Ridaje. La startup per i senzatetto e per i giardini urbani

Dal 2019 opera a Roma Ridaje, startup che punta a formare persone senza fissa dimora, aprendo loro le porte del mercato del lavoro

Silvia Pelizzari
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Silvia Pelizzari
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Nel giugno 2019, a Roma, da un’idea iniziale di Lorenzo Di Ciaccio e Luca Mongelli, è nata Ridaje, una startup innovativa a vocazione sociale, che prova a reintegrare nella società persone senza fissa dimora, dando loro la possibilità di lavorare come giardinieri urbani.

Lorenzo Di Ciaccio aveva già esperienza nell’imprenditoria sociale. Aveva infatti fondato Pedius, il primo servizio di telefonia mobile per persone sorde. Faceva inoltre volontariato per un’associazione che dava aiuto ai senzatetto soprattutto nei mesi invernali, quando vivere per strada diventa più difficile a causa delle temperature.

Quello di cui però si accorge è che l’aiuto, pur fondamentale, si limitava all’immediato, senza portare a un miglioramento a lungo termine. Così, ogni anno ritrovava le stesse persone nella stessa situazione. Di qui l’idea di fondare una società che ragionasse come un’impresa e che al contempo avesse una missione sociale. Ma soprattutto desse una seconda possibilità ai senzatetto. Offrendo un’occupazione e dando modo di reinserirsi a livello lavorativo, trovare un’indipendenza economica attraverso un vero contratto di lavoro.

Con un lavoro e con una retribuzione, una persona può, ad esempio, ottenere una casa con un affitto regolare o aprire un conto in banca. O ancora avere il denaro necessario per prendere la patente ;e candidarsi per lavori per cui è necessario averla; insomma, offre i primi passi per una vita normale e integrata.

Dalla selezione alla formazione

La prima fase, quella più delicata, è la selezione. Non tutte le persone sono adatte o sono in grado di avere un lavoro costante e continuativo nel tempo. Molte persone hanno infatti subìto traumi, hanno problemi di dipendenza, presentano comportamenti patologici e non sono quindi in grado, in quel momento, di assumersi un impegno. In questo, essendo impossibile aiutare tutti, dare una mano a una persona “sbagliata” significa non darla a qualcuno che possiede invece i requisiti e la volontà di riprovare.

Ridaje lavora quindi a fianco di associazioni come la comunità di Sant’Egidio, con la Caritas e con i servizi sociali dei municipi di Roma. Che garantiscono i requisiti di base necessari all’assunzione in una persona che possa dotarsi di un curriculum e imparare una professione.

La seconda fase è invece quella della formazione. Ridaje offre un corso di 40 ore, tenuto da soci e insegnanti, in cui da un lato viene valutata la capacità delle singole persone di prendere un impegno, dall’altra viene garantita una formazione sia teorica che pratica nell’ambito del giardinaggio, ma anche in altri settori, proprio per ampliare il più possibile le possibilità di trovare un impiego dopo l’esperienza all’interno di Ridaje.

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Il corso riguarda anche la sicurezza sul lavoro, l’etica e la motivazione; tutti temi importanti e utili per ricominciare un’esperienza lavorativa altrove. Il contratto di assunzione previsto è di 20 ore settimanali. Un part-time quindi, e questo perché si vuole dare a ognuno la possibilità di essere sì retribuiti ma anche di avere il tempo di cercare altro, nuove possibilità e nuovi contatti per il futuro.

I contratti sono di sei mesi con un massimo di tre rinnovi. Per la maggior parte delle persone questi diciotto mesi si trasformano in un trampolino di lancio verso altre realtà lavorative. Alcune invece vengono assunte proprio in Ridaje, diventando “capisquadra” per i nuovi assunti.

Negli ultimi due anni sono quaranta le persone che sono passate da Ridaje e che sono state formate e assunte.

Cosa possiamo fare?

Sul proprio sito, Ridaje ha creato una mappa delle aree verdi adottabili e agevola i cittadini privati nell’adozione e acquisto di ore di lavoro da dedicare alle aree verdi della città. Sono infatti molte le zone verdi abbandonate nella capitale, spesso non gestite da nessuno e per le quali il Comune di Roma ha in passato indetto bandi ad hoc. Bandi che però spesso comportano molta burocrazia e requisiti che disincentivano le piccole associazioni dal partecipare.

Per questo Ridaje si offre come tramite e ha raccolto, solo nel 2021,15mila euro. Per la crescita dal punto di vista nazionale, inoltre, Ridaje è entrata a far parte della rete Custodi del bello, attivo in diverse città tra cui Brescia, Milano, Firenze.

Il fine di Custodi del bello è molto simile: mettere a disposizione un progetto in cui persone in difficoltà o emarginate vengono coordinate in squadre di lavoro con l’obiettivo di prendersi cura di luoghi pubblici come strade, piazze, parchi, giardini e monumenti.

Il futuro di Ridaje

Quando chiedo a Lorenzo Di Ciaccio quale sia il sogno per il futuro, mi risponde: «Tra le sfide c’è quella di replicare il modello di Custodi del bello in altri luoghi. Condividendo la nostra conoscenza e i nostri strumenti per iniziare nella propria città a fare quello che Ridaje fa ora a Roma. Proprio come un franchising».

«Puntiamo a fornire cioè linee guida, strumenti e assistenza per poter mettere in piedi altrove quello che ora è presente nella capitale. Nella visione generale c’è il desiderio di avere una società per azioni sociale in cui ad ogni aumento di capitale possa corrispondere l’ingresso di una nuova città. O concedere azioni a chi voglia aprire un centro del genere. Mi piacerebbe poi – ma questo è un sogno per i prossimi dieci anni – che se una società a impatto sociale riesce a dimostrare un’efficacia reale, lo Stato le riconoscesse una rendita, con dei social bond. Faccio un esempio: togliere un senzatetto dalla strada e reintegrarlo in società porta allo Stato un risparmio di 10mila euro all’anno solo di spese sanitarie. Sarebbe bello che una parte di questi risparmi fosse riconosciuta a chi si occupa di queste missioni».


Questo articolo è stato pubblicato in Storie dal futuro, la newsletter dedicata al racconto e al ritratto dei protagonisti del cambiamento che Valori.it invia ogni lunedì. Se vuoi riceverla iscriviti alla newsletter e seleziona “Economia sostenibile” tra i tuoi interessi.

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