“Confine di Stato”. Una cartolina dalla Svizzera del denaro nascosto
"Confine di Stato" è una trama che scorre parallela ai flussi di denaro che per decenni hanno varcato la frontiera tra Italia e Svizzera
Cosa è che può dare il vero brivido della trasgressione, quella scossa che ti fa sentire potente, spudorata, libera? Forse il sesso, sicuramente il denaro. È di quest’ultimo che si parla, in “Confine di Stato” di Isabella Venturi. Di soldi di carta, di montagne di soldi che hanno preso la strada dall’Italia alla Svizzera, per essere “messi al sicuro”.
Decenni di capitali che transitano in segreto tra Italia e Svizzera
Un flusso continuo, dagli anni Sessanta, tra crisi di petrodollari, assassinio di Aldo Moro, il timore dell’avvento dei comunisti al governo. Fino alla fine del segreto bancario, processo iniziato nel 2014 e pienamente attivo dal 1 gennaio 2017. Da quel momento gli istituti di credito hanno iniziato a raccogliere i dati sui clienti con domicilio fiscale all’estero, in modo da condividere le informazioni con le autorità fiscali svizzere e del Paese in questione.
Precedentemente la Confederazione forniva informazioni bancarie solo se avveniva una richiesta specifica da parte di uno Stato, nell’ambito delle cosiddette convenzioni sulla doppia imposizione. Ma l’onere della prova spettava alle autorità, che dovevano dimostrare l’effettiva evasione fiscale, rendendo quindi la cooperazione non garantita. Borse, macchine, zaini pieni di soldi, frontiere da valicare e riunioni vista lago di Lugano.
Un’ottantenne pluriomicida e una trama da thriller
Isabella Venturi parla di questa sporca, triste storia attraverso una ottantenne pluriomicida, che decide di raccontare la sua vita e spiegare il suo gesto, per tutti incomprensibile, a una giovane, ingenua giornalista satirica.
È un libro pieno di colpi di scena, con una trama che tieni avvinti alla pagina. Si parla di emancipazione, di perdita dell’innocenza. Ma anche di riacquistare un’innocenza perduta. Di cosa voleva dire essere una donna ambiziosa nel secondo dopoguerra nel mondo della finanza. Le scelte per essere libera, i compromessi a cui sottostare, la corazza da indossare.
Sono le figure femminili che marcano la storia di “Confine di Stato”. Sono due donne coraggiose, molto diverse, che scoprono la forza dell’amicizia e dell’intimità. E soprattutto che, per cambiare le cose e, anche, un pezzettino di mondo, non si può stare da sole. Le relazioni, i legami, le azioni, le scelte fatte nel passato, pensate nel presente, sono le vere azioni di cambiamento.
La sonnolenta efficienza di Lugano
E poi c’è Lugano, città apparentemente sonnolenta, elegante, con il lago e gli alpeggi vicini. Una città in cui tutto è estremamente efficiente (un italiano si stupirà della velocità burocratica di certi momenti, nella trama del libro) e dove si trova una soluzione per qualsiasi problema finanziario si debba risolvere; e di problemi, in questa storia, ne capitano a bizzeffe. Problemi risolti sempre con grande understatement e professionalità. Anche i poliziotti, sono gentili. Ancor più i medici.
Eppure in quella Svizzera si sente il gelo della crudeltà del denaro. La bramosia dei soldi. Come unico metro di giudizio e senso della vita. Un gelo da cui alcuni personaggi del libro sono scappati, cercando sogni o semplicemente altre possibilità, e contro cui altri personaggi vogliono lottare.
È un libro che si legge tutto d’un fiato, con piacere, divertimento e gusto. Si scoprono meccanismi finanziari con chiarezza grazie ai numerosi eventi che si susseguono. Ve lo consigliamo. Anche perché i diritti d’autore Isabella Venturi li ha devoluti a Fondazione Finanza Etica.