«No alle modifiche alla legge 185/90 sull’export di armi che cancellano la trasparenza»
Rete Italiana Pace e Disarmo, Banca Etica e OPAL alla Camera: «Sia preservata la trasparenza sulle esportazioni di armi che la legge 185/90 garantisce»
Anna Fasano (Banca Etica), Francesco Vignarca (Rete Italiana Pace e Disarmo) e Giorgio Beretta (Opal) sono stati ascoltati dalle commissioni riunite Affari Esteri e Difesa della Camera e hanno illustrato le richieste di un network di organizzazioni riunite nella campagna “Basta favori ai mercanti di armi!”.
La legge 185/90 sull’export di armi italiane, che garantisce il controllo del Parlamento e dei cittadini su un comparto strategico e critico del Paese, nonché sui flussi finanziari privati che lo alimentano, è oggi sottoposta infatti a un tentativo di modifica.
Anna Fasano, presidente di Banca Etica, e Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana Pace e Disarmo, hanno tenuto una conferenza stampa a Montecitorio per illustrare quanto espresso durante tre diverse audizioni presso le commissioni riunite Affari Esteri e Difesa in rappresentanza di un ampio network di organizzazioni della società civile che si oppongono allo svuotamento della legge 185/1990.
Le modifiche alla normativa sono già state approvate al Senato e, se lo fossero alla Camera, svuoterebbero la norma delle sue prerogative più preziose. Per questo un fronte molto ampio di organizzazioni della società civile, dal mondo laico e cattolico, si oppone e si mobilita da mesi per chiedere con forza, anche attraverso una petizione rivolta al Parlamento, di non peggiorare i meccanismi di autorizzazione e controllo e i presidi di trasparenza della legge.
Sull’argomento le commissioni riunite di Affari Esteri e Difesa della Camera dei Deputati hanno audito il 27 marzo Giorgio Beretta (analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa OPAL, di Brescia), il 3 aprile Francesco Vignarca (portavoce della Rete Italiana Pace e Disarmo) e il 4 aprile Anna Fasano (presidente di Banca Etica). Tali audizioni sono disponibili sul portale della Web TV della Camera dei Deputati.
«Così come al Senato, anche alla Camera la posizione di Rete Pace Disarmo è stata espressa chiaramente: l’aggiornamento legittimo e anche naturale, dopo così tanto tempo, della legge 185/90 non può e non deve diventare occasione per indebolire il controllo parlamentare sull’export di armi italiane – spiega Vignarca -. In particolare, oltre a preservare la trasparenza che l’ha resa un modello positivo a livello internazionale, occorre che una maggiore responsabilità decisionale della parte politica del governo sia comunque sempre bilanciata da competenze tecniche capaci di applicare attivamente i criteri previsti dalla norma italiana e da quelle internazionali. Bisogna poi preservare la possibilità di interazione con le Ong sulle possibili violazioni di diritti umani e l’Ufficio presso la Presidenza del Consiglio che ha facoltà di proporre progetti di riconversione industriale al civile. Tutti elementi che sparirebbero se venisse confermato anche alla Camera il testo del Ddl uscito dal Senato, che costituisce un chiaro favore ai mercanti di armi. Peraltro motivato da una fantomatica maggiore gabbia normativa per le aziende italiane totalmente smentita dai dati che evidenziano un export militare italiano in continua crescita».
