Questo articolo è stato pubblicato oltre 11 anni fa e potrebbe contenere dati o informazioni relative a fonti/reference dell'epoca, che nel corso degli anni potrebbero essere state riviste/corrette/aggiornate.

La City punta sulla finanza cinese

I governi di Cina e Regno Unito hanno annunciato una serie di misure per rafforzare, tra l'altro, il ruolo di Londra come centro offshore di ...

  Dopo l’annuncio dello scorso weekend di un accordo sul nucleare e di un alleggerimento delle procedure burocratiche per il rilascio dei permessi ai turisti cinesi in ingresso nel Regno Unito, le relazioni tra Pechino e Londra sembrano essere decisamente migliorate. A lungo, infatti, erano state difficili in seguito ad un incontro tra il premier David Cameron e il Dalai Lama. Oggi, invece, Londra punta fortemente sulle partnership con la Cina, in particolare dal punto di vista finanziario. 

Nel momento in cui l’internazionalizzazione della moneta cinese, lo yuan, è considerata inevitabile in ragione della forza economica del Paese asiatico, la City londinese ha giocato d’anticipo. Il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne ha infatti rafforzato la posizione della piazza finanziaria come principale centro offshore di scambio della valuta (escludendo Hong Kong). 

Regno Unito e Cina hanno in particolare annunciato che le banche cinesi saranno autorizzate ad operare nella City con delle succursali. Fino ad oggi operavano con filiali a sé stanti, il che implicava una capitalizzazione indipendente dalle case madri. Si trattava di una scelta prudenziale, vista la necessità dettata dalla crisi di vigilare sul sistema bancario. Ma, evidentemente, Londra preferisce non farsi sfuggire i business cinesi. 

In secondo luogo è stata aumentata a 8, 2 miliardi di sterline la quota di investimenti diretti che gli istituti finanziari britannici possono effettuare su titoli quotati cinesi. Infine, i due Paesi hanno deciso che la sterlina sarà la quarta moneta a poter essere scambiata direttamente con lo yuan a Shanghai, dopo il dollaro americano, quello australiano e lo yen giapponese.