Fusioni bancarie: un risiko che esclude milioni di italiani
In Italia le fusioni bancarie accelerano: chiudono due filiali al giorno. Cresce l’esclusione finanziaria, colpendo PMI, territori fragili e milioni di cittadini
“Risiko bancario”. Chi di noi non ha letto decine di volte questo titolo sui quotidiani o i siti di informazione? L’espressione è ormai entrata nell’uso comune, e viene utilizzata in ogni situazione in cui un gruppo bancario compra, o cerca di comprare, quote rilevanti di un’altra banca.
Fusioni e acquisizioni bancarie: la logica della competitività
Un recente articolo di Les Echos fa il punto sulle operazioni di fusione e acquisizione tra banche, citando in particolare la situazione italiana. Il tentativo sia di Unicredit sia di Monte dei Paschi di Siena di acquisire il controllo di BPM, banca che ora potrebbe finire nell’orbita di Crédit Agricole, suo primo azionista. Nel frattempo rimane in piedi «la battaglia per il controllo di Commerzbank» da parte della stessa Unicredit mentre Monte dei Paschi punta su Mediobanca, dopo che sembra fallito il progetto tra Mediobanca e Banca Generali.
Se la situazione in Italia appare decisamente complessa, operazioni simili si registrano in tutta Europa. È un fenomeno che va avanti da tempo, ma con un’accelerazione nell’ultimo periodo. Come segnalato nell’articolo, assistiamo a un «consolidamento bancario europeo, voluto dai supervisori». In poche parole, sempre meno gruppi bancari, di sempre maggiori dimensioni. Ma perché non solo le stesse banche ma anche i supervisori e spesso i decisori politici vanno in questa direzione? Il motivo centrale è riassumibile nella parola onnipresente in ogni dichiarazione, decisione o politica europea: la competitività.
Le PMI penalizzate dalle fusioni: credito sempre più difficile
Siamo impegnati in una gara contro le altre potenze economiche, Cina e Stati Uniti in testa. Una gara che interessa in primo luogo le imprese multinazionali. Servono quindi banche che possano fornire i servizi adeguati. Ovvero banche di grandi dimensioni per imprese che affrontano la concorrenza globale. In secondo luogo, le stesse banche europee sono in concorrenza con le omologhe del resto del mondo, e devono quindi diventare sempre più grandi per affrontare questa competizione.
Peccato che in questo modo si perda per strada una parte rilevante del sistema economico, soprattutto in un Paese come l’Italia in cui l’ossatura produttiva è costituita da piccole e medie imprese. Le necessità di una multinazionale non sono quelle di un artigiano, di una cooperativa o di una azienda di piccole dimensioni. Soggetti che sempre più spesso possono trovare difficoltà rilevanti ad accedere anche ai servizi finanziari di base. Un rischio particolarmente sentito in alcune aree geografiche del nostro Paese.
Esclusione finanziaria in Italia: chi resta fuori dal credito
Una ricerca pubblicata lo scorso anno da Fondazione Finanza Etica fa il punto sull’esclusione finanziaria in Italia, con dati decisamente allarmanti, soprattutto al Sud. Nel nostro Paese – ma i dati sono simili in quasi tutti i membri dell’UE – in media chiudono due filiali bancarie al giorno. Oltre quattro milioni di italiani abitano in Comuni in cui non c’è nemmeno una filiale. Ed è davvero difficile pensare che i servizi on-line possano compensare tale andamento, in un Paese con una popolazione anziana e poche competenze digitali. Mancato accesso al credito e ad altri servizi finanziari si traduce spesso in crescita dei fenomeni di usura e della criminalità organizzata.
Per questo servirebbe al contrario un sistema bancario estremamente diversificato, in grado di rispondere efficacemente ai bisogni di diversi soggetti e settori economici. Una sorta di “biodiversità bancaria” dove convivono il grande gruppo e soggetti di piccole dimensioni. Peccato che negli ultimi anni ci si sia mossi in direzione diametralmente opposta. Regole a taglia unica, una pressione per incentivare un processo sempre più spinto di fusioni e acquisizioni, sempre meno banche di dimensioni sempre maggiori.
In questo senso, anche se probabilmente non è il significato voluto, ha davvero senso parlare di “Risiko bancario”. Un’espressione molto più azzeccata di quanto non si pensi di solito. Come nel famoso gioco che simula una guerra globale, il più grosso raggiunge il proprio obiettivo. Tutti gli altri ne escono perdenti.

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