«Banca Etica è tra i promotori della mobilitazione della società civile in difesa della legge 185/90 – ricorda Fasano -. Le modifiche proposte mirano tra l’altro a cancellare la “lista delle banche armate” che – seppur con molti limiti – da 30 anni consente al Parlamento e ai cittadini di sapere quali istituti di credito finanziano la produzione e l’export di armi e per quali importi. Eliminare questo presidio di trasparenza sarebbe in contraddizione con gli indirizzi dell’Europa, che vuole i consumatori degli Stati membri sempre più liberi di fare scelte consapevoli sul mercato, incluso quello dei prodotti bancari e finanziari. L’UE ha varato diverse normative che impongono alle banche di rendere noti i settori che finanziano e i loro impatti sociali e ambientali. L’Italia con la 185/90 ha una legge che era stata all’avanguardia e non ha senso cancellarla proprio ora che anche il resto di Europa si muove nella direzione di una sempre maggiore trasparenza sull’operato delle banche. Chiediamo inoltre che le modifiche alla normativa integrino quanto previsto dalla legge n.118/2013 con cui l’Italia ha ratificato il Trattato sul commercio delle armi, adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. È imprescindibile che la legge di modifica attualmente in discussione, perlomeno, introduca un riferimento a tale Trattato, esplicitando che per quanto non contenuto nella 185/90 – e, comunque, per ogni riferimento a standard e a norme generali e previsioni normative in materia di commercio delle armi – sia necessario far riferimento a quanto contenuto nel Trattato ratificato nel 2013».
«Con la modifica già approvata al Senato – conclude Beretta – non sarà più richiesto, come previsto fin dall’entrata in vigore della legge 185/90, che la Relazione annuale contenga “indicazioni analitiche”, ma soltanto “i Paesi di destinazione finale con il loro ammontare suddiviso per tipologia di equipaggiamenti” e “con analoga suddivisione, le imprese autorizzate” e “l’elenco degli accordi da Stato a Stato”. Praticamente non sapremo il tipo specifico di armi e di materiali militari che vengono esportati ai vari Paesi. Non conosceremo dunque un’informazione fondamentale per il controllo del Parlamento e delle nostre associazioni sull’attività del governo”.
È stata al contempo annunciata – per il 17 aprile a Roma alle 11 presso la sede dell’associazione Libera di in via Stamira 5 – una mobilitazione in cui si faranno sentire le voci dell’ampia coalizione di organizzazioni che chiede lo stop al disegno di legge che punta a togliere al Parlamento e ai cittadini l’accesso a informazioni cruciali sull’export di armi e sulla finanza che lo sostiene.
Promuovono la mobilitazione (78 organizzazioni): Rete Italiana Pace Disarmo e tutte le organizzazioni aderenti: Accademia apuana della pace, ACLI, AGESCI, ALTROMERCATO, Ambasciata democrazia locale, Amici della mezza luna rossa palestinese, ANPI, ANSPS, AOI – Associazione di cooperazione e di solidarietà internazionale, Archivio Disarmo, ARCI, ARCI Bassa Val di Cecina, ARCI Servizio Civile aps, ARCS, Associazione Papa Giovanni XXIII, Associazione per la pace, AssopacePalestina, AUSER, Beati i costruttori di Pace, Casa per la pace di Modena, CDMPI – Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Centro Studi Difesa Civile, Centro Studi Sereno Regis, CGIL, CGIL Padova, CGIL Verona, CIPAX, CNCA, Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della FCEI, Comitato Pace e Disarmo di Volterra, Conferenza degli Istituti Missionari in Italia, Coordinamento Comasco per la Pace, Coordinamento pace in comune Milano, COSPE, Emmaus Italia, FIOM-Cgil, FOCSIV, Fondazione Angelo Frammartino, Fondazione Finanza Etica, Forum Trentino per la Pace e i diritti umani, Gruppo Abele, IPRI – rete CCP, IPSIA, Lega per i diritti dei popoli, Legambiente, Libera, Link – coordinamento universitario, Link2007 cooperazione in rete, Lunaria, Movimento europeo, Movimento Internazionale della Riconciliazione, Movimento Nonviolento, Nexus Emilia Romagna, Noi Siamo Chiesa, Opal Brescia, Pax Christi Italia, Percorsi di pace, Rete degli studenti medi, Rete della conoscenza, Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti” di Senigallia, Servas Italia, Tavola sarda della pace, U.S.Acli, UDS, UDU, Un ponte per, Ventiquattro marzo, Banca Etica, Fondazione Nigrizia, Greenpeace Italia, MAG2, MAG4, MAG6, MAGVenezia, Mani Tese, Movi, Portico della Pace, Sbilanciamoci!