Il fair play finanziario e quello che non si racconta sulla Roma (Volume Due)

Altro che fair play finanziario che blocca il mercato. La Roma è un veicolo finanziario vuoto, costruito per fare altre speculazioni

Il fair play finanziario e la Roma © BalkansCat/iStockPhoto

Come abbiamo visto nella puntata precedente il Protocollo di sostenibilità della Uefa, che per comodità continuiamo a chiamare fair play finanziario, è iniquo e classista. Permette a chi ha più soldi di continuare a spendere e indebitarsi sempre di più. E chi ne ha meno invece è destinato a scomparire. A volte però questo fair play finanziario è utilizzato come scusa. Una scusa per imbastire una narrazione che nasconde invece tutta una serie di speculazioni finanziarie e immobiliari. E questo è il caso della Roma.

La situazione della Roma: una narrazione che non torna

La società dei Friedkin, attraverso media compiacenti, da anni racconta di non potere costruire una grande squadra per colpa dei limiti imposti dalla Uefa. La verità invece è che la Roma viene utilizzata esattamente per il motivo per cui era stata comprata: farne un veicolo finanziario vuoto da riempire e svuotare con altre operazioni collaterali. Per capire bene la situazione, innanzitutto vanno chiarite un paio di cose.

Quando nel 2020 la Roma passa per circa mezzo miliardo ai Friedkin non diventa di proprietà della famiglia, attraverso il famoso Gruppo Friedkin attivo principalmente nel automotive. Diventa proprietà di un veicolo finanziario creato all’uopo nel paradiso fiscale del Delaware: il Romulus and Remus Investments LLC che acquista prima la maggioranza e poi l’intero pacchetto del club. La Roma è quindi di proprietà di un veicolo finanziario non quotato in Borsa. Così come l’Everton che i Friedkin hanno acquistato tramite un altro fondo di private equity creato all’uopo: Roundhouse Capital Holdings Limited.

Il player trading usato per altri scopi

La seconda favola da demistificare è che la Roma per colpa dei paletti e delle multe del fair play finanziario abbia avuto il calciomercato bloccato. Non potendo comprare i calciatori che voleva. Senza contare le operazioni in corso, a guardare il portare Transfermarkt nella stagione 2024-25 il calciomercato della Roma ha un saldo negativo di 97 milioni. A fronte dei 127 spesi (30 Dovbyk, 25 Soulé, 23 Le Fée) e dei 30 incassati. Nel 2023-24 ha un saldo di più 56. Nel 2022-23 di più 72. E ancora nel 2021-22 di meno 114 e nel 2020-21 di meno 26. Insomma, prima di quest’estate la Roma dei Friedkin ha un saldo negativo di oltre cento milioni nella compravendita di calciatori.

Che abbia comprato bene o male è un altro discorso. O meglio, a cosa sia servito spendere tutti questi soldi sul calciomercato è un altro discorso. Dato che, come raccontato su Valori, i Friedkin per il calciomercato si servono di determinate agenzie che gestiscono cartellini e diritti di immagine dei giocatori, agenzie che in qualche modo sono controllate o sono in affari con lo stesso gruppo. In questo modo quelle che possono apparire come delle perdite sul bilancio del club giallorosso diventano dei guadagni altrove, per altre società dello stesso padrone. Altro che opzioni limitate, altro che operazioni sbagliate.

I bilanci in negativo della Roma

Questo spericolato utilizzo del player trading si traduce anche in termini di bilanci in rosso. Meno 185 milioni nel 2020-21. Meno 219 milioni nel 2021-22. Ancora un meno 103 nel 2022-23 e un meno 81 nel 2023-24, l’ultimo di cui si abbia notizia. Questo anche perché, oltre allo strano player trading, in cui come visto ha un saldo negativo, la Roma non si qualifica alla Champions League dal 2019. E questo provoca di un mancato guadagno che oscilla tra i 20 e i 60 milioni l’anno.  Ma non è finita qui: i debiti superano i 600 milioni. Qui si entra però nella dimensione finanziaria. Proprio perché il club giallorosso non è controllato dal Gruppo Friedkin ma da un veicolo finanziario con sede in un paradiso fiscale.

E gli aumenti di capitale fantasma

Ora, a dispetto della vulgata corrente per cui i Friedkin avrebbero investito oltre 1 miliardo nella Roma, un’inchiesta uscita a gennaio di Open rivelava che quest’anno i Friedkin non avrebbero operato il previsto aumento di capitale da 520 milioni, rinviandolo al prossimo anno. La risposta del club, riportata da Dagospia, è che proprio per la particolare struttura proprietaria del club la delibera di capitale è sempre aperta e sempre rinviabile. Non una grande rassicurazione. Perché il capitale della Romulus and Remus Investments LLC che controlla la Roma ammonta a 93 milioni. A fronte degli 81 milioni di saldo negativo in bilancio di cui sopra. E soprattutto di un patrimonio netto consolidato in negativo di oltre 400 milioni.

E di nuovo, non è finita qui. Gli aumenti di capitale versati finora da Romulus and Remus investments Llc, nell’ordine dei 330 milioni, sono serviti solo a rimborsare la leva utilizzata per l’acquisto del club nel 2020. Ovvero l’acquisto a debito del club da un altro fondo, quello riconducibile al Fenway Sports Group Holdings LLC (vedi “la Roma di James Pallotta”) che controlla ancora oggi il Liverpool. E la conversione di parte dei debiti del club come versamenti in conto futuro aumento di capitale ha portato la cifra di questa riserva a oltre 500 milioni. Ora, è vero che questi tecnicamente non sono per forza debiti, ma volendo anche sì. E quindi i debiti del club potrebbero essere considerati non più in 600 milioni, ma di oltre 1 miliardo.

La Roma è un veicolo finanziario vuoto, costruito per altre speculazioni

Detto ciò, è evidente che i tre milioni di multa dati quest’anno dalla Uefa si riferiscono alla gestione corrente del club. E non alla strana composizione alchemica del club. Così come è evidente che il fair play finanziario della Uefa è iniquo e classista. Ma non è certo questo il problema della Roma. Il problema è che, come Milan, Inter e altre decine di squadre in giro per l’Europa, la Roma è un contenitore vuoto, comprato a debito e riempito di debiti, per facilitare altre operazioni finanziarie. Dal player trading alle scommesse sui futuri diritti televisivi. Fino alla costruzione di nuovi impianti sportivi e alle speculazioni finanziarie da esso derivate.

E infatti non solo i Friedkin hanno aperto alle multiproprietà, attraverso il controllo dell’Everton, ma è chiaro che la vera partita finanziaria si gioca intorno alla costruzione del nuovo stadio a Pietralata. Il punto di arrivo di ogni speculazione calcistica. Questa è la situazione assai poco raccontata della Roma. E la ragione delle sue limitazioni sul calciomercato. Altro che non essere in grado di comprare un attaccante perché troppo onesti, o troppo stupidi, per sfuggire alla morsa fair play finanziario.

Fine della seconda e ultima parte

1 Commento

  • A

    Alessio Rosso

    non è scrivendo 2 verità su come si veicola una ltd rispetto alla società madre poi si può riempire il resto dell'articolo di cagate... ad oggi la Roma ha un patrimonio netto negativo, unico dato su cui contestare la solidità del club, per il resto è la società con più solidità e sostenibilità a livello di garanzie a disposizione per qualsiasi banca volesse accompagnare un progetto finanziario... J. P. Morgan ringrazia e ti saluta tanto

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