Moderna, i soldi del vaccino e l’ottimizzazione fiscale

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La società americana Moderna ha ricevuto ordinativi per 1,5 miliardi di dosi del proprio vaccino anti-Covid, per il 2021 e il 2022. Di cui 460 milioni per l’Unione europea e mezzo milione per gli Stati Uniti. I costi saranno rispettivamente di 10,3 miliardi per i Paesi membri dell’Ue e di 7,5 miliardi per l’amministrazione di Washington. 

A fronte di tali numeri, il centro di ricerca olandese sulle multinazionali Somo ha stimato in 18,4 miliardi di dollari i soldi che il laboratorio americano dovrebbe intascare soltanto nel 2021. Cifre che sono già state oggetto di numerose critiche, non solo nel caso di Moderna ma anche delle altre aziende farmaceutiche che producono vaccini. 

«I ricavi di Moderna legati a tali prodotti sono vergognosi – ha affermato Vincent Kiezebrink, ricercatore di Somo -. Come società civile, paghiamo tre volte: per ciò che la comunità ha concesso per lo sviluppo dei vaccini, per l’acquisto di questi ultimi e infine per il fatto che Moderna usa strumenti finalizzati ad eludere le tasse». Già, perché la notizia rivelata dal rapporto è che l’impresa ha deciso di recente di creare una filiale a Basilea, in Svizzera, dove le imposte sulle società non superano il 13%. Inoltre, i brevetti sono stati depositati da Moderna nel Delaware, Stato  federale americano nel quale la tassazione sui ricavi legati a beni immateriali è nulla. E i brevetti sono considerati appunto tali. 

Somo ha fatto sapere che Moderna non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Domanda: e se, dopo l’accordo sulla tassazione minima per le multinazionali, i governi decidessero anche che i fondi pubblici non possono essere concessi a chi usa giochetti di questo tipo per non pagare le tasse?