L’Europarlamento: se aiuta l’ambiente l’investimento è meno rischioso
La Ue potrebbe presto introdurre il concetto di "green" o "social supporting factor": favorirebbe gli investimenti delle banche in attività ad impatto sociale e ambientale
Investire in progetti che rispondano a requisiti sociali o ambientali è meno “rischioso”? Nel mondo della finanza sostenibile la risposta sarebbe scontata: “sì”. Le banche etiche, infatti, per ogni finanziamento che devono concedere, accanto ai requisiti economici del progetto da finanziare, ne verificano anche quelli sociali e ambientali. Elementi che riducono i rischi del finanziamento.
Ma per i protagonisti della finanza mainstream tale assunto non è affatto scontato. Per questo la risoluzione da poco approvata dalla Commissione per gli affari economici e monetari (ECON) del Parlamento Europeo ha un valore quasi “rivoluzionario”.
Introdurre un “fattore sociale” o “ambientale”
Lo scorso 19 giugno la Commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento Europeo ha infatti approvato una risoluzione che vincola l’EBA (European Banking Authority) a raccogliere dati per stabilire se l’introduzione di un “green and social supporting factor” sia auspicabile e giustificato dal punto di vista della normativa prudenziale sulle banche.
Un passo che, per i protagonisti del comparto della finanza etica ha un valore altissimo. Per la prima volta viene riconosciuta la possibile minore rischiosità degli investimenti socialmente responsabili e il loro possibile impatto positivo, non solo per la protezione dell’ambiente e dei diritti delle persone, ma anche per la stabilità finanziaria in Europa.
Un trattamento di favore
Ora la “palla” passa all’Autorità Bancaria Europea, che dovrà redigere un report e inviarlo alla Commissione e al Parlamento UE affinché elaborino una proposta legislativa per introdurre il “green” e/o il “social supporting factor”. Significherebbe riconoscere che gli investimenti delle banche in attività ad impatto sociale e ambientale positivo vanno incoraggiati anche attraverso un trattamento di favore dal punto di vista degli accantonamenti prudenziali richiesti dall’EBA.
“Banca Etica sta seguendo da vicino l’importante lavoro degli organismi europei che stanno studiando le potenzialità della finanza etica come acceleratore di uno sviluppo sostenibile e responsabile in Europa – ha commentato Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica – Un passo dopo l’altro l’Europa sembra sulla buona strada per riportare la finanza al servizio del bene comune, penalizzando le operazioni più speculative e premiando invece quelle volte a finanziare iniziative di interesse collettivo in campo sociale e ambientale”.