TTF, la Commissione svela la direttiva. E negli Usa…
Oggi la Commissione pubblicherà il testo della direttiva per l'applicazione della tassa sulle transazioni negli undici Paesi che hanno aderito alla cooperazione rafforzata. E negli ...
La tassa sulle transazioni finanziarie, approvata attraverso una cooperazione rafforzata in Europa da undici Paesi, potrebbe tornare al centro del dibattito anche dagli Stati Uniti. Due parlamentari democratici, infatti, alla fine di gennaio hanno annunciato la volontà di presentare un progetto di legge che introduce il prelievo fiscale. Si tratta del senatore Tom Harkin e del deputato Peter DeFazio, che puntano ad introdurre una tassa pari allo 0, 03% di ogni transazione (ovvero 3 centesimi su ogni compravendita da 100 dollari).
In questo modo, secondo la Commissione fiscale unificata del Congresso, si potrebbe riuscire ad ottenere un introito per le casse pubbliche statunitensi pari a 352 miliardi di dollari in 10 anni. Per ora, ufficialmente la Casa Bianca si mantiene contraria, ma sarà in ogni caso interessante verificare cosa maturerà attraverso il dibattito parlamentare.
Nel frattempo, la Commissione europea si appresta a svelare il testo della direttiva relativa all’applicazione della tassa negli undici Stati coinvolti (Germania, Francia, Austria, Belgio, Portogallo, Slovenia, Grecia, Slovacchia, Estonia, Spagna e Italia). Da ciò che trapela la bozza dell’atto normativo sarebbe piuttosto ambiziosa: le esenzioni sarebbero infatti ridotte al minimo (anche i fondi pensione, ad esempio, sarebbero tassati). Una notizia ufficiosa, ma che ha già messo sul piede di guerra le lobby dell’industria finanziaria. Soprattutto, al centro della battaglia ci saranno i requisiti legati al prelievo stesso: dove e come esso sarà esigibile. Ci si aspetta una guerra a base di diritto internazionale e trattati bilaterali.