Milano Cortina 2026: cantieri in alto mare per i Giochi che devastano le montagne
Nel Nordest un’opera su quattro non sarà pronta per l’inizio dei Giochi di Milano Cortina 2026, nonostante il budget quadruplicato
Non si capisce ancora bene dove saranno premiati gli atleti vincitori dei Giochi olimpici invernali di Milano Cortina 2026. In particolare quelli di discipline come sci alpino, sci di fondo, bob, skeleton, slittino, curling, salto, combinata che si disputano tra Cortina, Trento, Bolzano e zone limitrofe. Dovevano essere premiati nella nuova Piazza delle Medaglie, da erigersi ai piedi del vecchio trampolino delle Olimpiadi invernali di Cortina 1956.
Chiuso più volte, definitivamente nel 1990, quel trampolino era uno dei simboli più noti dei tanti mostri costruiti per i grandi eventi sportivi e poi abbandonati. Ferite di cemento che fanno sanguinare le montagne e deturpano il paesaggio. Come quelle che ancora si trovano nelle montagne piemontesi dopo i Giochi olimpici invernali di Torino 2006. Ma la Piazza delle Medaglie non ci sarà.
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Milano Cortina 2026: nel Nordest un’opera su quattro non sarà pronta
Come racconta il Gazzettino, infatti, la Piazza delle Medaglie di Cortina non sarà pronta in tempo per i Giochi di Milano Cortina 2026. Questo ennesimo tentativo postmoderno di trasformare un vecchio mostro architettonico in una nuova opera inutile forse vedrà la luce a primavera. Forse in estate. Quando non avrà più senso di esistere. E si trasforma in un nuovo simbolo dei grandi eventi sportivi, quello delle opere mai finite. O che saranno terminate fuori tempo massimo. Questo nonostante i Giochi di Milano Cortina 2026 siano stati assegnati dal Cio il 24 giugno 2019. Più di sei anni fa.
Secondo il Corriere del Veneto, in generale nel Nordest un’opera su quattro non sarà conclusa in tempo. Sette su venticinque non saranno pronte entro la data d’avvio. Mentre quattro di quelle concluse in tempo lo saranno solo parzialmente. In attesa di capire se la famigerata pista di bob di Cortina, di cui abbiamo ampiamente scritto su Valori, sarà davvero pronta per il 5 novembre. E lo sarà o meno con costi più che raddoppiati a 118 milioni di euro, rispetto al budget iniziale di 47 milioni poi aumentato a 85 milioni. Di sicuro non sarà conclusa la maggior parte delle opere stradali. E le decine di cantieri aperti per altre opere inutili, tra memoriali e foresterie.
Nonostante il governo Meloni continui a versare soldi: anche quelli destinati alle vittime di mafia
E pensare che proprio il vecchio trampolino di Cortina era stato definito dal governatore Luca Zaia come «simbolo iconico della tradizione sportiva veneta». Forse accettando proprio l’idea che i simboli iconici dei grandi eventi sportivi sono proprio le opere mai finite o abbandonate. Al di là delle opere che non saranno mai concluse, resta ovviamente il problema dei costi. Il budget iniziale di 1,4 miliardi di euro previsto nel dossier di candidatura di Milano Cortina 2026 è oramai salito a oltre 6 miliardi. Quasi tutti fondi pubblici, ovviamente. Ma non è finita qui.
In estate la Fondazione Milano Cortina ha presentato i bilanci. Perdita di 30 milioni di euro, deficit salito a oltre 150 milioni. E debiti per oltre 340 milioni. Il tutto nonostante i 300 milioni promessi a luglio dal governo attraverso il decreto Sport varato in tutta fretta per coprire gli enormi buchi delle Paralimpiadi. E degli enormi problemi di trasparenza e possibili infiltrazioni mafiose per cui rimandiamo al report Open Olympics 2026, redatto da Libera e altre associazioni.
E chissà, forse proprio per ovviare al problema delle possibili infiltrazioni mafiose, il governo Meloni ha compiuto un involontario capolavoro del ridicolo. Secondo l’inchiesta di Libera, infatti, altri 43 milioni sono stati sottratti al fondo per le vittime di usura e distorsione mafiosa e dirottati proprio ai Giochi di Milano Cortina 2026. Benvenuti alle «Olimpiadi più sostenibili di sempre». Che si alzi il sipario. Ah no, non è ancora pronto…
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