La banca «politica» di Pechino per internazionalizzare le imprese locali
Attraverso la China Development Bank, la Cina punta a rendere le proprie aziende sempre più delle multinazionali. Non a caso gli investimenti all'estero registrano una ...
Se il flusso di capitali in ingresso in Cina tende a rallentare, quello che esce dalla seconda economia del mondo è entrato ormai in una fase di vero e proprio boom. Secondo quanto comunicato ieri dal governo di Pechino, nel 2012 la crescita è stata del 28, 6% rispetto all’anno precedente: complessivamente le società cinesi hanno investito all’estero 77, 22 miliardi di dollari, in ben 141 Paesi.
L’obiettivo delle autorità asiatiche è di raggiungere un livello simile a quello degli investimenti diretti che entrano ogni anno sul territorio nazionale. Per questo si sta puntando ad un solido supporto finanziario, che è costituito in particolare dalla China Development Bank, istituto che è stato definito dal quotidiano economico francese Les Echos «il braccio armato per l’internazionalizzazione dei gruppi cinesi».
La CDB è presente infatti in quasi tutto il mondo, e in particolare dove c’è petrolio. Secondo un’analisi di due giornalisti di Bloomberg, l’istituto è di fatto anche estremamente solido: «In caso di crisi, sarebbe l’ultimo a fallire». Un volano sicuro per rendere sempre più multinazionali le imprese cinesi: sarà un bene per l’economia globale?