BP e Exxon centrano nel 2020 perdite per 42 miliardi di dollari

I due colossi delle energie fossili hanno annunciato perdite stratosferiche nel 2020. E si preoccupano per i dividendi…

Il sistema economico attuale è compatibile con la salvaguardia della Terra? © Tetyana Rusanova/iStockPhoto

L’intera economia ha sofferto, soffre e soffrirà per via della crisi provocata dalla pandemia. Ma il settore petrolifero, in particolare, è stato messo a dura prova. Perché la recessione è durissima. Ma anche perché, di fatto, le compagnie non hanno avviato l’unico processo che potrà salvarle sul medio e lungo periodo: una profonda quanto ineluttabile transizione ecologica.

La compagnia britannica British Petroleum e l’americana ExxonMobil, in particolare, hanno accusato perdite abissali. Il rosso centrato dalla prima è stato pari, infatti, a 20,3 miliardi di dollari nel 2020. A causa di un calo del 35% del fatturato e di una riduzione del valore degli asset di oltre 16. miliardi. Il direttore generale Bernard Looney ha ammesso: «Il nostro settore è colpito duramente. I trasporti stradali e aerei sono in calo, così come l’intera domanda di petrolio. E assieme ad essa anche i prezzi e i margini».

Allo stesso modo, ExxonMobil, ha registrato perdite per 22,4 miliardi di dollari. Con un calo del fatturato pari al 31%. Il primo dato negativo dal 1999, ovvero dall’anno della fusione che creò la più grande compagnia degli Stati Uniti. Più contenuto, ma non per questo meno importanti, è il rosso centrato da un altro colosso americano del petrolio, Chevron. In questo caso sono stati raggiunti i 5,5 miliardi di dollari.

Ciò che è più inquietante, è che la prima preoccupazione dei dirigenti delle compagnie non sia stata quella di ripensare immediatamente i propri modelli di business. Certo, ExxonMobil ha creato un polo consacrato allo sviluppo di tecnologie meno inquinanti (chiamato Low Carbon Solutions). Mentre BP ha annunciato investimenti importanti nelle energie pulite di qui al 2030. Ma l’emergenza principale, a fronte dei risultati operativi, sembra soprattutto un’altra: preservare i dividendi da distribuire agli azionisti. In che modo? Attraverso le solite ricette: vendendo asset in loro possesso e licenziando personale (si parla di un taglio del 15%).


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