Balena di Londra, due ex trader accusati formalmente negli Usa
I due ex dipendenti della banca americana avrebbero contribuito a nascondere perdite legate a prodotti finanziari derivati per 6 miliardi di dollari nel 2012.
Due ex trader del colosso bancario JPMorgan sono stati formalmente accusati dalla giustizia americana, nell’ambito dello scandalo “Balena di Londra”. Secondo i giudici, infatti, avrebbero mascherato perdite per 6 miliardi di dollari nel corso del 2012.
Ad avviare il procedimento nei confronti degli ex dipendenti dell’istituto di credito – il francese Julien Grout e lo spagnolo Javier Martin-Artajo – è stato un tribunale di New York. Sempre secondo l’accusa, l’obiettivo sarebbe stato quello di nascondere i pessimi risultati legati agli investimenti in prodotti finanziari derivati. All’operazione avrebbe partecipato anche Bruno Iksil (colui che è stato appunto soprannominato la “Balena di Londra"), anch’egli ex trader di JPMorgan, che però ha scelto di collaborare con la giustizia.
L’avvocato di Grout – riferisce l’agenzia svizzera Ats – ha parlato di decisione «scioccante» da parte dei giudici, sottolineando che il proprio assistito era all’epoca dei fatti proprio agli ordini di Iksil, il quale a sua volta agiva sotto la supervisione di Martin-Artajo (arrestato alla fine di agosto in Spagna in virtù di un mandato internazionale).
Proprio ieri è stata diffusa dal Financial Times la notizia secondo la quale JPMorgan potrebbe essere costretta a pagare una maxi-sanzione da ben 750 milioni di dollari alle autorità americane e inglesi, per non essere stata in gradi di vigilare sull’operato dei propri trader attraverso adeguati meccanismi di controllo interni.