Ci sono la guerra, la pandemia e la crisi climatica. Ma non per i banchieri

A Wall Street i dirigenti dei grandi istituti di credito hanno incassato un quantitativo di bonus da record

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Ci sono la guerra, la pandemia e la crisi climatica. Ma non per i banchieri. A Wall Street i dirigenti dei grandi istituti di credito hanno incassato un quantitativo di bonus da record. Circa 45 miliardi di dollari. Miliardi, sì, non è un errore. Per le performance ottenute solamente nel 2021. Un valore mai raggiunto dall’inizio degli anni Novanta.

Chissà se l’anno prossimo se la passeranno bene anche i vertici di Barclays. La banca britannica ha indicato nella giornata di lunedì 28 marzo di aver superato per errore i tetti massimi imposti alle emissioni di alcuni prodotti strutturati negli Stati Uniti. Sulla questione è partita un’inchiesta, e Barclays potrebbe essere costretta a sborsare 450 milioni di sterline per indennizzare gli investitori.

Nel frattempo, la concorrente HSBC cancella la guerra. In una serie di pubblicazioni del colosso bancario, secondo quanto riportato dal Financial Times, la parola “guerra” è stata sostituita dal termine “conflitto” in riferimento all’Ucraina. Una decisione che ha suscitato polemiche, tenuto conto del fatto che l’istituto di credito non si rassegna ad abbandonare la Russia. Nazione nella quale parlare, appunto, di guerra può essere passibile di una pena pari a 15 anni di reclusione, per divulgazione di false informazioni.

Ma rimaniamo nel Regno Unito, e torniamo alla Brexit. La notizia è che l’esodo previsto dopo l’uscita di Londra dall’Unione europea non si è verificato. Dall’isola sono partiti infatti circa 7mila dipendenti di banche: una cifra molto meno importante rispetto a quanto immaginato in precedenza.

Sempre in terra britannica, le criptovalute attendono le Financial Conduct Authority. Da gennaio 2020 l’organismo di vigilanza supervisiona le monete digitali nell’ambito della lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. E ha concesso fino al 31 marzo alle società che operano nel settore per ottenere una licenza definitiva. Alcuni “pesi massimi” come Copper Technologies e Revolut non si sono ancora registrati.

Le cripto intanto sono al centro dell’attenzione per un maxi-furto. La rete Ronin, sulla quale si appoggia il gioco di cripto-gaming “Axie Infinity” è stata oggetto di un attacco hacker. Una quisquilia da 650 milioni di dollari. Proprio dopo che, il 14 marzo, la commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo ha approvato un testo di regolamentazione del settore, che dovrà essere sottoposto anche a Consiglio e Commissione di Bruxelles.

La finanza, d’altra parte, pone rischi. E chi ci si tuffa deve sapersi muovere in quel mondo. Nel quale le truffe non mancano neppure nella formazione: RagingBull, società di consulenza per trader amatoriali, è finita nel mirino delle autorità americane per pratiche commerciali e pubblicità ingannevoli.

Lacune sono state riscontrate anche in Italia, protagonista la fintech tedesca N26. Banca d’Italia le ha vietato di cercare nuovi lenti nel nostro Paese fino a nuovo ordine. Ciò dopo aver constatato problemi legati al rispetto della regolamentazione anti-riciclaggio.