Shadow banking, la gigantesca ombra (alla luce del sole) sulla finanza globale
L’intermediazione finanziaria non-bancaria approfitta della mancanza di regole per gestire quasi 200mila miliardi di dollari
Per potere raccogliere risparmio ed erogare prestiti, le banche devono sottostare a tutta una serie di regole e sono sottoposte alla vigilanza delle rispettive banche centrali. Si tratta di controlli e requisiti di solidità, pensati in primo luogo per mettere al sicuro i soldi dei clienti. Sempre più spesso, però, altre società finanziarie erogano alcuni servizi tipici delle banche, pur non essendo banche. Un insieme generalmente indicato come sistema bancario ombra o shadow banking system.
Non si tratta quindi di società che si muovono nell’ombra e totalmente anonime, anzi. A seconda delle definizioni che vengono adottate, accanto ai soliti sospetti della speculazione, dagli hedge fund in poi, possono farne parte anche soggetti come i fondi pensione o le assicurazioni. Di fatto, più che di sistema bancario ombra, nel linguaggio edulcorato delle istituzioni internazionali si parla di «intermediazione finanziaria non-bancaria».
Lo shadow banking gestisce i risparmi di famiglie e imprese
In pratica, soggetti sottoposti a controlli e supervisione differenti da quelli delle banche si mettono almeno in parte a fare le banche. Il che comporta diversi problemi. Prima di tutto una regolamentazione insufficiente o inadeguata, ma anche il fatto che soggetti diversi devono seguire regole diverse, pur erogando gli stessi servizi. Tra le altre cose, questo apre la possibilità alle imprese finanziarie di scegliere le normative più deboli o compiacenti per erogare un determinato servizio.
Nelle parole del Financial Stability Board o FSB, organismo che riunisce governi e banche centrali delle maggiori economie del Pianeta, «le società che compongono il sistema bancario ombra hanno diversi modelli di business, bilanci e strutture di governance. E sono soggette a diversi quadri regolamentari, all’interno e tra diverse giurisdizioni. Questi istituti svolgono un ruolo sempre più importante nel finanziare l’economia reale e nel gestire i risparmi delle famiglie e delle imprese».
Un sistema ombra che vale oltre 200mila miliardi di dollari
I problemi sono legati in primo luogo alla enorme dimensione del sistema ombra. Con oltre 200mila miliardi di dollari, parliamo di quasi la metà del totale degli attivi finanziari del Pianeta. Da un lato il sistema in sé presenta dei rischi legati alla gestione della liquidità, all’uso della leva o di altra natura. Dall’altro il sistema ombra dello shadow banking è sempre più legato e interconnesso a quello bancario tradizionale.
Nell’ultimo rapporto del FSB, del luglio 2024, si legge: «La diversità e crescente coinvolgimento delle società non-bancarie nell’erogazione del credito hanno portato a maggiori interconnessioni, anche su base transfrontaliera. Il che significa che uno stress nel settore può essere trasmesso più ampiamente ad altre parti del sistema finanziario e all’intera economia». La bolla dei subprime ha reso evidente come una crisi in un settore potesse rapidamente contagiare l’insieme del sistema bancario e finanziario.
Lo shadow banking approfitta della mancanza di regole e trasparenza
Secondo il presidente del FSB, l’olandese Klaas Knot, manca un coordinamento internazionale, riguardo alla raccolta di informazioni e alla trasparenza, ma anche alla regolamentazione. Le normative si fermano quasi sempre alle frontiere dei singoli Stati, mentre le società finanziarie possono operare su scala internazionale, scegliendo di volta in volta le giurisdizioni più compiacenti e che garantiscono minori controlli. Non è un caso se la stragrande maggioranza degli hedge fund è registrata nei principali paradisi fiscali del Pianeta.
Il fatto che la finanza possa scegliere la forma giuridica e la giurisdizione più compiacenti per erogare un determinato servizio ha anche un ulteriore effetto paradossale: lo shadow banking diventa un alibi contro la regolamentazione di quello tradizionale. Ogni normativa per aumentare la trasparenza o la solidità delle banche non fa altro che fare fuggire ulteriori capitali verso quello alternativo e non regolamentato.
Una situazione che le istituzioni internazionali denunciano per lo meno dall’indomani della crisi dei subprime del 2008, ma che non sembra trovare soluzione. Un’ombra gigantesca sulla finanza mondiale. Un’ombra che opera tranquillamente, alla luce del sole.