Sempre più armi italiane all’estero: autorizzazioni a oltre 7,6 miliardi nel 2024
Nel 2024 il governo ha approvato un sensibile aumento di licenze per l'export militare italiano, anche verso Paesi problematici
Anche l’industria militare del nostro Paese sta traendo profitto dal clima globale di riarmo. Lo confermano i dati sull’export militare italiano relativo al 2024, da poco trasmessi al Parlamento tramite la Relazione annuale prevista dalla Legge 185 /90. Stanno infatti crescendo in maniera significativa le autorizzazioni complessive all’esportazione. Nei prossimi anni, queste concretizzeranno un grande aumento degli incassi delle aziende produttrici di armi a seguito della vendita a Paesi stranieri.
Potrebbe essere l’ultima “vera” relazione al Parlamento sull’export militare italiano
Anche per il 2025 – come già successo l’anno scorso – va dato atto al governo Meloni di avere trasmesso la Relazione prevista dalla legge praticamente nei tempi dovuti (l’obbligo sarebbe quello di una presentazione al Parlamento entro il 31 marzo). Senza replicare i gravi ritardi degli esecutivi precedenti. Va poi considerato positivo il fatto poi che la Relazione annuale continui a essere redatta con una struttura coerente. Nonostante la sterminata mole di pagine, permette a chi la sa leggere di ottenere dati significativi. Anche perché mantiene quei piccoli miglioramenti di lettura che qualche anno fa le amministrazioni pubbliche hanno adottato anche su sollecitazione delle nostre reti, organizzazioni e campagne.
Rimane comunque una minaccia grave all’orizzonte. Se verrà confermata la modifica di legge attualmente in discussione in Parlamento, che punta a una riduzione del controllo della trasparenza, quella del 2025 potrebbe essere l’ultima Relazione annuale a riportare molti dei dati e dei dettagli cruciali per comprendere le dinamiche dell’export militare italiano. Soprattutto per quanto riguarda i dati sul sostegno degli istituti di credito agli incassi derivanti dalle esportazioni. Per tale motivo ancora una volta la Rete italiana Pace Disarmo rilancia la campagna “Basta favori ai mercanti di armi”.
Le esportazioni di armi italiane nel 2024
Nel 2024 la crescita delle autorizzazioni complessive all’export militare, cioè di quanto il governo italiano ha autorizzato a seguito di richieste di contratti di vendita sull’estero delle nostre aziende, è stata davvero rilevante. L’anno scorso il valore complessivo delle licenze rilasciate per il trasferimento di materiali d’armamento è stato di 8,69 miliardi di euro. 7,94 miliardi sono riferiti a esportazioni e intermediazioni mentre 743 milioni a importazioni (escluse le movimentazioni intra-comunitarie Ue/See).
Una valutazione rispetto al 2023 mostra una continuazione del trend di rilevante incremento delle autorizzazioni individuali di esportazione (quelle rilasciate verso singoli Paesi per sistemi d’arma specifici). Sono aumentate del 35%, per un ammontare complessivo di 6,45 miliardi di euro. Questa specifica forma di autorizzazione dell’esportazione di armi traina il totale complessivo delle pure licenze di autorizzazione di 7,7 miliardi. Ciò costituisce un aumento del 23,5% rispetto al 2023 e di ben il 57% rispetto al 2022. Ciò avviene perché subiscono solo una leggera flessione (-15%, da 1,47 a 1,23 miliardi) le Licenze globali sia di progetto che di trasferimento per co-produzioni strutturate con Paesi Ue-Nato.
Negli ultimi dieci anni il commercio internazionale di armi italiane è cresciuto del 132%
Ancora una volta le non ben chiarite (nella loro natura) autorizzazioni di intermediazione, che noi consideriamo come parte dell’export, continuano nel loro andamento altalenante con un aumento da 87 a 257 milioni (erano 397 nel 2022) rimanendo a un livello superiore della media degli anni precedenti. Le già segnalata e continua crescita delle autorizzazioni individuali spinge il dato complessivo a un nuovo aumento del totale export militare italiano del 25% complessivo. Dai 6.311 milioni di euro del 2023 ai 7.948 del 2024 (erano 5.289 milioni di euro del 2022).
I numeri confermano i trend evidenziati anche dalle recenti valutazioni del Sipri, basate su indicatori pluriennali capaci di “spalmare” l’effetto delle licenze emesse in ogni singolo anno). Queste hanno mostrato un enorme aumento tra gli ultimi due lustri del commercio internazionale di armi italiane, pari al 132%. L’Italia si colloca al sesto posto nella classifica globale per Paesi.
«Si tenta di lucrare ogni anno di più sulla crescita delle spese militari globali»
«Non siamo ancora arrivati ai picchi di una decina di anni fa, derivanti da mega contratti per sistemi d’arma molto complessi, ma il trend in continua crescita, soprattutto delle autorizzazioni individuali, ci dimostra come il tentativo sia quello di lucrare ogni anno di più sulla crescita delle spese militari globali, in particolare per sistemi d’arma», commenta Francesco Vignarca, coordinatore campagne di Rete Italiana Pace Disarmo. «È poi importante sottolineare come l’aumento significativo delle autorizzazioni individuali abbia comportato anche una crescita dello sbilancio tra esportazioni verso Paesi dell’Unione europea della Nato, che dovrebbero invece essere prioritarie, ed esportazioni fuori da queste alleanze politiche e militari dell’Italia».
