Tassa sugli extraprofitti delle banche, arriva la bocciatura della Banca Centrale Europea
Su richiesta del governo italiano, la Banca Centrale Europea fa un'analisi della tassa sugli extraprofitti delle banche. Ed è tutt'altro che positiva
La tassa sugli extraprofitti delle banche, voluta dal governo di Giorgia Meloni, colpisce in modo molto più pesante i piccoli istituti. E ostacola quelle banche che vogliono accantonare riserve di capitale aggiuntive per mostrarsi più resilienti di fronte a futuri shock. A metterlo nero su bianco è la Banca Centrale Europea, attraverso un’analisi che porta la firma della presidente Christine Lagarde.
Il parere della Banca Centrale Europea
È stato lo stesso ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti a chiedere il parere della Banca Centrale Europea all’indomani della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto che istituisce la tassa sugli extraprofitti delle banche. I proventi saranno riscossi a partire dal 2024 e, secondo le intenzioni del governo, saranno reinvestiti per abbassare la pressione fiscale e agevolare chi ha un mutuo per la prima casa.
Il parere è arrivato ed è, in buona sostanza, una bocciatura. La BCE infatti riconosce che l’innalzamento dei tassi di interesse, necessario per tenere sotto controllo l’inflazione, abbia dei costi sociali rilevanti per famiglie e imprese. Ed è vero anche che, in un primo momento, le banche vedono aumentare i loro margini di interesse. Con il passare del tempo, però, gli istituti si troveranno ad affrontare maggiori costi di finanziamento, perdite sul portafoglio titoli e un aumento delle sofferenze. Una politica monetaria restrittiva, dunque, nel medio-lungo periodo per loro potrebbe rivelarsi addirittura svantaggiosa.
La tassa sugli extraprofitti delle banche potrebbe minare la loro solidità
«Più in generale, è necessario prestare attenzione per garantire che l’imposta straordinaria non influisca sulla capacità dei singoli enti creditizi di costruire solide basi patrimoniali e accantonamenti adeguati per le maggiori svalutazioni e il deterioramento della qualità del credito», scrive poi la Banca Centrale Europea. In altre parole, le banche rischiano di risultare meno resilienti di fronte alle difficoltà che – con ogni probabilità – si troveranno di fronte.
L’opinione
Tassa sugli extraprofitti bancari: la montagna partorisce il topolino
Tassare gli extra-profitti è corretto, ma occorre distinguere e colpire la speculazione. Serve un quadro di riforma fiscale complessiva
C’è dell’altro. La tassa sugli extraprofitti delle banche, riconosce la BCE, si applica indiscriminatamente a tutte. A quelle ritenute di importanza sistemica ma anche a quelle più piccole, il cui modello di business è focalizzato sul credito (e dunque sul sostegno all’economia reale). Proprio questa seconda categoria rischia di trovarsi in maggiori difficoltà.
Il documento della BCE non è vincolante: ciò significa che il governo italiano è libero di continuare per la sua strada. Difendere la misura, però, diventa decisamente più difficile.