), Asia (Indonesia, Filippine, Cambogia, Pakistan…). Dal Natale 1982 quando, per la prima volta, alcuni poveri furono accolti nella basilica di Santa Maria in Trastevere, il banchetto si è allargato fino a 80mila persone in Italia e 250mila nel mondo. In Italia le città coinvolte sono Genova, Messina, Bari, Milano, Firenze, Torino, Novara, Napoli, Padova, Catania, Pescara, Palermo, Trieste, Bologna.
Presentata infine la campagna della Comunità di Sant’Egidio “A Natale aggiungi un posto a tavola” con il numero solidale 45586. Si può chiamare da telefono fisso per donare 5 o 10 euro, o inviare un sms per una donazione di 2 euro.
L’anno della Comunità di Sant’Egidio in numeri
Il 2024 ha visto la Comunità di Sant’Egidio impegnata in diversi servizi volti al contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. In tutta Italia sono stati distribuiti 250mila pacchi alimentari, di cui quasi la metà nelle 28 Case dell’Amicizia esistenti a Roma. 120mila i pasti distribuiti nelle mense delle comunità a Roma, Genova, Novara, Frosinone e Lucca; 200mila le cene itineranti, 32mila i capi di abbigliamento distribuiti.
In campo anche strumenti a contrasto dell’emergenza abitativa. «Bisogna mettere insieme chi ha bisogno di una casa con i tanti costruttori e le tante case vuote nel nostro Paese», ha detto Impagliazzo. Ricordando anche come le iniziative di co-housing abbiano salvato tante persone dalla strada e dalla povertà. Solo a Roma, negli ultimi anni, 1.200 persone hanno trovato una casa e hanno così ricominciato a lavorare o a percepire la pensione.