28 anni di felicità per i bambini

Ogni settimana una storia di sostenibilità e trasformazione. Perché il futuro è oggi

Silvia Pelizzari
© Andrea Guermani
Silvia Pelizzari
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«Ci siamo ispirati a un modello, quello del Family Centered Care, di ispirazione canadese, che in Italia sta diventando sempre più importante e che vuole essere basato sul guardare a tutta la famiglia e non solo al bambino o alla bambina con difficoltà», mi racconta Carlo Banchio, responsabile della comunicazione di Paideia, Fondazione torinese che ormai da quasi trent’anni lavora ogni giorno a fianco dei bambini e delle bambine con difficoltà e delle loro famiglie.

La storia della Fondazione inizia nel 1993 a Torino, grazie al desiderio delle famiglie Giubergia e Argentero di strutturare il loro impegno filantropico, inizialmente con un modello di tipo erogativo, quindi aiutando e finanziando altre realtà, poi, con il tempo, concentrandosi sull’operatività diretta.

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La storia di Paideia è quindi una storia che cambia, evolve, sperimenta, prendendo strade nuove e aggiungendo servizi e attività a quello che era inizialmente il nucleo centrale del loro operato.

L’obiettivo è non far sentire sole le famiglie

Ventotto anni dopo la sua nascita, la Fondazione ha fatto molta strada, diventando un punto di riferimento per le famiglie e per i bambini con disabilità, attraverso la creazione e la diffusione di una cultura per l’infanzia e la costruzione di una società più inclusiva e responsabile. L’obiettivo è quello di non far sentire sole le famiglie, offrire supporto, aiuto, strumenti nell’accogliere e affrontare la disabilità.

All’assistenza diretta, attraverso un’equipe multiprofessionale che possa assistere e consigliare tutti i membri di un nucleo familiare nell’incontro con la disabilità, Paideia ha affiancato attività ricreative che possano contribuire alla creazione di una nuova normalità.

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Una nuova normalità

Da vent’anni esiste per esempio Estate Paideia, una settimana di vacanza che coinvolge famiglie con bambini e bambine disabili, operatori e volontari. Tutta la famiglia, e non solo bambini e bambine. Proprio per dare modo di sperimentare e interiorizzare la possibilità di gesti e attività comuni a tutti.

Nel 2018 è nato invece il Centro Paideia, dalla volontà di creare un luogo nel quale offrire attenzione e inclusione quotidiana. Una biblioteca, una caffetteria, una piscina aperte a tutti i tipi di famiglie, con l’idea di sviluppare incontri, amicizie, inclusione quotidiana. Un centro possibile attraverso l’acquisito – grazie ad una donazione – di una struttura di 3mila metri quadrati in via Moncalvo a Torino. Costituita da due edifici prima sede dell’Istituto Nostra Signora, che già si occupava e offriva servizi educativi e attività scolastiche.

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Sperimentare il benessere

Nell’ottica di offrire sempre più servizi e attività di benessere, nel 2019 ha preso vita la Fattoria Sociale Paideia, a Baldissero Torinese, una manciata di chilometri a est di Torino: un luogo per tutti, ma che vuole guardare con attenzione alle famiglie con disabilità. Una fattoria che offre attività di vario tipo: laboratori a contatto con la natura, attività produttive interne alla fattoria, come la produzione di miele, confetture e succhi, la presenza di animali come galline e asini. Un modo nuovo per sperimentare il benessere, con un taglio dedicato alla natura, vicino alla città ma immerso nel silenzio delle colline torinesi.

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Favorire la cultura dell’inclusione e dell’accoglienza

Molti altri sono i servizi offerti dalla Fondazione. L’organizzazione di incontri di gruppo per offrire sostegno ai siblings, ovvero i fratelli e le sorelle di persone con disabilità, in cui è possibile, in un luogo piacevole e protetto, condividere la propria esperienza. Oppure il progetto “Operatori museali e disabilità” nato dalla collaborazione con la Fondazione CRT. Un’iniziativa rivolta agli operatori museali e che prevede lo sviluppo di percorsi per «consentire una reale implementazione delle capacità e delle competenze dei partecipanti nell’accoglienza dei visitatori con disabilità e con bisogni particolari». Ma anche per potenziare le conoscenze e le competenze degli operatori museali, con il fine di favorire una cultura dell’inclusione e dell’accoglienza.

Le sfide per il futuro

Una lista di servizi e di risorse che però non si vuole fermare qui. La Fondazione Paideia vuole continuare a crescere e ha due grandi sfide per il futuro.

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La prima è offrire sempre più supporto. Sia in termini di numero di famiglie che si possono sostenere, sia in termini di qualità delle risorse offerte. La pandemia ha creato infatti nuovi bisogni e nuove difficoltà, che la Fondazione spera di poter abbracciare e affrontare. Un esempio su tutti la possibilità di aiutare e sostenere gli adolescenti e i post-adolescenti.

La seconda è una sfida territoriale: arrivare a Milano. Dal 2022 c’è infatti il progetto di aprire una nuova sede nel capoluogo lombardo che possa aiutare – seppur con numeri diversi rispetto al progetto torinese – anche le famiglie milanesi che si trovano a dover affrontare vari tipi di difficoltà.

Sfide che mettono in luce l’impegno e la professionalità di una Fondazione nata da un desiderio, da una fiamma che poteva sembrare piccola. E che invece si è espansa diventando qualcosa di grande e di concreto, lavorando ogni giorno per rendere il mondo più inclusivo e accessibile a tutti.


Questo articolo è stato pubblicato in Storie dal futuro, la newsletter dedicata al racconto e al ritratto dei protagonisti del cambiamento che Valori.it invia ogni lunedì. Se vuoi riceverla iscriviti alla newsletter e seleziona “Economia sostenibile” tra i tuoi interessi.

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