28 anni di felicità per i bambini
Ogni settimana una storia di sostenibilità e trasformazione. Perché il futuro è oggi
«Ci siamo ispirati a un modello, quello del Family Centered Care, di ispirazione canadese, che in Italia sta diventando sempre più importante e che vuole essere basato sul guardare a tutta la famiglia e non solo al bambino o alla bambina con difficoltà», mi racconta Carlo Banchio, responsabile della comunicazione di Paideia, Fondazione torinese che ormai da quasi trent’anni lavora ogni giorno a fianco dei bambini e delle bambine con difficoltà e delle loro famiglie.
La storia della Fondazione inizia nel 1993 a Torino, grazie al desiderio delle famiglie Giubergia e Argentero di strutturare il loro impegno filantropico, inizialmente con un modello di tipo erogativo, quindi aiutando e finanziando altre realtà, poi, con il tempo, concentrandosi sull’operatività diretta.
La storia di Paideia è quindi una storia che cambia, evolve, sperimenta, prendendo strade nuove e aggiungendo servizi e attività a quello che era inizialmente il nucleo centrale del loro operato.
L’obiettivo è non far sentire sole le famiglie
Ventotto anni dopo la sua nascita, la Fondazione ha fatto molta strada, diventando un punto di riferimento per le famiglie e per i bambini con disabilità, attraverso la creazione e la diffusione di una cultura per l’infanzia e la costruzione di una società più inclusiva e responsabile. L’obiettivo è quello di non far sentire sole le famiglie, offrire supporto, aiuto, strumenti nell’accogliere e affrontare la disabilità.
All’assistenza diretta, attraverso un’equipe multiprofessionale che possa assistere e consigliare tutti i membri di un nucleo familiare nell’incontro con la disabilità, Paideia ha affiancato attività ricreative che possano contribuire alla creazione di una nuova normalità.
Una nuova normalità
Da vent’anni esiste per esempio Estate Paideia, una settimana di vacanza che coinvolge famiglie con bambini e bambine disabili, operatori e volontari. Tutta la famiglia, e non solo bambini e bambine. Proprio per dare modo di sperimentare e interiorizzare la possibilità di gesti e attività comuni a tutti.
Nel 2018 è nato invece il Centro Paideia, dalla volontà di creare un luogo nel quale offrire attenzione e inclusione quotidiana. Una biblioteca, una caffetteria, una piscina aperte a tutti i tipi di famiglie, con l’idea di sviluppare incontri, amicizie, inclusione quotidiana. Un centro possibile attraverso l’acquisito – grazie ad una donazione – di una struttura di 3mila metri quadrati in via Moncalvo a Torino. Costituita da due edifici prima sede dell’Istituto Nostra Signora, che già si occupava e offriva servizi educativi e attività scolastiche.
Sperimentare il benessere
Nell’ottica di offrire sempre più servizi e attività di benessere, nel 2019 ha preso vita la Fattoria Sociale Paideia, a Baldissero Torinese, una manciata di chilometri a est di Torino: un luogo per tutti, ma che vuole guardare con attenzione alle famiglie con disabilità. Una fattoria che offre attività di vario tipo: laboratori a contatto con la natura, attività produttive interne alla fattoria, come la produzione di miele, confetture e succhi, la presenza di animali come galline e asini. Un modo nuovo per sperimentare il benessere, con un taglio dedicato alla natura, vicino alla città ma immerso nel silenzio delle colline torinesi.
Favorire la cultura dell’inclusione e dell’accoglienza
Molti altri sono i servizi offerti dalla Fondazione. L’organizzazione di incontri di gruppo per offrire sostegno ai siblings, ovvero i fratelli e le sorelle di persone con disabilità, in cui è possibile, in un luogo piacevole e protetto, condividere la propria esperienza. Oppure il progetto “Operatori museali e disabilità” nato dalla collaborazione con la Fondazione CRT. Un’iniziativa rivolta agli operatori museali e che prevede lo sviluppo di percorsi per «consentire una reale implementazione delle capacità e delle competenze dei partecipanti nell’accoglienza dei visitatori con disabilità e con bisogni particolari». Ma anche per potenziare le conoscenze e le competenze degli operatori museali, con il fine di favorire una cultura dell’inclusione e dell’accoglienza.
Le sfide per il futuro
Una lista di servizi e di risorse che però non si vuole fermare qui. La Fondazione Paideia vuole continuare a crescere e ha due grandi sfide per il futuro.
La prima è offrire sempre più supporto. Sia in termini di numero di famiglie che si possono sostenere, sia in termini di qualità delle risorse offerte. La pandemia ha creato infatti nuovi bisogni e nuove difficoltà, che la Fondazione spera di poter abbracciare e affrontare. Un esempio su tutti la possibilità di aiutare e sostenere gli adolescenti e i post-adolescenti.
La seconda è una sfida territoriale: arrivare a Milano. Dal 2022 c’è infatti il progetto di aprire una nuova sede nel capoluogo lombardo che possa aiutare – seppur con numeri diversi rispetto al progetto torinese – anche le famiglie milanesi che si trovano a dover affrontare vari tipi di difficoltà.
Sfide che mettono in luce l’impegno e la professionalità di una Fondazione nata da un desiderio, da una fiamma che poteva sembrare piccola. E che invece si è espansa diventando qualcosa di grande e di concreto, lavorando ogni giorno per rendere il mondo più inclusivo e accessibile a tutti.
Questo articolo è stato pubblicato in Storie dal futuro, la newsletter dedicata al racconto e al ritratto dei protagonisti del cambiamento che Valori.it invia ogni lunedì. Se vuoi riceverla iscriviti alla newsletter e seleziona “Economia sostenibile” tra i tuoi interessi.