Questo articolo è stato pubblicato oltre 12 anni fa e potrebbe contenere dati o informazioni relative a fonti/reference dell'epoca, che nel corso degli anni potrebbero essere state riviste/corrette/aggiornate.

Sostegno all’economia reale: le banche etiche meglio delle tradizionali

Un rapporto della GABV spiega che la finanza etica, negli ultimi dieci anni, ha concesso all'economia reale il doppio dei prestiti rispetto alle grandi banche, ...

La finanza non fa necessariamente male all’economia reale. Ciò che fa male è il suo abuso, e la crisi degli ultimi anni lo ha messo in evidenza in modo indiscutibile. Per questo, la finanza etica, sostenibile ed equa, può costituire un aiuto per la crescita ben più importante rispetto agli approcci “tradizionali”.

A spiegarlo è un rapporto della Global Alliance For Banking On Values (GABV), rete indipendente che riunisce 20 tra i principali istituti di credito “sostenibili” che operano in tutto il mondo (tra i quali figura anche l’italiana Banca Popolare Etica). Lo studio, che è stato presentato questa mattina a Berlino, mette a confronto i risultati economici di alcuni dei principali colossi bancari internazionali (i cosiddetti “too big to fail”, ovvero quelle banche che, in caso di fallimento, sono in grado di trascinare con loro l’intero sistema) con quelli registrati da un gruppo di realtà sostenibili del settore.

Il risultato è che, in proporzione rispetto ai bilanci, negli ultimi 10 anni queste ultime hanno destinato al finanziamento dell’economia reale quasi il doppio rispetto alle grandi banche. I colossi prestano dunque meno denaro, ma non è tutto: essi attraggono anche meno depositi e presentano una base di capitale più debole rispetto alle banche sostenibili. Secondo Peter Blom, presidente della GABV, «gli istituti guidati da criteri di sostenibilità hanno sviluppato un diverso modello di business perché sono si basano sui valori da promuovere e sul bene comune. Per le banche etiche i profitti sono un mezzo e non un fine. Questo studio dimostra una volta per tutte come l’industria finanziaria si sia allontanata troppo dall’obiettivo per cui è nata, ovvero quello di indirizzare risorse economiche verso i migliori progetti di imprese». Gli fa eco Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica: «Anche per l’Italia i dati dimostrano come l’orizzonte della finanza sostenibile e di Banca Etica in particolare sia decisamente più positivo rispetto alle previsioni del mercato bancario italiano. Dopo solo 13 anni abbiamo volumi e trend di crescita che stanno raggiungendo e superando quelli delle esperienze più durature a livello mondiale: occorre concentrarsi quindi sul rafforzamento patrimoniale e sulla capacità di attuarlo anche grazie alla creazione di riserve. Un risultato che è sicuramente ottenibile grazie al modello partecipativo e cooperativo della nostra banca, che ci permette di collaborare con la società civile attiva sui territori».

Il rapporto completo è reperibile a questo indirizzo