Il costo della guerra per le banche europee

Si stima che gli istituti bancari europei abbiano già perso più di 5 miliardi di euro dall’inizio della guerra in Ucraina

Unicredit © Julien Rocheblave/Unsplash

Più di 5 miliardi di euro. E solo nel primo trimestre dell’anno. Ecco il costo della guerra per le banche europee calcolato dal quotidiano economico francese Les Echos a partire dai dati trimestrali appena pubblicati. Il calcolo tiene conto delle rettifiche e degli accantonamenti prudenziali per fronteggiare perdite ed eventi eccezionali. Quelle che ci hanno rimesso di più sono le italiane, subito seguite dalle francesi. La maggior parte di queste perdite sono nei confronti di controparti russe colpite dalle sanzioni occidentali. Solo una piccola quota è legata a controparti ucraine.

100 miliardi di esposizione totale

A fine marzo, il presidente del Consiglio di vigilanza della Banca centrale europea, Andrea Enria, in un’audizione alla commissione ECON del parlamento europeo, ha dichiarato che l’esposizione totale delle banche europee nei confronti della Russia è di circa 100 miliardi di euro. Di questi, solo una piccola porzione è legata a soggetti sanzionati. Enria ha rassicurato che si tratta di una cifra sotto controllo e che non dovrebbe mettere a rischio la stabilità finanziaria europea.

Ma se è vero che per ora le banche europee ci hanno rimesso “solo” 5 miliardi a fronte di 100, questo significa che il costo totale della guerra per gli istituti finanziari è probabilmente destinato ad aumentare.

Il triste primato delle banche italiane (e francesi)

UniCredit e Intesa SanPaolo sono la prima e la terza banca europea ad averci rimesso di più. Rispettivamente 1.300 e 801 milioni di euro (poco meno degli 834 milioni dell’olandese ING al secondo posto). Numeri destinati a crescere, dato che sono tra le banche più esposte a livello europeo. Anche a causa della scelta di rimanere molto presenti sul mercato russo anche dopo l’annessione della Crimea nel 2014.

Secondo l’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, l’esposizione della banca si è ridotta di oltre due miliardi rispetto all’inizio del conflitto. Ma la perdita massima a cui può andare incontro è ancora di 5,2 miliardi (contro i 7,4 di febbraio). La cifra tiene conto sia dei prestiti concessi nel Paese euroasiatico, sia del valore della controllata UniCredit Bank Russia. Per la quale la banca milanese – secondo un’indiscrezione di Bloomberg – avrebbe ricevuto delle offerte di acquisto da parte di soggetti russi.

Al quarto, quinto e sesto posto troviamo tre banche francesi – Crédit Agricole, BNP Paribas, Société Général – le cui perdite totali raggiungono quasi 1,4 miliardi di euro. Poco più di UniCredit da sola. Guarda caso, Italia e Francia (e Austria) sono i paesi maggiormente esposti verso i due paesi in conflitto. La perdita di Société Général – che per ora si attesta a 354 milioni di euro – non tiene conto della cessione della filiale russa del gruppo appena conclusasi. Nei giorni scorsi, infatti, è stata ultimata la vendita di Rosbank e di alcune sussidiarie assicurative alla società di Vladimir Potanin, uno degli oligarchi più ricchi del Paese. Vendita che costerà al gruppo francese ben 3,2 miliardi di euro.