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Isole Faroe, battaglia contro la pesca “brutale” delle balene pilota

Quattordici militanti della Ong Sea Shepherd sono stati arrestati mentre tentavano di bloccare una sessione della controversa pesca dei cetacei nelle isole atlantiche.

  Un gruppo di militanti ambientalisti ha tentato di bloccare una sessione di pesca di balene pilota , nei mari non lontani dalle Isole Faroe , nell’Atlantico settentrionale. Gli attivisti, quattordici in tutto (otto francesi, due spagnoli, due sudafricani, un australiano e anche un italiano) sono stati arrestati e trattenuti per un breve periodo di tempo. Ad annunciarlo è stata la presidentessa dell’organizzazione non governativa Sea Shepherd France , Lamya Essemlali, che ha precisato come la pesca sia continuata dopo il fermo dei militanti, terminando con l’uccisione di un intero branco composto da 33 cetacei.  

Alle Isole Faroe, situate tra la Gran Bretagna e l’Islanda, numerosi esemplari vengono abbattuti ogni anno, grazie ad una strategia di caccia nei confronti della quale gli animalisti puntano con forza il dito. I mammiferi vengono indotti a concentrarsi in una baia, dove sono massacrati a colpi di arpioni e di coltelli. Una pratica difesa da numerosi abitanti delle isole, che la considerano un “diritto culturale”. Ma che è considerata dai militanti di Sea Shepherd come «un massacro massiccio, brutale e arcaico».