Nasce la RCEP: la più grande area di libero scambio del mondo
Nasce l'accordo commerciale più grande del mondo. 15 nazioni dall’Asia orientale al Pacifico. Che valgono un terzo dell'economia mondiale
Un accordo commerciale che comprende 15 nazioni dall’Asia orientale al Pacifico, un terzo dell’economia mondiale. Il partenariato economico globale regionale (RCEP – Regional Comprehensive Economic Partnership) è entrato il vigore il 1 gennaio 2022. Secondo uno studio dell’UNCTAD (la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo) creerà il blocco commerciale più grande del mondo per dimensione economica.
I Paesi che aderiscono alla RCEP valgono un terzo del Pil mondiale
Australia, Brunei Darussalam, Cambogia, Cina, Indonesia, Giappone, Repubblica di Corea, Laos, Malesia, Myanmar, Nuova Zelanda, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam. Queste le 15 nazioni coinvolte nell’accordo. L’RCEP diventerà il più grande accordo commerciale al mondo, considerando il Prodotto interno lordo dei suoi membri, quasi il 30% del PIL mondiale. Superando così altri importanti accordi commerciali regionali. Come quello sudamericano, il Mercosur (che rappresenta il 2,4% del PIL globale), l’area di libero scambio continentale dell’Africa (Afcfta, 2,9%), l’Unione Europea (17,9%) e l’accordo Stati Uniti-Messico-Canada (Usmca, 28%).
L’analisi dell’UNCTAD mostra che l’impatto dell’RCEP sul commercio internazionale sarà significativo. «Le dimensioni economiche del blocco emergente e il suo dinamismo commerciale lo renderanno un centro di gravità per il commercio globale», si legge nel rapporto.
Nel blocco commerciale il 90% in meno delle tariffe
L’accordo comprende diverse aree di cooperazione. Fondamentali le concessioni doganali, che elimineranno il 90% delle tariffe all’interno del blocco. Le riduzioni saranno graduali. Diverse tariffe saranno abolite immediatamente, altre saranno ridotte gradualmente nel corso dei prossimi 20 anni. Quelle che rimarranno in vigore saranno principalmente limitate a prodotti specifici in settori strategici, come l’agricoltura e l’industria automobilistica, in cui molti membri del RCEP hanno rinunciato agli impegni di liberalizzazione del commercio.
Enormi le ripercussioni sui traffici interni al blocco. Il commercio intra-RCEP valeva già circa 2.300 miliardi di dollari nel 2019. Secondo l’analisi dell’UNCTAD le concessioni tariffarie aumenteranno ulteriormente le esportazioni intra-regionali della neonata alleanza di quasi il 2%. Circa 42 miliardi di dollari. Questo è il risultato di due fattori. Da un lato, l’aumento degli scambi interni. Poiché tariffe più basse stimoleranno il commercio tra gli Stati membri, di quasi 17 miliardi di dollari. E, dall’altro, l’attrazione di nuovi traffici. Poiché tariffe più basse all’interno dell’RCEP reindirizzeranno il commercio dai non membri ai membri, per quasi 25 miliardi di dollari.
Chi guadagna di più e chi meno
Il rapporto evidenzia che i membri dell’RCEP beneficeranno in misura diversa dell’accordo. A guadagnare di più saranno le maggiori economie del blocco. Soprattutto a causa delle tariffe già basse tra molti degli altri membri dell’RCEP.
In particolare sarebbe il Giappone a trarre il massimo beneficio dalle concessioni tariffarie RCEP. Si prevede che le esportazioni del Paese aumenteranno di circa 20 miliardi di dollari.
Ma si prevedono effetti positivi per le esportazioni della maggior parte delle altre economie, tra cui Australia, Cina, Repubblica di Corea e Nuova Zelanda. A perdere saranno invece le esportazioni di Cambogia, Indonesia, Filippine e Vietnam. Per il rapporto, infatti, alcuni flussi di prodotti provenienti da queste economie saranno dirottati verso altri membri dell’RCEP a causa delle differenze nell’entità delle concessioni tariffarie. Ad esempio, alcune delle importazioni della Cina dal Vietnam saranno sostituite da importazioni dal Giappone.