Volete la guerra?
Energia, trasporti, riscaldamento globale. E gli intrecci con la finanza. Ogni settimana il punto sui cambiamenti climatici firmato da Andrea Barolini
«Voi avete in mano la chiave per evitare che si ripeta la catastrofe della Seconda guerra mondiale». Non avrebbe potuto essere più chiaro e diretto David Attenborough, celebre ricercatore britannico, di fronte ai volti degli undici capi di Stato e di governo, riuniti per un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, lo scorso 23 febbraio. Oggetto del summit: i legami tra cambiamenti climatici e sicurezza. Detto in altri termini, il rischio che gli sconvolgimenti che il mondo rischia di dover fronteggiare possano portare a conflitti armati, anche su vasta scala.
Un’esagerazione? Un modo di dire? Un’iperbole? Mettete voi insieme i dati: se non verranno adottate misure immediate, drastiche e radicali (sì, radicali, non c’è più tempo), la scienza ci dice che l’aumento della temperatura media globale sulla superficie delle terre emerse e degli oceani, nel 2100, sarà di ben oltre 3 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali. Un rapporto pubblicato quattro anni fa dalla Banca asiatica per lo sviluppo ha indicato che, se si dovessero raggiungere i 4 gradi, è possibile immaginare un miliardo di profughi climatici in tutto il mondo.
«Le possibilità di adattamento ai cambiamenti climatici – spiegava il documento – saranno estremamente ridotte». Molte zone diventeranno desertiche e non sarà più possibile coltivarvi alcunché. L’approvvigionamento idrico – in particolare per l’acqua potabile – diventerà sempre più complicato. La crescita del livello dei mari provocherà inondazioni in molte zone costiere, specialmente nell’Asia sud-orientale. Alcune nazioni spariranno dalle carte: è il caso di una serie di atolli nel Pacifico. Gli eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti e violenti, renderanno improvvisamente inabitabili numerose zone, perturberanno gli ecosistemi, renderanno impossibile procurarsi cibo.
«In Afghanistan il 40% degli abitanti dipende dall’agricoltura. Le catastrofi naturali possono far precipitare la popolazione nella povertà e nell’insicurezza alimentare. Per questo molti potrebbero essere reclutati da gruppi armati», ha ammonito il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Il Pentagono ha parlato in questo senso dei cambiamenti climatici come di un «moltiplicatore di pericoli».
Lo scorso anno il generale Tom Middendorp, presidente del Consiglio militare internazionale sulla sicurezza e il clima (IMCCS), che riunisce alcuni alti responsabili militari, ha dichiarato che il riscaldamento globale «è portatore di rischi importanti per la sicurezza mondiale, che potrebbero diventare catastrofici nel corso dei due prossimi decenni». Middendrop, olandese, è uno che in Afghanistan ha lavorato per anni.