Elezioni europee, i temi scabrosi che rischiano di passare sotto silenzio

La campagna elettorale per le Europee 2019 è di fatto partita. Ma difficilmente si parlerà delle questioni più spinose che stanno snaturando i valori fondanti della Ue

Roberto Ferrigno
Roberto Ferrigno
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Potrei scrivere della campagna elettorale per le elezioni europee del maggio 2019, che è ormai, di fatto, in pieno svolgimento. Potrei affermare l’ovvio: il candidato favorito alla presidenza della prossima Commissione europea è il tedesco bavarese Manfred Weber, presidente del più numeroso gruppo politico del Parlamento europeo, il PPE. Weber è appoggiato da Angela Merkel e da tutti i partiti cristiano-democratici europei.

Il discorso di accettazione di Manfred Weber come candidato PPE alla presidenza della Commissione Ue nel 2019Potrei continuare, affermando che il laburista olandese Frans Timmermans, attuale primo vice-presidente della Commissione, candidato del gruppo socialdemocratico, non ha alcuna possibilità contro la ben rodata macchina del consenso tedesca, anche perché il lento suicidio dei socialdemocratici europei prosegue inarrestabile, a tutti i punti cardinali dell’UE.

Ignorerei infine la strana coppia Macron-Verhofstadt. Il primo è ormai in caduta verticale di consenso in Francia, dove gli ultimi sondaggi lo danno intorno al 21%. Il secondo, belga e leader del gruppo dei liberali – ALDE – il quarto più numeroso nell’emiciclo a Strasburgo, di consensi non ne ha mai avuti molti ed è generalmente considerato poco influente oltre i confini del Parlamento europeo. Quello che più li accomuna è l’ossessione del “pericolo” russo.

I fattori imponderabili

Uniche incognite: il tasso di astensionismo e l’ampiezza di consenso dei partiti della destra francese, italiana e tedesca e, sempre caso unico, del M5S. I cosiddetti “populisti” o, in maniera del tutto fuorviante, “sovranisti”.

Le due variabili sono sicuramente collegate, in quanto si prevede che se il tasso di partecipazione al voto – 42,61% nel 2014 – si manterrà basso, i “populisti” potrebbero rivelarsi gli unici veri vincitori. Ma tutto questo, condito con le inevitabili accuse alla Russia di “interferire” e “manipolare” le elezioni, ci verrà somministrato dai media europei ufficiali nei prossimi 7 mesi.

Ciò che passerà sotto silenzio

Quello che invece non sarà rivelato è che, nel frattempo, l’Ue – con unanime consenso di tutti i suoi governi – prosegue la sua marcia verso l’instaurazione di un regime di sorveglianza totale centralizzato, la militarizzazione delle proprie frontiere e della gestione dei migranti, la soppressione del dissenso nei social media con la scusa di contrastare la “disinformazione” e “l’ingerenza” russa e, in ultimo, il supino allineamento alle strategie di espansione e minaccia della Nato.

La rete di Ong e think tank che aiutano la schedatura di massa in Europa

Quest’ultimo, tra l’altro, implica l’appoggio incondizionato al governo ucraino ed ai gruppi neonazisti che lo fiancheggiano, tra i cui membri si trovano anche terroristi islamici che hanno ricevuto la nazionalità ucraina e che oggi, grazie al regime facilitato dei visti elargito da Bruxelles, possono circolare liberamente nell’UE.

Ad esempio, chi è a conoscenza che da settembre, i dati personali, l’itinerario del viaggio, il numero di carta di credito, eventuali contatti dichiarati, di ciascun passeggero di un volo sia interno che in partenza dall’UE saranno disponibili alla polizia ed Europol immediatamente dopo che le porte del velivolo vengono chiuse e prima del decollo?

Dati personali, il Grande Fratello Europeo si avvicina. Ma nessuno ne parla

Chi è al corrente che Parlamento, Commissione e Consiglio sono impegnati nel negoziato finale che potrebbe risultare in un unico database dell’UE che gestisca tutti gli archivi nazionali che includono i dati personali di 500 milioni di cittadini, oltre a quelli dei migranti identificati alle frontiere in nome dell’interoperabilità del sistema e della sicurezza interna?

E chi ci ha mai detto che la proposta di rendere obbligatorie carte d’identità biometriche a partire dai 12 anni di età, centralizzare i dati del DNA nelle mani di Europol e Interpol fanno parte di questo pacchetto? Chi è a conoscenza del cosiddetto “Intelligent Portable Border Control System”? Un insieme di software attualmente testato in alcune zone di confine Shenghen per riconoscere atteggiamenti “sospetti” attraverso l’analisi di 38 “mini-espressioni” del viso di coloro che entrano nell’UE, grazie ad un finanziamento del programma di ricerca Horizon 2020?

Il sistema di funzionamento dell'Intelligent Portable Border Control System
Il sistema di funzionamento dell’Intelligent Portable Border Control System

E intanto i valori fondanti Ue vengono insabbiati…

Qualcuno si è mai preoccupato di spiegare perché la riforma del “Common European Asylum Sistem” è bloccata ormai da più di un anno a causa dell’impossibilità da parte di tutti gli Stati membri a trovare una soluzione bilanciata ai concetti di “responsabilità” e “solidarietà”, che dovrebbero essere tra i valori fondanti della costruzione europea? E del come i governi siano d’accordo solamente sulla creazione di “centri regionali di disimbarco” in Nord Africa, dalla Tunisia, alla Libia all’Egitto e Marocco, dove si dovrebbero rinchiudere i migranti che arrivano su quelle coste? No, tutto questo ci verrà nascosto, oppure sarà relegato in qualche riga di fredda ripresa di un’agenzia stampa.

L’UE che rinnega progressivamente i suoi stessi valori fondanti, dalla libertà di espressione alla difesa dei dati personali, rimane l’unica costante nella marcia verso le prossime elezioni del maggio 2019.