Podcast | 23 maggio 1992. Il giorno in cui la mafia colpì al cuore lo Stato
Cosa accadde il 23 maggio 1992 a Capaci, quando il giudice Giovanni Falcone venne ucciso dalla mafia, assieme alla moglie e a tre agenti
Alle 17, 57 minuti e 48 secondi del 23 maggio 1992 i sismografi dell’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia di Erice registrano un piccolo terremoto, pari al terzo grado della scala Mercalli. In Sicilia la terra sta tremando. La regione, si sa, rappresenta il punto d’incontro di due placche tettoniche: quella euroasiatica e quella africana. Un punto d’incontro simbolico tra le culture del Vecchio Continente e del Maghreb. Un meticciato culturale, etnico, di usi e di costumi.
Il sisma, quel 23 maggio 1992, da un punto di vista geologico è irrilevante. Il terremoto, quel 23 maggio 1992, è politico, giudiziario, umano. A fare vibrare gli aghi dei sismografi non è la natura ma l’uomo. Con il suo volto peggiore. Mezza tonnellata di esplosivo è stata nascosta in un cunicolo sotto l’autostrada che dall’aeroporto di Punta Raisi porta a Palermo. Su quella tratta, quel giorno, dovranno passare il giudice Giovanni Falcone insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta. Quei 500 chilogrammi di tritolo sono per loro. Cinquecento chilogrammi: non un’attentato, ma un’operazione di guerra. Un attacco militare. Dritto al cuore dello Stato.
L’agguato, quel 23 maggio 1992, era stato preparato minuziosamente. Giovanni Falcone, nella mattinata, è a Roma. Si prepara a rientrare nella sua Palermo. Sa che qualcuno lo sta aspettando. Non sa che sarà proprio quel giorno, sulla A29 percorsa innumerevoli volte per tornare a casa. Ma sa di essere, ormai da tempo, nel mirino della Cupola di Cosa Nostra. La mafia lo ha condannato a morte da anni.
La rivoluzione: il metodo “Follow the money”
Giovanni Falcone era nel mirino della mafia perché era arrivato non soltanto a ricostruirne gli affari illeciti. Era arrivato a ricostruirne l’organigramma. Le ramificazioni. I rapporti con la politica. Ne aveva decifrato i metodi, il linguaggio. E aveva capito che il modo migliore per ripercorrere i business criminali era seguire i soldi. “Follow the money”. E troverai chi gestisce i capitali.
Per saperne di più
Follow the money, perché il metodo-Falcone è ancora attuale
Giovanni Falcone capì che occorreva “seguire il denaro” per ricostruire i business mafiosi. Un metodo rivoluzionario, utilissimo anche oggi
Un metodo efficace che lo portò inevitabilmente a toccare imprese, assessorati, municipi, consigli comunali, regionali, potentati. Un metodo efficace che lo rese scomodo. Giovanni Falcone aveva capito troppo, sapeva troppo. Era troppo pericoloso. E per questo andava eliminato.