I rischi per la stabilità finanziaria

C'è grossa crisi, la rubrica di Andrea Baranes che vi spiega perché dovete interessarvi di finanza. Prima che la finanza si interessi di voi

«I prezzi delle attività rischiose sono generalmente aumentati da novembre con il miglioramento dei fondamentali e, in alcuni mercati, i prezzi sono elevati rispetto ai flussi di cassa attesi». Inoltre, «le valutazioni di alcune attività sono elevate rispetto ai valori storici anche quando si utilizzano misure che tengono conto dei rendimenti dei titoli del Tesoro. In questo contesto, i prezzi delle attività potrebbero essere vulnerabili a cali significativi se la propensione al rischio dovesse diminuire».

È un estratto dell’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria della banca centrale degli Stati Uniti (il Financial Stability Report della Federal Reserve). Una ricerca che periodicamente esamina lo stato della finanza e i rischi per la stabilità globale. Nel rapporto del maggio 2021, il principale tra tali rischi sembra essere l’eccessivo valore dei titoli finanziari. Ne abbiamo parlato diverse volte: negli ultimi anni le banche centrali hanno inondato di liquidità i sistemi finanziari, ma questo ha portato a un progressivo e sempre più spinto distacco tra i valori dei titoli sulle Borse mondiali e i fondamentali dell’economia. La definizione di una possibile nuova bolla finanziaria.

L’aspetto preoccupante è che la Fed sottolinea come un simile andamento stia spingendo anche gli investitori tradizionalmente più prudenti verso investimenti più rischiosi, alla ricerca di un qualche rendimento. I titoli di Stato hanno infatti rendimenti intorno allo zero, a volte negativi. Cresce allora la richiesta sul mercato azionario, se non su operazioni speculative. Questo ne spinge al rialzo le quotazioni, attraendo nuovi investimenti, in una spirale che si auto-alimenta.

La ricerca della Fed esamina come si potrebbe interrompere questa spirale. Un aumento eccessivo potrebbe portare qualcuno a vendere, con conseguente calo dei prezzi e corsa alla vendita, ovvero lo scoppio della bolla. L’elemento scatenante potrebbe essere semplicemente la decisione di alcuni investitori, in special modo quelli che fino a oggi si sono lanciati sulle operazioni più speculative, di ridurre il rischio nel proprio portafogli. Anche un aumento dei tassi di interesse delle banche centrali, ad esempio se dovesse ripartire l’inflazione, potrebbe portare a una brusca inversione di rotta.

Di fatto, pur se con i termini propri di una banca centrale, il rapporto conferma come l’intero sistema finanziario sia oggi drogato dalla liquidità immessa negli scorsi anni. C’è la consapevolezza che non si può continuare ad aumentare la droga, cosi come non si può interrompere di colpo. La sfida è oggi capire come curarlo.