Dal punto di vista delle consegne effettivamente registrate dall’Agenzia delle Dogane si confermano le tempistiche dilatate, anche per motivazioni produttive e logistiche, rispetto al momento di concessione del documento di autorizzazione. Nel 2024 le esportazioni effettive definitive hanno registrato un controvalore di 3,58 miliardi. In diminuzione sia rispetto ai 4,63 miliardi di euro del 2023, sia in relazione ai 5,5 miliardi del 2022. Siamo comunque a un livello ben superiore alla media usualmente registrata prima del 2021. E il robusto aumento complessivo delle autorizzazioni porterà a un aumento significativo di tale dato nei prossimi anni. Considerando anche Esportazioni temporanee e Riesportazioni, il totale complessivo del controvalore di armi uscite dall’Italia nel 2024 è di circa 4 miliardi di euro. Un dato significativamente minore rispetto alle “stime” di valore dell’export militare, abbastanza gonfiato, diffuse dal comparto industriale.
I Paesi destinatari delle armi italiane nel 2024
Nel 2024 il numero di Paesi destinatari delle autorizzazioni all’esportazione di armi italiane è cresciuto, raggiungendo il ragguardevole totale di 90 Stati (erano 83 e 82 nel 2023 e 2022). Probabilmente è merito dell’aumento del numero complessivo delle autorizzazioni: un salto a 2.569 contro le 2.101 nel 2023. Nel 2024, diversamente dai quattro anni più recenti, un solo Paese (l’Indonesia) ha ottenuto autorizzazioni per un valore complessivo superiore al miliardo di euro. Mentre sono 15 i Paesi con valori compresi tra 100 milioni e un miliardo di euro.
Dietro alla già citata Indonesia si collocano la Francia (591 milioni), la Nigeria (ben 480 milioni), il Regno Unito, la Germania e vari paesi Nato in pool per oltre 300 milioni ciascuno. Mentre sopra i 200 milioni si collocano Stati problematici come Emirati Arabi Uniti, Egitto, Macedonia del Nord, India e Ucraina. Come già sottolineato, il valore dei trasferimenti intracomunitari e delle esportazioni verso i Paesi Nato è si è ridotto al 44,1% del totale. Il restante 55,9% delle esportazioni, invece, ha interessato Paesi extra Ue/Nato. Una tendenza preoccupante e contraria allo spirito stesso della legge.
Come nota il governo nella Relazione, l’Indonesia (che nel 2023 era al trentacinquesimo posto) si colloca ora al primo posto per via della licenza da oltre un miliardo per nuove navi prodotte da Fincantieri. Uno Stato problematico come la Nigeria è passato dal 16° al 3° posto (soprattutto per la commessa sugli aerei M346). Francia, Regno Unito e Germania continuano a collocarsi tra i primi cinque destinatari, in linea con le tendenze dei precedenti anni. C’è stata una flessione delle esportazioni verso l’Ucraina, scesa dal 2° all’11° posto, con licenze pari a 222 milioni di euro.
Che ruolo ha Israele nell’export militare italiano
Il governo segnala anche che nei dati 2024 non compare Israele, in quanto le caratteristiche dell’intervento israeliano su Gaza hanno indotto l’Autorità nazionale Uama a non concedere nuove autorizzazioni all’export a mente della legge n. 185/1990. Ciò però non ha fermato la continuazione di precedenti forniture.
«Se è vero che nel 2024 non sono state concesse nuove autorizzazioni di esportazione a Israele – commenta Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio Opal – va però notato come dalla Relazione dell’Agenzia delle Dogane risultino 212 operazioni di esportazioni di materiali militari a Israele. Per un valore complessivo di 4.208.757,78 euro che pertanto sono da riferirsi a licenze rilasciate in precedenza. Inoltre nel 2024 sono continuati gli interscambi di materiali militari tra Italia e Israele. Sono state infatti rilasciate 42 nuove autorizzazioni di importazione armamenti verso il nostro Paese per 154.937.788,90 euro. Sempre nel 2024, ne sono state fisicamente importate da Israele per 37.289.708,23 euro».
Quali sono le aziende al vertice dell’export militare italiano
Secondo le note di commento dei dati presentate nel quadro introduttivo della Relazione al Parlamento anche nel 2024, la categoria materiali ha costituito, sia per valore complessivo sia per numero di articoli, la tipologia maggioritaria degli oggetti esportati (81,31%). Seguita dalle tecnologie (11,97%), dai servizi (3,38%) e dai ricambi (3,34%). Le prime 15 società esportatrici nel 2024 hanno avuto un peso finanziario del 89,01% sul totale delle autorizzazioni. Al vertice dell’export militare italiano troviamo Leonardo SpA (27,67%), Fincantieri Spa (22,62%), Rheinmetall Italia Spa (6,60%), Mbda Italia Spa (6,25%). Da sole, rappresentano circa il 63,14% del valore monetario complessivo.