Carte di credito vegetali e carbon tax nelle banche francesi
Crédit Agricole, BNP Paribas e Société Générale hanno annunciato alcune iniziative a protezione dell'ambiente, sebbene molti, non senza ragione, potranno parlare ...
Tre colossi bancari francesi hanno adottato alcune novità in termini di responsabilità sociale d’impresa, ed in particolare per quanto riguarda la difesa dell’ambiente. Certo, in molti potranno, non senza ragione, gridare al “green-washing”, ovvero al tentativo di mascherare con qualche iniziativa positiva le grandi ombre che attraversano il settore, a cominciare dagli investimenti sul nucleare, sul carbone, così come sulle grandi opere ad alto rischio ecologico. Tuttavia, è una notizia il fatto che i dirigenti di Crédit Agricole, BNP Paribas e Société Générale si siano siano viste in qualche modo costrette ad impegnarsi di più.
In particolare, Crédit Agricole ha lanciato una doppia iniziativa nell’ambito dei suoi 12 milioni di carte bancarie: a partire dal 2017 una parte di esse sarà infatti sostituita con materiali a base di vegetali non OGM, anziché le normali plastiche PVC. Le vecchie carte, inoltre, saranno raccolte e trattate da un’azienda specializzata a partire dl prossimo anno.
BNP Paribas, invece, si è impegnata ad abbassare le proprie emissioni di gas ad effetto serra del 10% entro il 2015, e ha chiesto ai suoi dipendenti di diminuire del 15% il consumo di carta (che è stato calcolato in 260 kg alll’anno per ciascun impiegato). Un sistema basato anche su piccoli incentivi economici.
Société Générale, infine, ha introdotto una carbon-tax interna: in funzione dell’eco-sostenibilità di ciascuna divisione, sarà imposta una “tassa” con la quale poi verranno finanziati progetti di efficienza energetica.