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Leggeri come bolle

C'è grossa crisi, la rubrica di Andrea Baranes che vi spiega perché dovete interessarvi di finanza. Prima che la finanza si interessi di voi

«Volano le Borse». Anche se la pandemia è purtroppo ancora ben presente, per quasi tutte le piazze finanziarie le perdite legate alla sua diffusione sembrano già alle spalle e si è tornati sui massimi – o oltre i massimi – del 2019. Un risultato decisamente diverso da quello della crescita economica, misurata attraverso il Pil. Per l’Europa, a fronte di un crollo stimato dalla Commissione del 7,4% nel 2020, le previsioni di ripresa sono del 4% nel 2021 e del 3% nel 2022. Non solo la finanza è dunque ai massimi mentre l’economia tocca il minimo, ma – se tutto va bene – dovremo aspettare almeno tre anni per vedere il Prodotto interno lordo tornare ai livelli pre-crisi.

Ora, è vero che uno dei compiti della finanza è anticipare i tempi dell’economia. È però altrettanto vero che tre anni sono un’era geologica per una finanza che ragiona con ottiche di brevissimo periodo, spesso anche in termini di centesimi di secondo, come avviene con l’high-frequency trading. Quello che sta accadendo sui mercati finanziari, molto più che non un’anticipazione di possibili riprese future assomiglia perciò alla definizione stessa di una bolla speculativa, ovvero “un aumento considerevole e ingiustificato dei prezzi”.

La crescita senza soste dei titoli finanziari è sempre e comunque una buona notizia? L’inflazione, vale a dire l’aumento dei prezzi dei beni di consumo è univocamente considerata un disastro. Il tenere l’inflazione sotto controllo è uno dei principali obiettivi delle politiche economiche e monetarie. Al contrario, non si parla mai di «inflazione degli asset finanziari». Più salgono e meglio è, senza limiti e senza vincoli di sorta. Si parla di «record», di Borse che «volano»: i toni sono sempre trionfalistici.

Questo può avere senso per chi opera sui mercati finanziari e vede il valore dei propri investimenti salire oltre ogni aspettativa, molto meno se diamo uno sguardo d’insieme. Una finanza sempre più distaccata dai fondamentali dell’economia, dove può portare? Prima o poi lo scoppio della bolla, o il “riallineamento” tra finanza ed economia, con uno degli eufemismi tipici del gergo, è inevitabile.

Se prima o poi, e con quali modalità, oggi sembra dipendere in primo luogo dalle Banche centrali. È la liquidità immessa da tali istituti ad avere invaso i mercati. Un eccesso di soldi che viene impiegato acquistando qualsiasi azione o obbligazione. L’aumento della domanda ne spinge al rialzo il prezzo. L’aumento di prezzo attrae nuovi investitori. La liquidità continua ad arrivare. La bolla si gonfia. Quando queste politiche monetarie così espansive dovessero venire meno, o anche solo rallentare, potrebbero essere dolori per i mercati finanziari di tutto il mondo.

Al momento però le Borse «volano» e segnano «nuovi record». Tutto bene, domani è un altro giorno.