Il G20 Finanze di Rio de Janeiro fa un passo avanti verso le tasse per i super ricchi

La dichiarazione sulla cooperazione fiscale internazionale è accolta con favore da chi, come Oxfam, chiede l’imposizione di tasse sui patrimoni dei più ricchi

Dopo l'apertura espressa al G20 Finanze, spetterà ai capi di Stato e di governo prendere posizione sul tema della tasse sui patrimoni dei super ricchi © Avelludo/Wikimedia Commons

La presidenza brasiliana del G20 aveva puntato in alto, proponendo una tassa minima globale pari al 2% sui patrimoni dei super ricchi. Studiata dall’economista francese Gabriel Zucman, la misura avrebbe potuto sbloccare tra i 200 e i 250 miliardi di dollari all’anno. Risorse da reinvestire nel contrasto alle disuguaglianze, nella lotta ai cambiamenti climatici e, più in generale, nella costruzione di una società più equa. Il G20 Finanze che si è tenuto a Rio de Janeiro non è arrivato a tanto, ma ha segnato comunque uno storico passo avanti in questa direzione.

La dichiarazione sulla cooperazione fiscale internazionale del G20 Finanze

I ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali delle venti maggiori economie industrializzate si sono riuniti nella città brasiliana il 25 e il 26 luglio 2024. Al termine del summit, hanno annunciato tra gli applausi una dichiarazione sulla cooperazione fiscale internazionale. Siamo ancora ben lontani, dunque, dall’imposizione di una tassa comune volta a redistribuire le risorse dai patrimoni dei super ricchi al resto dell’umanità. Ma è comunque una presa di posizione inedita. «Nel pieno rispetto della sovranità in materia fiscale, cercheremo di impegnarci in modo collaborativo per assicurare che gli individui con patrimoni molto elevati siano tassati in modo efficace», si legge infatti nel documento.

«Soluzioni innovative, come la tassazione dei super-ricchi, hanno già il sostegno di un’alleanza globale di Paesi che partecipano a questo incontro. Il fatto che i 20 Stati più ricchi del mondo si siano concentrati su questo tema, proposto dal Brasile, deve essere valorizzato e assunto come un percorso verso un futuro più giusto, prospero e promettente», commenta il ministro delle Finanze brasiliano Fernando Haddad. Anche Gabriel Zucman, stimato economista a capo dell’Eu Tax Observartory, descrive la dichiarazione come «un passo importante nella direzione giusta».  

Oxfam: le tasse per i super ricchi oggi sono insufficienti

«Per la prima volta nella storia i ministri delle economie più grandi del mondo hanno ufficialmente concordato sulla necessità di mettere in campo un’azione efficace per assicurare che gli ultra ricchi paghino la loro giusta quota di imposte», ribadisce Mikhail Maslennikov, policy advisor sulla giustizia fiscale di Oxfam Italia. La ong da tempo mobilita l’opinione pubblica su questo tema, anche attraverso l’Iniziativa dei cittadini europei Tax the rich. E, proprio alla vigilia del G20 Finanze, ha diffuso dati eloquenti. Nell’ultimo decennio, la ricchezza dell’1% più facoltoso del Pianeta è cresciuta di 42mila miliardi di dollari. Nonostante ciò, negli ultimi quarant’anni i miliardari hanno versato all’erario, in media, appena lo 0,5% del valore dei propri patrimoni ogni anno.

«Ci troviamo di fronte a una presa d’atto condivisa che parte da un dato di fatto: oggi i super ricchi, a fronte di un’accresciuta concentrazione di ricchezza e potere nelle loro mani, concorrono in modo insufficiente al finanziamento delle politiche pubbliche. Uno status quo che contribuisce a esasperare le disuguaglianze, minare la coesione sociale e la tenuta stessa dei sistemi democratici», conclude Maslennikov. La ong, dunque, si attende iniziative concrete dai capi di Stato e di governo che si riuniranno al G20 di novembre.