Gas: come funziona l’indice della Borsa di Amsterdam. E chi ci guadagna
L’aumento delle bollette del gas è dovuto a speculazione finanziaria. Come funziona l’indice Ttf della Borsa di Amsterdam
Lo scontro tra il presidente ucraino e Gazprom in merito al transito del gas russo ha prodotto il blocco dei flussi attraverso quel Paese. Sono così immediatamente partite le scommesse al rialzo. E il prezzo di un megawattora ha superato i 50 euro.
Per l’Italia si tratta di un danno evidente perché aveva, nel corso dell’ultimo anno, ripreso gli acquisti di gas russo a prezzi molto bassi. Con un raddoppio delle quantità rispetto all’anno precedente e con una quota totale che aveva raggiunto il 10%. Ora il nostro Paese dovrà sopperire con Gnl proveniente dagli Usa. I cui prezzi, già alti, si sono ulteriormente impennati per effetto proprio della speculazione connessa alla vicenda ucraina. E hanno raggiunto i massimi dal dicembre del 2022.
Peraltro la stessa Ucraina ha cominciato, guarda caso, a dover comprare il gas naturale liquefatto americano, che sta diventando una merce molto contesa. E, dunque, con prezzi destinati a ulteriori rialzi. In fondo, Donald Trump non deve neppure troppo minacciare il Vecchio Continente di comprare americano. Perché gli europei sono già abbastanza autolesionisti. Bisogna aggiungere che sul prezzo del gas in Europa incidono in modo particolare due fattori specifici. Il primo è costituito dalla sua determinazione alla Borsa di Amsterdam. Ma di cosa si tratta?
Tutto si spiega
La manopola del gas e la speculazione sui mercati finanziari
Cosa sta facendo aumentare i prezzi delle bollette? E come non dipendere più dalle importazioni di gas? Ecco alcune soluzioni possibili
Il mercato del gas, dove i soggetti finanziari superano quelli commerciali
La piattaforma di Amsterdam, definita Title Transfer Facility, è stata creata da un operatore olandese di trasmissione energetica, Gasunie, che l’ha venduta ad una Borsa privata statunitense, Ice (IntercontinentalExchange), che possiede anche l’indice Nyse. Particolarmente interessanti sono i principali azionisti: Vanguard, Black Rock, State Street, Capital Research, Morgan Stanley, Geode e Lazard. In sintesi i prezzi sono fatti dagli speculatori. Ma la Borsa di Amsterdam ha anche un altro limite evidente. Il volume degli scambi reali di gas rappresenta solo il 10% del totale degli scambi operati ad Amsterdam che sono per il 90% scommesse finanziarie.
Pochi numeri rendono tutto ciò molto chiaro. In un anno vengono scambiati ad Amsterdam solo 700 milioni di metri cubi di gas, a fronte di un consumo di 412 miliardi di metri cubi. Ad Amsterdam sono esposti sul gas ben 218 soggetti finanziari, di cui 164 sono fondi apertamente speculativi. Mentre sono solo 134 i soggetti commerciali, quelli realmente interessati al gas. È evidente che quando parte una scommessa al rialzo, tutti scommettono sul rialzo del prezzo del gas. E dunque il prezzo della materia prima, e quindi delle bollette, si impenna.
Il gas è una scommessa, le nostre bollette no
Un simile fenomeno avviene anche in mercati regolamentati con futures quotati. Come nel caso di Ice-Endex. In pratica nel TTF non c’è gas ma solo speculazione che determina, attraverso una sequenza di altri indici, i prezzi reali destinati a scatenare l’inflazione. Dunque se si volesse evitare le impennate speculative basterebbe non utilizzare più la Borsa di Amsterdam per la determinazione dei prezzi.
Il secondo fattore che incide sui prezzi è legato al primo. Gli operatori finanziari che sono presenti ad Amsterdam, e in tutto il “mercato del gas”, fanno scommesse su contratti di compravendita rispetto ai quali sono del tutto estranei. In pratica scommettono su un contratto altrui, il cui contenuto reale ha per gli stessi speculatori un interesse inesistente. Allora perché non vietare simili scommesse? E consentire di creare strumenti di finanza derivata solo ai titolari veri dei contratti di compravendita per coprirli dai rischi?
Tutto si spiega
Tutto quello che avreste sempre voluto (e dovuto) sapere sui derivati
Cosa sono i derivati? Quanti tipi ne esistono? A cosa servono? E perché sono strumenti ideali per la speculazione? Ecco tutte le risposte
In fondo per evitare l’impoverimento diffuso dei consumatori sarebbero sufficienti almeno due misure: abbandonare Amsterdam e vietare di fare derivati a coloro che non hanno un contratto reale e dunque sono solo speculatori.