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Pandemie: attenti a non sperperare i fondi pubblici, arricchendo big Pharma

Lo insegna l'esperienza dell'H1N1 del 2009-2010: sprecati miliardi di fondi pubblici. Con profitti tra i 7 e i 10 miliardi di dollari per le case farmaceutiche

Nicola Borzi
Nicola Borzi
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L’Organizzazione mondiale della sanità continua a insistere sul fatto che la trasparenza dei prezzi dei vaccini sul mercato globale, come quella degli altri farmaci, è fondamentale specialmente per i Paesi più poveri.

L’Oms ricorda che due terzi delle persone più povere del mondo vivono in Paesi a reddito medio e che tra questa popolazione sono concentrati due terzi delle morti mondiali di bambini sotto i cinque anni. In questi Paesi vive il 16% dei bambini che non ricevono una terza dose di vaccino contro la difterite-tetano-pertosse e il 37% dei bambini che non hanno ricevuto il vaccino pneumococcico coniugato.

Per la maggior parte dei Paesi a basso reddito e per alcuni Paesi a medio reddito, organizzazioni internazionali e singoli donatori hanno offerto sostegno finanziario per l’acquisto di vaccini a basso prezzo, principalmente attraverso l’Unicef ​​e l’Alleanza per i vaccini (Gavi).

Sfida 1: avere i vaccini

La maggior parte dei Paesi a medio reddito ha due sfide. In primo luogo, la maggior parte è in ritardo rispetto all’introduzione di nuovi vaccini e, in alcuni casi, alla copertura con i vaccini tradizionali. Questo problema è destinato ad aumentare man mano che un numero maggiore di Paesi passa da un reddito basso a medio. Questa prospettiva rappresenta una sfida alle strategie tradizionali di assistenza ufficiale allo sviluppo, che si basano in gran parte sul reddito di un Paese.

Sfida 2: la trasparenza dei prezzi

In secondo luogo, la capacità dei Paesi a medio reddito di negoziare vaccini a prezzi accessibili è compromessa da una storica mancanza di informazioni sui prezzi dei vaccini e da risorse limitate per raccogliere e analizzare le informazioni di mercato. Alcune parti interessate ritengono che il miglioramento della trasparenza dei prezzi favorirebbe prezzi equi e rafforzerebbe accesso ai vaccini.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha sviluppato una strategia per l’accesso a medicinali e vaccini, approvata dall’Assemblea mondiale della sanità nel maggio 2019. In questo, il miglioramento della trasparenza dei prezzi è visto come un passo fondamentale.

Gli eccessi del 2009-2010: troppi vaccini anti H1N1

Occorre però evitare gli eccessi scatenati dalla pandemia di influenza H1N1 che fece temere milioni di morti e sperperare miliardi. Quell’influenza causò circa 2.900 morti in Europa, quando la “normale” influenza stagionale ne uccide da 40 a 220mila a seconda degli anni.

La paura dell’opinione pubblica e le lobby farmaceutiche spinsero i governi a firmare contratti capestro per creare scorte di vaccini antivirali H1N1 in gran parte rimaste inutilizzate: il Regno Unito spese 1,3 miliardi di euro, la Francia oltre 700 milioni.

Ciò fu dovuto a contratti pregressi relativi a qualsiasi nuova pandemia influenzale che fosse stata dichiarata dall’Oms, alcuni dei quali firmati tra gli Stati Ue e i gruppi farmaceutici nel 2006-2007, subito dopo la paura dell’influenza aviaria.

Accordi milionari con le case farmaceutiche

Tra il 2009 e il 2010 in Italia vi furono circa 4,4 milioni di casi di influenza con oltre 10 milioni di dosi di vaccino distribuite, a fronte di 229 vittime della H1N1. Il governo Berlusconi offrì il vaccino anti H1N1 insieme a quello per l’influenza stagionale: un contratto segreto con la Novartis prevedeva la fornitura di 24 milioni di dosi al costo di 184 milioni. Le dosi effettivamente consegnate furono 10 milioni, quelle usate 900mila circa. Le altre dovettero essere ritirate e distrutte.

La Corte dei Conti giudicò penalizzante l’accordo e accusò il governo di aver accettato clausole troppo favorevoli all’azienda.

Ancora oggi in Italia i bandi di gara per l’approvvigionamento dei vaccini avvengono su base di singole Aziende sanitarie locali, rendendo difficilissimo un calcolo della spesa a livello regionale o nazionale.

Profitti record per big Pharma

Qualcuno nel 2009-2010 però fece grossi affari. Secondo le stime di JP Morgan, le vendite dei vaccini contro l’influenza H1N1 nel 2009 crearono profitti tra i 7 e i 10 miliardi di dollari alle case farmaceutiche. Sanofi-Aventis a inizio 2010 dichiarò un utile netto consolidato di 7,8 miliardi di euro (in crescita dell’11% su base annua) a causa delle vendite record di vaccini antinfluenzali.

Un report del Parlamento Europeo criticò l’Oms chiedendo se fosse giustificato vendere vaccini H1N1 ai Governi nazionali a prezzi apparentemente doppi o tripli rispetto a quelli dei vaccini per la normale influenza stagionale.

Contro le pandemie prepararsi è bene, ma usare appropriatamente le risorse pubbliche è meglio.