La app che salva l’istruzione dei bimbi siriani in fuga dalla guerra

Un alleanza tra il colosso educativo Pearson e Save the Children Uk ha sviluppato una app per ridurre il dramma educativo connesso con la guerra ...

Andrea Vecci
Andrea Vecci
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Ogni anno in tutto il mondo, milioni di bambini abbandonano la scuola a causa di conflitti, disastri naturali e altre situazioni di emergenza. Tale vulnerabilità aumenta il rischio di vederli arruolati in gruppi militari, assunti nel lavoro minorile o legati in matrimoni precoci.

Il conflitto siriano ha portato poco meno di 3 milioni di bambini a lasciare la scuola. Se i numeri sono troppo astratti per rendervi conto dell’immensità della catastrofe immaginatevi la città di Roma popolata solo di bimbi che non possono istruirsi. Di quei 2,8 milioni, 2,4 milioni hanno cercato riparo – con i propri genitori o da soli – nei Paesi vicini. Un decimo (261mila) si sono rifugiati in Giordania. Solo il 60% di loro è riuscito ad integrarsi in una scuola, con risultati molto scarsi a causa delle difficoltà di apprendimento dovute allo stato d’emergenza.

Dove sono stati accolti i rifugiati siriani in Medio Oriente. FONTE: UNHCR, Banca Mondiale.

Istruzione di alto livello nonostante l’emergenza

Per contribuire ad affrontare questo problema cruciale, Pearson, il colosso mondiale dell’editoria scolastica, e Save the Children UK hanno unito le forze due anni fa per lanciare l’iniziativa Every Child Learning. Gli obiettivi di questa partnership sono quelli di fornire un’educazione di alta qualità ai profughi siriani e ai bambini delle comunità ospitanti in Giordania e, nello stesso tempo, innovare i prodotti editoriali per migliorare l’istruzione in situazioni di emergenza e conflitto. Da allora, Pearson ha investito 2,5 milioni di dollari per aprire due centri educativi ad Amman, per sviluppare nuove soluzioni digitali e per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’urgenza di migliorare l’istruzione dei bambini in situazioni critiche.

Il progetto Every child learning

I risultati fanno ben sperare

I primi risultati sono stati incoraggianti. Save the Children UK è infatti riuscita a fornire servizi educativi e didattici a circa 2mila bambini tra i 6 e i 13 anni nel primo anno e 3.750 nel secondo. Inizialmente, questo lavoro sul campo includeva un progetto di ricerca per acquisire una più profonda comprensione delle prospettive delle famiglie siriane e giordane in merito all’istruzione dei propri figli in situazioni di emergenza. I ricercatori di Pearson sono stati in grado di rimuovere gli ostacoli ad un apprendimento più efficace, al punto di aggiungere un ulteriore milione di dollari per sviluppare e testare sul campo una nuova app per l’insegnamento della matematica in situazioni di emergenza.

La app “Space Hero” è stata disegnata e testata insieme ai bambini giordani e ai rifugiati siriani di età compresa tra i 9 e i 12 anni. In questo modo hanno potuto rafforzare le proprie abilità matematiche in modo divertente e coinvolgente.

Space hero

Nella versione per adulti, la stessa app diffonde il programma pensato da Save in Children per lo sviluppo professionale degli insegnanti. In questo modo miglioreranno le relazioni tra scuole e comunità, fornendo strumenti per l’apprendimento post-scolastico e sostegno psicosociale.

L’attenzione dell’UNHCR

Nel 2017 il progetto Every Child Learning è finito sul tavolo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). L’organizzazione internazionale sta valutando, grazie ai risultati promettenti di questa pratica, la possibilità di renderla fruibile e replicabile in tutto il mondo. Obiettivo: garantire che i bambini più emarginati abbiano accesso ad un apprendimento di alta qualità, anche quando i metodi tradizionali di apprendimento non sono disponibili. Intanto per il prossimo biennio le scuole giordane che adotteranno il programma didattico educativo saranno cinque, ampliando così l’impatto del programma.

Un buon esempio di innovazione sociale

Every Child Learning è quindi un buon caso di innovazione sociale in cui sono evidenti gli impatti positivi sugli attori in gioco. Gli utilizzatori finali migliorano infatti le proprie abilità scolastiche, la comunità educativa si arricchisce di nuove competenze, la multinazionale affina i processi di ricerca e sviluppo, la Ong allarga il suo raggio d’azione e i policy makers istituzionalizzano e diffondono le buone prassi. Tutto ciò ribadisce una qualità intrinseca dell’innovazione sociale, cioè quella di voler indagare i fenomeni di soglia e di costruirci sopra, sul limite, nuove interfacce.