Bill Gates si inchina a Trump e licenzia chi contrasta i cambiamenti climatici

Scrive il New York Times che Bill Gates avrebbe ridotto il budget e tagliato posti di lavoro nella sua principale organizzazione per il clima

Anche Bill Gates sale sul carro di Donald Trump © European Union/Wikimedia Commons

Non solo i soliti noti Musk, Thiel, Bezos, Pichai, anche Bill Gates si inchina a Donald Trump. E lo fa nel peggiore dei modi, con le stesse modalità del nuovo presidente degli Stati Uniti, ovvero cominciando a licenziare in maniera indiscriminata all’interno delle organizzazioni da lui finanziate che da anni si occupano di contrastare i cambiamenti climatici. Lo scrive il New York Times. Secondo cui Gates avrebbe operato tagli all’interno di Breakthrough Energy, la sua organizzazione ombrello che lavora su una vasta gamma di questioni climatiche.

Almeno tre fonti diverse a conoscenza della questione, a cui è stato vietato di parlarne pubblicamente, avrebbero raccontato al quotidiano quanto successo, citando un promemoria interno circolato la scorsa settimana in cui era annunciato il taglio di decine di membri dello staff di Breakthrough Energy. In particolare della sua unità europea. Nel promemoria era scritto che le motivazioni risiedevano nel fatto che, essendo gli uffici negli Stati Uniti, l’organizzazione avrebbe avuto le mani legate dalla nuova dottrina negazionista Trump.

Interpellato sull’accaduto dal New York Times, un portavoce del padrone di Microsoft ha risposto che, bontà sua, «Bill Gates rimane impegnato come sempre a promuovere le innovazioni di energia pulita necessarie per affrontare i cambiamenti climatici. Il suo lavoro in questo settore continuerà e si concentrerà sull’aiutare a promuovere soluzioni energetiche affidabili, convenienti e pulite che consentiranno alle persone di prosperare ovunque». E infatti, come vedremo, la produzione di energia pulita è l’unica delle questioni ambientali che non dispiace alla dottrina Trump.

Per Bill Gates niente politica fino al 2024, quando in un attimo è passato da Harris a Trump

Uno dei miliardari più noti in assoluto, con un patrimonio personale di oltre cento miliardi di dollari che ne fanno il quattordicesimo uomo più ricco al mondo, Gates non si è mai occupato direttamente di politica. Almeno fino allo scorso anno. Noto anche per essere un generoso filantropo, qualsiasi sia l’accezione che vogliate dare al termine, Bill Gates ha sempre rilasciato dichiarazioni genericamente favorevoli all’assistenza sanitaria diffusa e alla lotta ai cambiamenti climatici. E in occasione della pandemia chiese alle aziende farmaceutiche di rinunciare ai brevetti sui vaccini. Oltre a sovvenzionare diverse ricerche.

Fino al 2024, appunto, quando donò 50 milioni di dollari a Future Forward Usa Action. Organizzazione che sosteneva la campagna presidenziale di Kamala Harris. Le motivazioni sarebbero state legate alla posizione della candidata dem su salute e clima. Ma poi, come sappiamo, ha vinto Donald Trump. I cui primi provvedimenti sono stati lo smantellamento dello stato sociale e di tutte le agenzie che si occupavano del contrasto ai cambiamenti climatici. Rilanciando al contempo il consumo di gas, petrolio e carbone, la cui combustione sta pericolosamente riscaldando il Pianeta.

E così adesso il filantropo Bill Gates segue l’agenda Trump anche su sanità e inclusione

A questo punto Bill Gates, che sarebbe potuto passare dalle belle parole ai fatti, utilizzando il suo potere economico per influenzare la politica statunitense, ha deciso di non farlo. Anzi, ha deciso proprio di lanciarsi tra le braccia del nuovo presidente. E così, con il cappello in mano e il capo cosparso di cenere, si è recato anche lui in pellegrinaggio a Mar-a-Lago per una cena di tre ore. Al termine della quale si è detto «profondamente impressionato dall’interesse del signor Trump per le sue priorità sulla salute globale».

Senza mai menzionare le devastanti politiche fossili trumpiane che finiranno per accelerare i cambiamenti climatici. E senza nemmeno alzare un sopracciglio quando, dopo quell’incontro, Trump ha deciso di smantellare l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) che forniva assistenza medica alle persone vulnerabili in tutto il mondo. Con un danno enorme per i Paesi più poveri. Insomma, proprio quei temi che avevano «positivamente impressionato» Gates dopo il suo incontro. E quando gli è stato chiesto se avrebbe potuto intervenire al riguardo attraverso la sua fondazione filantropica, ha risposto che non avrebbe fatto nulla perché non avrebbe potuto fare abbastanza.

E non è finita qui. Perché seguendo le altre grandi multinazionali americane che improvvisamente hanno scoperto nell’ideologia woke la causa della crisi del capitalismo, la Fondazione Gates ha anche riorganizzato il suo team per diversità, equità e inclusione. E, secondo due fonti sentite dal New York Times, lo ha fatto proprio per compiacere la politica trumpiana. Lo stesso Bill Gates aveva infatti dichiarato il mese scorso che i programmi Dei (diversity, equity, inclusion) erano «andati a volte troppo oltre». Ma è sul clima che Gates ha fatto la giravolta più ridicola, pur di accreditarsi alla corte del nuovo imperatore.

Addio lotta ai cambiamenti climatici, a meno che non sia l’energia pulita che tanto piace all’imperatore

Non solo Bill Gates è rimasto in silenzio di fronte ai decreti Trump sulla promozione dei combustibili fossili e sullo smantellamento dei programmi governativi volti ad affrontare i cambiamenti climatici. Ma è intervenuto lui stesso con i tagli al budget di Breakthrough Energy, come rivelato dal sito Heatmap. E poi con i tagli al personale raccontati dal New York Times. Ma, di nuovo, non è finita qui. Pare infatti che le nuove indicazioni siano quelle di concentrarsi sui programmi Breakthrough Energy Catalyst, Breakthrough Energy Ventures e Breakthrough Energy Fellows.

Ovvero i tre programmi dell’organizzazione che si concentrano solo sulla produzione di energia pulita, attraverso il finanziamento a startup e imprenditori che si occupano di rinnovabili. E questa enfasi sulla produzione di energia pulita sembra proprio in linea con l’interesse di Donald Trump per quello che lui stesso ha chiamato «il dominio energetico americano». Dopo aver addirittura dichiarato nel suo primo giorno in carica «l’emergenza energetica nazionale». Stop quindi alla lotta ai cambiamenti climatici. A meno che non si tratti di nuovi modi di produrre energia per garantire alla superpotenza americana il dominio globale. Parole e musica di Donald Trump, mesta esecuzione del filantropo Bill Gates.