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Finanza for dummies: il resoconto dell'incontro

Al Teatro Apollo Serena Dandini, conduttrice ed autrice televisiva, dialoga simpaticamente con Emanuele Campiglio, ricercatore italiano alla London School of Economics e Andrea Baranes, presidente ...

Al Teatro Apollo Serena Dandini, conduttrice ed autrice televisiva, dialoga simpaticamente con Emanuele Campiglio, ricercatore italiano alla London School of Economics e Andrea Baranes, presidente della Fondazione Culturale Responsabilità Etica della rete di Banca Etica.
Con Baranes la Dandini aveva già provato a spiegare la finanza globale con un programma radiofonico: “il professore ha cercato di spiegarmi tante cose”, scherza. “Ma entrando nel merito dell’incontro, chi sono i dummies?” chiede ai propri ospiti. “Originariamente il termine dummies erano i manichini usati nei crash test delle macchine”, spiega Campiglio.
“Di fatto siamo tutti noi, quindi”, chiosa la conduttrice rivolgendosi al pubblico.
Partendo dagli ultimi dati ISTAT, si può dire che la situazione in Italia è migliorata perché sono aumentati gli acquisti di beni finali. Ma veramente sta andando così bene?
Per Baranes “dobbiamo capire se i miglioramenti sono dovuti alle azioni del Governo o ad un momento congiunturale positivo. Ci vorrà ancora del tempo per capire tutto questo”. Prendendo esempio dalla crisi della Volkswagen si è scoperto che è impossibile costruire macchine che rispettino i limiti imposti, a meno di non imbrogliare. Chi vuole costruire macchine elettriche o ha progetti sull’energia pulita si scontra con le banche che non forniscono crediti per ricerca ed innovazione.
“Perché le banche non concedono prestiti?” chiede la conduttrice televisiva.
“Una volta le azioni venivano tenute per lungo tempo in un cassetto” spiega ancora Baranes. “Adesso invece, in media, vengono vendute ed acquistate nel giro di 22 secondi, generando utili in millisecondi”.
E’ questo il nuovo volto della finanza. “Generare utili rapidamente, sottolinea Campiglio, “in pochi secondi, appunto.” Tutto questo si scontra con la vita quotidiana di ognuno di noi. A Chicago, ad esempio, esiste la banca del cibo, che può cambiare il prezzo del grano rapidamente.
“Una volta”, racconta Baranes, “il prezzo del grano era legato ad episodi naturali come epidemie, siccità ed altro. Adesso può anche raddoppiare senza un motivo reale, ma è solo legato alla vendita ed acquisto di azioni. Il tutto ovviamente con ricadute pericolose”.
“Come noi abbiamo dei conti correnti nelle banche private”, spiega Campiglio, “così queste banche hanno dei conti correnti presso la Banca centrale, definite “riserve”, che costituiscono una moneta contabile. Le banche private utilizzano questa moneta per fare transazioni tra di loro. La Banca centrale non avendo di fatto limiti di bilancio può fornire credito alle banche private che dovrebbero poi concedere dei prestiti. Cosa che poi realmente non avviene proprio perché non c’è un utile di ritorno in tempi rapidi”.
Esistono però soluzioni per arginare tutto questo. A partire dall’aprire conti correnti presso i Crediti Cooperativi che hanno il vantaggio, contrariamente ai grandi gruppi bancari, di rinvestire sul territorio, sul quartiere.
E’ quello che sia chiama progetto “move your money“.Un ottimo lavoro è stato fatto in questi ultimi anni anche dall’ISTAT con la proposta di un indicatore alternativo al PIL.
Si chiama BES ed è l’acronimo di “Benessere Equo e Sostenibile”. Valutare il progresso di una società non solo dal punto di vista economico ma anche sociale e ambientale e corredato da misure di disuguaglianza e sostenibilità. “Siamo quindi noi i primi che dobbiamo cambiare”, sottolinea Serena Dandini con una nota ironica finale: “Alla fine è tutta colpa nostra”.
Resoconto di Nicola Gemignani
La registrazione dell’incontro.

Immagine: Housatonic