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Oktoberfest: una bomba climatica da 1,5 tonnellate di metano

Milioni di visitatori, fiumi di birra, rutti liberi trasformano la festa bavarese in una pericolosa fonte di gas climalteranti. 10 volte la città di Boston

Mauro Meggiolaro
Mauro Meggiolaro
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Sei milioni di persone che nell’arco di due settimane, bevono più di sette milioni di litri di birra, 100mila litri di vino e mangiano mezzo milione di polli e 250mila wurstel. Arrivano a Monaco di Baviera ogni anno da oltre cinquanta Paesi diversi, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, per celebrare il rito dell’Oktoberfest.

Sul “festival popolare più grande del mondo” se ne sono lette e soprattutto viste di ogni tipo. Dalle passerelle delle tribù politiche bavaresi in costumi tradizionali ai reportage sui turni massacranti delle cameriere, con contorno di molestie sessuali, fino ai video di maschi adulti sbronzi, di ogni etnia, che si rotolano urlanti in un misto di birra, vomito, pioggia ed urina.

La ricerca pubblicata il 22 ottobre da Jia Chen, ordinaria di Sensori ambientali e modeling all’università tecnica di Monaco e dal suo team ha però qualcosa di inedito. Per la prima volta, infatti, misura le emissioni della festa, giungendo ad alcune interessanti e preoccupanti conclusioni: in 31 ettari di superficie occupata, l’Oktoberfest emette 1.500 Kg di metano, dieci volte le emissioni della città di Boston (700mila abitanti, 12.500 ettari) nello stesso periodo, consumando energia per 2,93 milioni di Kilowattora, che è il fabbisogno energetico di una cittadina di 21mila abitanti in un anno intero.

Attenzione alle perdite di gas

La professoressa Chen e i suoi assistenti avevano notato da anni un’impennata nei valori di metano della città di Monaco durante l’Oktoberfest e hanno voluto vederci chiaro, monitorando l’evento per vedere se, in generale, feste del genere contribuiscano in modo rilevante all’aumento dei gas serra nell’atmosfera.

I risultati non lasciano spazio a dubbi: «Le concentrazioni di metano osservate non possono essere spiegate solo con le fonti biogeniche (naturali, come per esempio la decomposizione di biomasse, ndr)», ha dichiarato Jia Chen. «Abbiamo chiari indizi sulle responsabilità umane». Le griglie e i termoconvettori a gas sono i principali indiziati, soprattutto a causa di perdite e di combustioni incomplete, mentre un buon 10% delle emissioni totali sarebbe da attribuire alla flatulenza e ai rutti dei numerosi ospiti.

Il metano non ci dà sempre una mano

Se l’aumento dell’anidride carbonica in atmosfera può essere considerato il principale responsabile del riscaldamento globale, ci sono altri gas climalteranti, spesso più pericolosi, che non possono essere trascurati, come il diossido di azoto e, appunto, il metano, i cui livelli sono tornati ad aumentare dal 2007 per motivi non del tutto chiari, forse a causa dello straordinario sviluppo dell’estrazione di shale gas (gas di scisto, soprattutto negli Stati Uniti. Pur avendo una vita più breve, il metano è 34 volte più efficace dell’anidride carbonica nel riscaldare l’atmosfera (nell’arco di 100 anni) ed è responsabile di circa il 20% del riscaldamento globale da gas serra.

L’Oktoberfest può fare di più

A Monaco la ricerca di della professoressa Chen è arrivata come una doccia fredda sui postumi di una sbronza colossale. Gli organizzatori dell’Oktoberfest non mancano mai di sottolineare che la loro festa è all’avanguardia nell’utilizzo di tecnologie rispettose del clima. I tendoni sono illuminati da lampade a led, l’elettricità proviene in buona parte da fonti rinnovabili, l’acqua di lavaggio dei leggendari boccali di birra da litro è riutilizzata per gli sciacquoni dei bagni. Le licenze per le attività commerciali sono attribuite anche in base a criteri ambientali, come l’uso di olio idraulico biodegradabile, mezzi a basse emissioni e l’offerta di prodotti alimentari biologici. Alcuni tendoni sono ricoperti di pannelli solari e quello del vino, in particolare, ha appena ricevuto un premio per la neutralità climatica.

«Bravi, bravi, ma non basta», sembra dire la ricerca del team di Frau Prof. Dr.-Ing. Chen. «Perché se poi vi scappa il metano siamo punto e a capo».

Si raccomanda quindi di migliorare la tenuta degli apparecchi a gas, perché «anche i piccoli passi possono portarci più vicini al raggiungimento degli obiettivi climatici globali», ha dichiarato Chen. E non sarebbe male, aggiungiamo noi, se si riuscissero a fare peti meno fragorosi e ruttini più discreti. Impresa difficile, si sa, con almeno un litro di birra in corpo. Ma stiamo parlando pur sempre del 10% delle emissioni di metano totali. Un piccolo passo per l’ uomo, un grande passo per l’umanità.