Orientare gli investimenti verso un’economia green. Continua il lavoro dell’Ue
Da benchmark low carbon a un nuovo Green Bond Standard. Gli esperti incaricati dall'Ue sono al lavoro per spostare capitali verso attività a basso impatto
Prosegue il percorso della Commissione Europea verso una riforma dei mercati finanziari volta alla diffusione dell’Investimento Sostenibile e Responsabile (o SRI da Sustainable and Responsible Investment). Pietra angolare dell’intero processo è l’Action Plan “Financing Sustainable Growth”, pubblicato lo scorso 8 marzo, che illustra le misure che la Commissione intende adottare per orientare il mercato dei capitali verso un modello di sviluppo sostenibile, inclusivo e in linea con gli impegni assunti con gli SDGs e nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul clima.
Gli esperti al lavoro
Per attuare le misure più urgenti dell’Action Plan, a giugno la Commissione ha costituito un Technical Expert Group on Sustainable Finance, una task force di 35 esperti che ha l’incarico di svolgere studi approfonditi su quattro fronti:
- tassonomia SRI, ovvero un sistema unico di classificazione delle attività economiche che possono essere definite “sostenibili” (con priorità sui temi della mitigazione e dell’adattamento al cambiamento climatico);
- miglioramento delle linee guida sulla rendicontazione delle attività legate al cambiamento climatico da parte di banche, compagnie assicuratrici e altre imprese di grandi dimensioni;
- criteri comuni per la costruzione di benchmark low-carbon e positive-carbon impact, ossia dei parametri di riferimento per consentire agli investitori di misurare l’esposizione dei portafogli al settore dei combustibili fossili;
- Green Bond Standard, una certificazione di qualità europea per le obbligazioni verdi.
Benchmark low-carbon e positive-carbon impact: di cosa si tratta?
I benchmark sono parametri di riferimento relativi a insiemi di titoli: vengono selezionati in base a determinati criteri e servono come termine di confronto per misurare le performance di portafogli, emittenti o singoli titoli. Nel caso dei benchmark low-carbon e positive-carbon impact, i criteri di selezione sono rappresentati dai livelli di intensità di carbonio associati ai titoli. Più in dettaglio: i low-carbon implicano la “decarbonizzazione” dei benchmark tradizionali, ovvero la selezione di titoli associati a minori livelli di emissioni di CO2; i positive-carbon impact comprendono attività in grado di evitare più emissioni rispetto a quelle effettivamente emesse.
In sintesi, i benchmark low-carbon riducono i titoli che hanno un impatto negativo sul cambiamento climatico, mentre i positive-carbon impact aumentano la concentrazione di emittenti e attività che hanno un impatto positivo.
Favorire investimenti per una transizione energetica
Per quanto riguarda i benchmark low-carbon, il TEG ha il compito di proporre una serie di standard sui criteri di selezione dei titoli, sulla tipologia e la fonte dei dati e sui meccanismi per pesare i valori calcolati (e dunque consentirne il confronto). La Commissione identifica tra i principali criteri di selezione dei titoli la carbon footprint (o “impronta di carbonio”), che esprime la quantità di CO2 emessa.
Obiettivo dei benchmark low-carbon è favorire lo spostamento di capitali dai titoli associati a elevati livelli di CO2 in favore di emittenti e progetti che favoriscono la transizione energetica: in altre parole, i benchmark non devono limitarsi a selezionare titoli associati a una minore carbon footprint, ma devono comprendere anche una maggiore quantità di soggetti e attività “green” rispetto ai tradizionali.
Inoltre, uno dei propositi della Commissione è quello di utilizzare questi strumenti come “antidoti per il greenwashing”, la pratica di alcune aziende che qualificano come eco-friendly prodotti e attività che non lo sono. Per limitare questo fenomeno, il TEG sta analizzando la possibilità di imporre ai benchmark low-carbon una soglia minima di tracking error, ovvero di scostamento rispetto ai benchmark tradizionali corrispondenti.
I benchmark positive-carbon impact consentono agli investitori di confrontare i portafogli rispetto a panieri di titoli che contribuiscono a creare scenari in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi; su questi strumenti, il gruppo di esperti sta analizzando come le società possono misurare il risparmio di emissioni di gas a effetto serra e quali sono gli scenari da utilizzare come parametro di confronto.
Green Bond Standard: quale forma assumerà?
Entro giugno 2019 il TEG dovrà elaborare anche una serie di raccomandazioni per la creazione di un Green Bond Standard (GBS), proponendo caratteristiche, obiettivi, processo di accreditamento e possibili iniziative legislative utili ad attuare tale strumento. Molteplici sono gli scopi:
- incrementare i finanziamenti verso progetti green;
- rafforzare l’impatto socio-ambientale positivo dei mercati finanziari attraverso l’allineamento con gli obiettivi di sostenibilità dell’UE;
- promuovere una maggior trasparenza, coerenza e comparabilità del mercato dei green bond introducendo un sistema chiaro, condiviso ed efficace di verifica, misurazione e reporting degli impatti.
Per il momento il TEG ha convenuto su alcuni aspetti: anzitutto il Green Bond Standard si svilupperà in coerenza con la tassonomia SRI e con gli attuali standard internazionali di mercato (per esempio, i Green Bond Principles dell’International Capital Markets Association). Inoltre, i requisiti per ottenere la certificazione GBS si applicheranno a tutte le tipologie di emittenti: pubblici e privati, europei ed extra-europei.